martedì 20 giugno 2017

La media valle del Reno punta al biodistretto.

L’Unione dell’Appennino bolognese informa:

Il nostro ente ha avviato una serie di incontri con le associazioni di categoria del settore agricolo per individuare un percorso che porti il territorio a candidarsi come biodistretto, cioè un’area in cui la valorizzazione dei prodotti biologici si coniughi indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità.

Si tratterebbe del primo biodistretto dell’Emilia-Romagna, visto che in questo momento in Italia ci sono 13 biodistretti in Campania, Calabria, Lazio, Toscana, Liguria, Lombardia, Piemonte, Marche, Basilicata, Trentino Alto Adige.

Per “biodistretto” si intende un’area che valorizzi l’economia e le tradizioni locali da una parte attraverso la ricerca di mercati locali per i produttori, il riconoscimento del valore dell’agricoltura biologica, l’attivazione di servizi territoriali, dall’altra, la valorizzazione della sicurezza alimentare attraverso la conoscenza dei luoghi di produzione del cibo e dei processi di produzione. Ovviamente un biodistretto ha anche una favorevole ricaduta turistica.
Uno dei primi passaggi obbligati per raggiungere questo obiettivo è quindi favorire la crescita dell’agricoltura biologica. Da questo punto di vista i comuni dell’Unione dell’Appennino partono da una situazione vantaggiosa, visto che già oggi la gran parte dei produttori si è convertita all’agricoltura biologica. Si tratta però di favorire il graduale passaggio al biologico di tutte le aziende del territorio. Tale passaggio non è banale, perché gli investimenti necessari a produrre secondo i canoni dell’agricoltura biologica non sono irrisori e prevedono di introdurre innovazioni nei cicli produttivi, nelle infrastrutture e persino nelle abitudini di agricoltori e allevatori.

Crediamo molto nel biodistretto – commenta il presidente dell’Unione Romano Franchiperché crediamo possa portare diversi vantaggi a un territorio come il nostro. I nostri produttori non possono competere sul mercato attuale sul fronte della quantità, dove ci sono multinazionali che raggiungono facilmente la grande distribuzione. Possono però competere sulla qualità, sulle esigenze di consumatori attenti alla sicurezza alimentare e alla tracciabilità della filiera.”

3 commenti:

Anonimo ha detto...

solite chiacchere.

i parititci facciano pubblicare le notizie sul consuntivo non sul libro dei desideri.

Dante Franchi ha detto...

Bravo Romano.
Senza dubbio un Sindaco capace, ma anche certamente una persona che ama il nostro territorio.
Un territorio che oggi consente questi progetti solo perche faticosamente salvato dai disastrosi inceneritori, dalle trivellazioni petrolifere e da altre sciagure ambientali tentate negli anni recenti dal PD.

santandrea ha detto...

" Dal produttore al consumatore " fino a qualche anno fa questo era lo slogan per indurre la gente a rifornirsi di frutta e verdura dalla piccola produzione a conduzione famigliare. Ora io ho fatto esperienza diretta di un produttore di prodotti orticoli che vendeva come biologici, finchè non ci si è accorti, con enorme raccapriccio, che innaffiava l'orto con l'acqua............ della fossa biologica, ACQUE NERE !!!!!!!!!! Sveglia, gente !!! La grande distribuzione è controllata dai NAS, ma l'umarel con l'orto casalingo no !