lunedì 12 settembre 2011

Preoccupazione per il Verde a Sasso Marconi.



Preoccupata esternazione di Pietro Fortuzzi, capogruppo Api di Sasso Marconi, alla notizia dell’ utilizzo del parco del villino Lolli, ora adibito a Centro medico Roncati, in via Stazione al centro di Sasso Marconi, per un nuovo insediamento residenziale. Per la realizzazione del nuovo edificio potrebbe essere necessario il sacrificio del verde esistente. “ Una volta c'era un paese che riscuoteva ammirazioni e lodi per il suo verde, che aveva amministratori che lo amavano ed erano di Sasso Marconi,” scrive Fortuzzi (nella foto) in una nota distribuita nei bar del paese . “L'amore e la tutela del verde del paese mi porta a denunciare e informare i cittadini di Sasso Marconi che si costruirà una palazzina dentro al centro Roncati, uno degli ultimi polmoni di verde in centro cittadino. Ciò mi indigna sia come cittadino sia come amministratore e mi chiedo, molto preoccupato, che fine faranno i pini e gli abeti secolari che abbelliscono il centro Roncati. Mi chiedo quindi se gli alberi verranno tutelati o saranno abbattuti per far spazio al cemento. Non vorrei che per recuperare qualche soldino per gli oneri di urbanizzazione si sacrifichino le zone più belle del paese.

Il consigliere termina poi con una frase celebre ‘Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini’, che significa quello che non hanno fatto i barbari, lo hanno fatto i Barberini. Frase con cui iI popolo romano dava corpo al proprio disappunto verso papa Urbano VIII Barberini e ai membri della sua famiglia per gli scempi edilizi di cui si resero responsabili in virtù delle cariche e dei poteri ottenuti e fecero danni alla città maggiori di quelli che avrebbero potuto esser causati da un'invasione barbarica. Pietro Fortuzzi pare voler dire, ciò che non è stato distrutto dal passaggio delle guerra, viene ora distrutto dagli amministratori sassesi.

L’assessore all’urbanistica Andrea Mantovani (nella foto)respinge con decisione l’accusa di ‘scempio’ e precisa. “L’intervento edilizio era già in piano nel PSC ( piano regolatore) precedente l’attuale. Il nuovo Psc, in merito al centro cittadino, ha sostanzialmente ripetuto la programmazione del piano precedente. Non capisco quindi la ‘meraviglia’ di Fortuzzi, poiché ciò che avviene era noto almeno da venti anni. Non capisco ancor di più la sua, evidentemente strumentale, presa di posizione poiché il consigliere Fortuzzi è in consiglio comunale ininterrottamente da diversi decenni e ha quindi partecipato attivamente alla discussione di entrambi i PSc. Perché non ha posto obiezioni in quelle occasioni, quando tali richieste potevano essere accolte? Ora non possiamo negare ciò che il piano regolatore prevede,” conclude l’assessore.

Anche il capogruppo della lista civica Sasso Libera, Marco Veronesi (nella foto), risponde alla comunicazione di Pietro Fortuzzi: “Anche noi di Sasso Libera siamo fortemente perplessi per questa notizia” scrive il capogruppo. “Penso che si possa costruire in quanto gli indici di edificabilità lo permettono, essendo tale area ancora "sotto la responsabilità urbanistica" del vecchio Piano Regolatore precedente al PSC. Le obiezioni andavano fatte al momento della presentazione e della approvazione del PSC”.

2 commenti:

Cesare Zecca ha detto...

Da quando sono arrivato, fine 97, ho assistito sconcertato alla spaventosa valanga edilizia nella valle del Reno. Anche Sasso Marconi che ha distrutto decine di ettari di prezioso terreno agricolo: si pensi al tumore di Borgonuovo, all'espansione di Fontana, solo per citare due casi.

Il concetto di sostenibilità è andata affanculo sia per quanto riguarda la parte ecologica, sia per quanto riguarda la parte sociale.
Supponiamo che una parte consistente di sassesi, se non la maggioranza, ORA sia contraria a questa ulteriore crescita del tumore edilizia.
Perché una decisione presa 20 anni fa con lungimiranza prossima allo zero e ignoranza completa del concetto di sostenibilità, ora deve essere IMPOSTA? E' democratico? E' giusto? No. Non lo è.
Infatti, esiste un limite fortissimo ed anacronistico e fondamentalmente iniquo nella filosofia del diritto (direi dello storto!) antiurbanistico: qualcuno decide e le generazioni a venire si devono "pippare" le sconsiderate e distruttive scelte senza se e senza ma. Si veda anche la scellerate programmazioni al peggio urbanistico di De Maria e ghenga PD a Marzabotto (ecomostro di Pian di Venola o piani di crescita) o della giunta Masetti sullo stesso, sulla crescita edilizia in centro capoluogo o sulla ciofeca turbogas Dufenergy.

In ogni momento dovrebbe essere possibile che paesani e cittadini blocchino e rendano inefficaci scelte che la danneggino o che siano contraria al bene comune.
Un polmone verde è BENE COMUNE.

Del resto la stessa popolazione si è drogata di un tenore di vita e di servizi insostenibili, artificiosamente pompati anche dalla distruzione del territorio e dalla speculazione edilizia, sia direttamente per i baiocchi realizzati privatamente dai vari proprietari di fondi ed (ex) campi, a danno della comunità (costi e danni spalmati sulla collettività), sia per i servizi che i comuni hanno erogato, pagati con la distruzione del territorio e la crescita del tumore cementizio.
Questo incendiare lo Stradivari per riscaldarsi è diffuso proprio in Emilia Romagna dove il PCI -la Cosa - PDS - DS - PD etc. e alleati vari hanno ottenuto consensi bulgari viziando e drogando il consenso proprio con i servizi ottenutu coi proventi del tumore edilizio.

L'urbanistica studia questi pattern di antiurbanistica: questo si chiama fill-in.
La distruzione di un'area residua di verde (il cui valore biologico, urbanistico, estetico, per il benessere, è ancora maggiore appunto perché residuale).

Non si può bloccare, non si può fermare, ripetono gli ossessionati in litania nevrotica.
Prego, avanti tutta! Verso il peggio, a maggior velocità.

Anonimo ha detto...

Vivo a Sasso da sempre e non posso non condividere l'ottimo commento del signor Zecca. Sottoscrivo tutto dalla A alla Z, anche perchè ho visto la trasformazione di questo bel paese con i miei occhi.
Il Roncati è un'edificio storico e di pregio vicino al centro del paese; come cavolo si fa a permettere di costruire sulla parte frontale (quella del parco che da su via stazione) delle case???
Hanno svenduto il paese alle banche e alle lobby del cemento e nessuno dice niente.
E che fine ha fatto l'ambientalismo e l'anticapitalismo della sinistra? Forse si è perso in qualche filiale di banca tanti anni (e tanto cemento) fa...