Il
sindaco commenta: la comunità ha fatto emergere il problema. Che
nessuno pensi che si possa venire a delinquere impunemente sul nostro
territorio. E chiarisce: il “Fornello” non era una casa famiglia
bensì una comunità alloggio autorizzata dagli enti preposti
Riceviamo
Il
consiglio comunale di San Benedetto ha approvato all’unanimità un
ordine del giorno con cui impegna il Comune a costituirsi parte
civile nell’eventuale procedimento penale che verrà avviato a
carico del titolare della comunità alloggio “Il Fornello”,
se ce ne saranno i presupposti e le condizioni giurisprudenziali.
Nella
delibera i consiglieri esprimono la loro solidarietà e vicinanza
agli ospiti della comunità alloggio “Il Fornello” e ai loro
familiari e ringraziano tutti coloro che in diversa maniera e nelle
diverse fasi hanno lavorato con diligenza e serietà affinché
questa orribile vicenda potesse essere consegnata alla giustizia: i
Carabinieri, le altre forze di Polizia Locale, i collaboratori del
Comune e dell’Unione, l’intero sistema dei servizi sociali e
sanitari territoriali nonché le strutture del territorio che, in
un’ottica di solidarietà, si sono immediatamente rese disponibili
con posti letto ed assistenza.
Dopo
i primi momenti di sconcerto in cui la priorità è stata trovare
una sistemazione alle vittime di questi abusi, tutelarne la
tranquillità e proteggerle anche dal clamore mediatico che la
vicenda ha generato, il sindaco di San Benedetto Val di Sambro
Alessandro Santoni spera che da questa vicenda passi il
segnale: nessuno pensi in futuro di commettere impunemente reati in
una comunità sana e forte.
«Se
il problema è emerso è stato grazie al coraggio dimostrato da chi
mi ha segnalato alcuni sospetti di cui ho prontamente informato le
forze dell’ordine. È un segno di fiducia nei confronti della
serietà delle istituzioni. Da qui le indagini che hanno fatto
emergere la condotta disumana di un imprenditore che pensava di
poter agire indisturbato su questo territorio e poterlo abusare. Non
è così: spero passi il messaggio che la nostra è una comunità di
persone per bene che non tollerano certi comportamenti».
Il
sindaco spiega poi che la volontà espressa dal consiglio di
costituire il Comune parte civile nel processo, qualora se ne
verifichino le condizioni, è un atto dovuto per rispetto degli
ospiti, delle loro famiglie e di una comunità che non può essere
messa in cattiva luce da questi eventi atroci e terribili.
L’ultimo
chiarimento doveroso, secondo il primo cittadino, riguarda il fatto
che la struttura “il Fornello” non era una casa famiglia
(come più volte erroneamente riportato in questi giorni da alcuni
media), per la quale effettivamente le modalità di gestione sono
semplificate e per le quali sono in corso di approvazione
regolamenti più severi, ma una comunità alloggio, per le
quali è già previsto dalla normativa regionale (dgr 564/2000) un
percorso autorizzativo che nei fatti è stato completato dagli enti
preposti nel maggio 2018 con la verifica dei requisiti richiesti per
questo tipo di attività.
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