sabato 7 ottobre 2023

La nota dell’Azienda USL di Bologna in merito al soccorso in emergenza del 4 ottobre a Casalecchio di Reno

 

Foto d'archivio


L’Azienda USL di Bologna porge le più sentite condoglianze ai famigliari del 60enne cardiopatico deceduto al Maggiore, nella serata del 4 ottobre, a seguito del soccorso in emergenza avvenuto nei pressi della Croce di Casalecchio.

Ripercorrendo quanto accaduto, alle 19.35 la CO118 ha ricevuto la chiamata registrando l’evento con il codice rosso e attivando immediatamente il mezzo di soccorso più vicino, giunto sul posto in 7 minuti. I soccorritori, in contatto con il medico link presente in Centrale Operativa, hanno individuato nell’Ospedale Maggiore il setting più appropriato per tentare di salvare la vita al paziente cardiopatico. Purtroppo durante il percorso le condizioni del paziente si sono aggravate tanto da andare in arresto cardiaco. Supportati dal medico link, i soccorritori hanno subito iniziato le manovre di rianimazione del paziente e contestualmente, alle 20.02 è stata inviata l’automedica che, partendo dal Maggiore, ha raggiunto l’ambulanza in 7 minuti. Appena arrivato sul posto il medico ha continuato le manovre di rianimazione, ha somministrato terapie farmacologiche e ventilato meccanicamente il paziente. Nonostante tutti gli sforzi messi in campo dal sistema del 118 il cuore del paziente non è più ripartito.

Il drammatico finale dell’evento del 4 ottobre induce le seguenti considerazioni:

-          L’emergenza è avvenuta a pochi minuti dall’ospedale

-          La tipologia dei segni e sintomi ricostruiti dall’infermiere della CO118 suggeriva comunque un pronto accesso ad una struttura – come il Maggiore – in grado di dare tutte le risposte di cui un caso simile avrebbe potuto avere bisogno: dalla cardiologia, all’emodinamica. alla terapia intensiva e a tutte le strutture direttamente collegate al Pronto soccorso generale.

-          L’attesa di un altro mezzo di soccorso avrebbe avuto come esito un protrarsi dei tempi di arrivo in Pronto soccorso

-          La tipologia della criticità individuata­ identifica un target cui va data riposta immediata all’interno dei quali possono esservi segni e sintomi di gravità ulteriore che fin dalla chiamata inducono all’invio tanto del mezzo più vicino quanto del mezzo avanzato.

-          All’insorgere delle evoluzioni  – purtroppo l’arresto cardiaco – in 7 minuti il mezzo con la massima capacità di risposta (auto medica) è giunto sul posto ed ha completato la RCP con le manovre avanzate che purtroppo non hanno avuto successo.

Come noto, la casistica degli arresti cardiaci è trattata con una risposta a catena che, da quanto desunto dalla chiamata, attiva le istruzioni pre arrivo (quando indicate e se ci sono astanti in grado di collaborare) e l’utilizzo del defibrillatore (che nel caso specifico era in dotazione al 1° mezzo inviato)

Allargando le considerazioni al quadro generale dell’organizzazione del Sistema dell’Emergenza, i dati di attività del 118 di Bologna mostrano una percentuale di defibrillazione sul posto (28%) più alta della media nazionale (26%) ed una ripresa dall’arresto cardiaco anche questa più alta (pari al 45% rispetto al 19% dell’Italia e al 33% dell’Europa). Infine a Bologna si attesta una percentuale di pazienti dimessi vivi dall’ospedale pari al 19 % (rispetto a una media nazionale del 9,5% e a quella europea del 8%).

Questi dati testimoniano come la comunità bolognese “laica”, composta da cittadini e istituzioni non sanitarie, abbiano avviato assieme al Sistema sanitario una capacità di risposta che è ai vertici della qualità in Italia e in linea con dati europei.

La capacità di intervento non si esaurisce né si limita, quindi, alla presenza di competenze avanzate (infermiere e/o medico), ma coinvolge l’intera catena che comprende anche tecniche avanzate come quelle utilizzate dall’equipe giunta sul posto (ventilazione meccanica, farmaci massaggio cardiaco meccanico) che completano, quando necessario, ciò che già è stato attivato e messo in atto.

 Il sistema regionale, e non solo bolognese, ha un numero di risorse di base ed avanzate (con infermiere e /o medico) più alto di quanto previsto dalle norme (DM 70) e più ricco di quello di altre regioni.

La riorganizzazione complessiva del sistema di emergenza implementa ancora queste risorse, sia mettendo a diposizione della CO 118 di Bologna – prima CO 118 in Regione - la nuova figura del medico link – che ha guidato nel caso la catena dei soccorsi orientando il paziente verso il Maggiore per comprimere i tempi – sia incrementando il numero dei mezzi di soccorso avanzato in grado di trasportare il paziente. Infine con tecnologie che potenziano la capacità di scelta della CO 118 con la videochiamata sia dell’operatore di Centrale che del medico.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se fossi un parente di quel signore deceduto mi resterebbe per sempre il dubbio che se fosse stata inviata una ambulanza col medico a bordo e non si fossero persi minuti preziosi, forse si sarebbe salvato…