mercoledì 7 dicembre 2011

Le Caldarroste per la Basilica di Santo Stefano.





‘Questo restauro s’ ha da fare’ e per dare un contribuito alla importante impresa scendono in campo anche i castanicoltori dell’Appennino Bolognese che, coordinati dal loro Consorzio, sabato e domenica prossimi 10 e 11 dicembre, dalle 10 alle 20, saranno in Piazza Santo Stefano, a fianco del mercatino dell’antiquariato, con le loro attrezzature per rinverdire la tradizione secolare di distribuire le dolcissime caldarroste cotte sul posto, utilizzando il noto ‘Marrone Biondo’, il frutto che è presente sul territorio dell’Appennino Bolognese sin da epoche remote. Gli introiti saranno destinati all’importante restauro della Basilica di Santo Stefano.

L’iniziativa è stata presentata dal benedettino Dom Ildefonso Chessa e dal presidente del Consorzio Castanicoltori Renzo Panzacchi in un incontro nella Cripta della Basilica.

Dom Chessa (nella foto accanto)non ha nascosto l’urgenza di intervenire soprattutto sul grave problema dell’umidità presente in tutto il terreno su cui poggia la basilica e che richiede frequenti interventi sui muri perimetrali. Ha ricordato che sul versante ovest è necessaria una profonda manutenzione ogni due anni. Ha spiegato che negli ultimi anni sono stati portati a termine molti importanti restauri però sono stati tutti attuati, come egli li ha chiamati, a macchia di leopardo. E’ ormai indispensabile, ha sottolineato’ avviare una organica azione di risanamento e un intervento risolutivo generale anche sul problema ‘umidità’ che garantisca nel tempo la stabilità della storica struttura. Una commissione formata anche da tecnici inglesi e statunitensi, oltre che delle sovrintendenze artistiche italiane, è già al lavoro e dopo le feste inizieranno i primo sondaggi nel terreno.

Il monaco benedettino ha spiegato che era già stata stanziata da parte del Governo una cifra importante che però ha dovuto essere dirottata sulla città dell’Aquila a seguito del disastroso terremoto che ha distrutto tanti monumenti di alta rilevanza artistica. Ora e già stata stata inviata una sollecitazione anche al nuovo Governo in quanto questa cifra garantirebbe il lavoro decisivo.

Il presidente Panzacchi, (nella foto accanto) dopo aver ricordato il legame storico tra i monaci benedettini e le castagne dell’Appennino bolognese in quanto un convento benedettino era presente nel medioevo nel territorio di Monghidoro e i monaci seguivano la coltivazione dei castagneti, ha ricordato che i 160 soci del consorzio, distribuiti in 21 comuni dell’Appennino Bolognese, hanno aderito con slancio all’iniziativa perché il recupero dei beni storici bolognesi, fa parte della loro convinta azione di mantenimento delle tradizioni. Inoltre può essere anche un veicolo per tutelare e valorizzare il ‘Marrone Biondo’ garantendone la provenienza e la qualità. Con la loro attività i soci del Consorzio svolgono inoltre la fondamentale opera di mantenere e conservare i castagneti, molto spesso plurisecolari, alcuni addirittura di epoca matildica, che definiscono e caratterizzano in modo netto il paesaggio del nostro Appennino.

Il presidente, a nome del Consorzio ha invitato tutti i bolognesi sabato e domenica in Santo Stefano , a gustare le caldarroste e ad acquistare la farina di castagne e le castagne secche che i produttori porteranno sulle bancarelle. Contando sulla generosità che nei ‘momenti veri’ non è mai venuta meno.

Al piacere del palato si aggiungerà il piacere di aver fatto un importante dono alla città di Bologna.

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