L’Appennino
può attrarre turisti. I comuni dell’Alta Valle del Savena ci
credono: Loiano, Monghidoro, Monzuno e San Benedetto Val di Sambro
hanno sottoscritto un protocollo di collaborazione. L’obiettivo è
conquistare una parte dei visitatori, italiani e stranieri, che
soggiornano a Bologna
Riceviamo:
A
San Benedetto Val di Sambro è stato presentato e ufficializzato il
“Patto per il crinale” che allea i comuni di Loiano, Monghidoro,
Monzuno e San Benedetto Val di Sambro, insieme alle rispettive Unioni
(Unione dei comuni dell’Appennino bolognese e Unione dei Comuni
Savena Idice), nell'attuare politiche di sviluppo turistico, con la
collaborazione della Destinazione Turistica della Città
metropolitana di Bologna. Al protocollo hanno anche aderito, sul
fronte privato, Confcooperative Bologna, Confcommercio-ASCOM e il
Gruppo di studi Savena Setta Sambro.
Matteo
Lepore ( nella foto), presidente della Destinazione Turistica della Città
metropolitana, ha raccontato i successi in ambito turistico ottenuti
dalla città di Bologna negli ultimi 7 anni, cioè da quando
l’amministrazione comunale ha deciso di investire in questo
settore. La tassa di soggiorno, che all’inizio raccoglieva poche
centinaia di migliaia di euro, adesso mette a disposizione del Comune
7 milioni che in larga parte vengono reinvestiti tramite Bologna
Welcome, società che operativamente si occupa di promuovere il
turismo. Una società che quando è partita aveva 7 dipendenti, oggi
ne ha una sessantina che intervengono con programmi e iniziative per
la promozione di tutta la Città metropolitana.
I
dati infatti attestano che più a lungo soggiorna il turista, più
apprezza la città: ecco allora che per Bologna diventa strategico
allargare la sua offerta, proponendo ai visitatori prodotti che
consentano loro di apprezzare anche i territori fuori dal centro. In
questo senso l’Appennino può avere un ruolo decisivo. Occorre però
tenere presente che il turista non è più il villeggiante degli anni
sessanta, che acquistava una seconda casa in montagna: è una persona
mediamente colta, con una buona capacità di spesa, al quale offrire
il verde, l’ambiente, la cultura dell’Appennino, ma anche
servizi.
In
questo senso gli amministratori presenti hanno confermato che il
campanilismo che per tanti anni è stato un limite della montagna è
superato: occorre fare squadra, condividere programmi, unire
territori al di là di confini comunali ma anche in alcuni casi
regionali: il successo della Via degli dei e della Via della lana e
della seta, i percorsi per camminatori che uniscono Bologna a Firenze
e Prato, ne sono la prova.
Da
un punto di vista operativo il protocollo darà a breve l’avvio di
un tavolo tecnico in cui valutare le risorse a disposizione, le
strategie e le possibilità d’azione. Considerando che il
territorio ha dei limiti, come hanno ricordato alcuni partecipanti,
soprattutto infrastrutturali. L’Appennino non ha l’aeroporto o
l’alta velocità, che tanto ha contribuito al successo di Bologna.
Però anziché farsene un cruccio bisogna pensare a proposte
creative, come quelle di investire sui viaggi organizzati
coinvolgendo privati e cooperative. Come ha ricordato Lanfranco
Massari, vicedirettore di Confcooperative, proprio a San Benedetto è
la nata la cooperativa Foiatonda, che punta sull’attrattività di
Madonna dei Fornelli. L’apporto degli operatori economici privati è
indispensabile, specie poi se collaborano insieme.
I
turisti hanno mostrato di apprezzare gli esperimenti già fatti in
questo campo, come la possibilità di partire in pullman da Bologna
per apprezzare le bellezze dell’Appennino. E se questo succede con
ottimi risultati l’estate, adesso bisogna operare insieme per
ampliare le presenze anche nelle altre stagioni.
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