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Per trovare dati così brutti bisogna tornare indietro di un secolo, al triennio 1916-18, e in particolare al 1917, con la doppia strage della Grande Guerra da una parte e della pandemia di letale influenza Spagnola dall’altra. Secondo il demografo Gian Carlo Blangiardo, docente all’Università di Milano Bicocca, a fine 2015 sono ben 150mila gli italiani che mancano all’appello rispetto all’anno precedente. Una Cagliari, o una Livorno, che è scomparsa dalla carta geografica. Un collasso demografico sempre più allarmante - il forte calo del 2011 (-1,2 milioni) è infatti solo dovuto alla revisione del censimento - che si deve a quattro motivi: crollo della natalità, aumento della mortalità, drastico calo dell’immigrazione e fuga all’estero dei giovani più qualificati.
Andiamo con ordine. Innanzitutto c’è il crollo delle nascite, che già nel 2014 ci aveva fatto toccare il record negativo della peggior natalità dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. Poi c’è un ancora poco chiaro aumento dei decessi. Ma soprattutto il nostro Paese non riesce più ad attrarre l’immigrazione, nemmeno quella poco qualificata, che pure aveva dato una mano al Paese sia sul fronte natalità che su quello lavoro (e quindi della tenuta del sistema previdenziale). Al contrario, l’Italia assiste impotente a una continua fuga all’estero di giovani qualificati. Nel 2014, lo ricordiamo, era scomparsa dalla carta geografica nazionale un’intera Ancona, o una Piacenza, con i 100mila italiani emigrati oltreconfine (come risulta dai dati dell’Aire, l’Anagrafe italiana dei residenti all’estero).
Ma tra i quattro nodi che stringono il cappio demografico italiano forse il peggiore è proprio quello della fuga di cervelli. Lì assistiamo alla vera Caporetto, per restare alle similitudini statistiche con il 1917. Consideriamo che in media il compimento del percorso scolastico di uno studente italiano costa alle casse pubbliche (cioè a noi tutti) circa 100mila euro. Bene: questo studente, una volta laureato, non trovando soddisfazioni professionali in Italia se ne scappa in Germania, Gran Bretagna o Stati Uniti, e con le sue competenze crea valore in quelle economie (versando in quegli Stati esteri i suoi contributi previdenziali). Ecco che i 100mila euro italiani serviti a formare quel professionista italiano che non trova lavoro nel nostro Paese volano oltreconfine. Forse per sempre.
Anche sul fronte immigrazione non c’è molto da sorridere. Il contributo netto dei movimenti migratori è in drastica caduta, spiega Blangiardo sul sito Neodemos, stimabile in al più 20-30 mila unità per l’intero anno. «Un fenomeno che solo nel recente passato è stato sino a dieci volte più rilevante - continua l’esperto - e che deve il suo ridimensionamento sia alla minore attrattività dell’Italia nel panorama della mobilità internazionale (escludendo doverosamente sbarchi e transiti), sia alla crescente “fuga” di nostri connazionali».
Un capitolo a parte, inquietante, riguarda l’aumento dei decessi.«Obbedendo a logiche inattese e tuttora da approfondire, i decessi hanno subìto una brusca impennata, tale da accreditare l’ipotesi di un altro record: quello della più alta crescita del numero di morti in un anno non perturbato da eventi bellici», spiega ancora il demografo. Dai bilanci demografici mensili forniti dall’Istat si rileva infatti come il totale dei morti in Italia nei primi otto mesi del 2015 sia aumentato di 45mila unità rispetto agli stessi primi otto mesi del 2014. «La cosa non è affatto marginale se si pensa che ciò corrisponde a un aumento dell’11,3% e che, se confermato su base annua, porterebbe a 666mila morti nel 2015 contro i 598mila dello scorso anno», sottolinea il demografo. Che aggiunge: «per trovare un’analoga impennata della mortalità, con ordini di grandezza comparabili, si deve tornare indietro sino al 1943 e, prima ancora, occorre risalire agli anni tra il 1915 e il 1918». Alle due guerre mondiali, insomma. Se confermato, quello del 2015 sarebbe un triste primato in tempo di pace. Ma soprattutto, andrebbe spiegato a fondo.
8 commenti:
Ecco, la solita mistica natalista, crescitista per citrulli.
L'Italia ha una densità di popolazione aberrante e un deficit ecologico di circa 5 volte la biocapacità, siamo in 300 su un autobus da 50 e qualche _iota continua a smenarla con il presunto problema del calo demografico.
Questi giulivi apologeti della crescita demografica quanto vorrebbero che diventassimo, in Italia? 100M? 120M? 200M? 0,5G?
Poi non parliamo dello tsunami migratorio sostenuto in tutti i modi da cattolici e sinistra.
Le guerre (anche quelle mondiali) sono dovute ad eccesso di popolazione rispetto alle risorse disponibili e alle tensioni che si accumulano sempre più fino a diventare conflitti di un certo livello.
Infine la distribuzione delle età e lo squilibrio (troppi maschi giovani senza opportunità) sono un motivo di grandi violenze, come spiegato da Gunnar Heinsohn e altri
o - Popolazione maschile e guerra
o - A Clash of Generations? Youth Bulges and Political Violence
o - Youth bulge
o - ...
Ogni apologia natalista (tramite crescita demografica o migrazioni di massa) è un preparare collassi e catastrofi come insegna la storia.
Ma questi fondamentalisti sono, per natura, contrari a scienza e conoscenza.
abbiamo anche i treni vuoti dal 2004 che viaggiano da bologna a marzabotto.
Raramente sono d’accordo con Cesare Zecca come stavolta, ma chi è questo Enrico Marro? Che interessi difende? Da chi è pagato?
La capacità di popolamento del territorio italiano è di 34 milioni di abitanti, abbiamo superato i 60 milioni di abitanti. Non vi sembrano troppi? Non lamentatevi poi dell’inquinamento, del consumo di suolo e se vi razioneranno l’acqua. Per dare a tutti da bere hanno prosciugato con gli acquedotti tutti i ruscelli, hanno captato tutte le sorgenti, i fiumi in estate sono in sofferenza idrica e gli animali selvatici non sanno più dove andare a bere.
Ma il problema è planetario, non solo italiano, siamo decisamente in troppi, ogni anno il giorno in cui scatta il debito ecologico cioè si esauriscono le risorse rinnovabili di acqua, terra e aria disponibili per quell’anno si anticipa, nel 2014 scattò il 19 agosto quindi da quel giorno a fine 2014 abbiamo vissuto 'a credito' nei confronti delle future generazioni.
Riguardo poi all’aumento dei decessi non serve la sfera di cristallo per capire il perché, i fondi per la spesa sanitaria sono stati drasticamente ridotti, il messaggio dato alla sanità pubblica è stato che mantenere in vita dei vecchi costa troppo, pertanto se sono messi male e costerebbe molto meglio lasciarli morire. Il fatto poi che ci sono politici principalmente di sinistra che preferiscono far morire degli italiani per spendere poi i soldi non spesi a favore dei clandestini e un altro film di cui parleremo in altra occasione.
Il fesso che ce l'ha con i treni c'è sempre.
Anonimo 15:39
Immagino che Marro sia pagato da Il Sole 24 ore, visto che scrive lì.
Come giustamente dice Marro, l'aumento dei decessi è una cosa da chiarire. Esempi:
- l'aumento dei decessi è avvenuto dopo la riduzione della spesa sanitaria o prima?
- qual'era l'età dei deceduti? Se muore più gente, ma più vecchia, mi sembra meglio che ne muoia meno ma più giovane.
> Che interessi difende?
I vertici della piramide sociale verso cui si concentrano risorse e potere hanno interesse ad un aumento assoluto del volume della piramide.
Avete presente le demenziali litanie psicotiche sull'aumento (assoluto) del PIL!?
Si noti che non pochi studi hanno evidenziato come in economie mature l'aumento del PIL è quasi esclusivamente dovuto all'aumento della popolazione.
Il resto della piramide ha (anzi avrebbe, bisogna usare il condizionale, visto il plagio di massa realizzato con e dovuto a questa nefasta combinazione di natalismo religioso, crescitismo economico, progressismo sì global) l'interesse a mantenere o ad aumentarela quota pro-capite di risorse/servizi.
In tutti questi anni nei quali il PIL è stato stabile o in leggera diminuzione, l'aumento orribile della popolazione (ad esempio, nel 2013 popolazione +1.1M, +1.8% in un solo anno!!! dovuta all'invasione migratoria di massa, di fatto ha portato ad una DIMINUZIONE della quota di risorse/servizi pro-capite, come la maggior parte della popolazione ha avuto modo di sperimentare/subire-
Ci sono casi clamorosi, non di paesi baluba/mini, ma di grandi paesi a qualità di vita elevata, come il Giappone, nei quali la popolazione è DIMINUITA sensibilmente ed è diminuita molto di più del PIL assoluto rimasto stabile o in leggera contrazione. In Giappone è aumentata la quota pro-capite di servizi/risorse, a fronte di una DIMINUZIONE assoluta di impronta ecologica e di deficit ecologico => circolo virtuoso.
Si noti che
- la qualità di vita in Giappone è ulteriormente aumentata negli ultimi lustri;
- il Giappone è un paese democratico nei quali paesani e cittadini hanno ancora la sovranità e nel quale l'invasione non è consentita, viene prevenuta e combattuta efficacemente, non come in Europa dove alcune castalie cattolico-comuniste-massoniche hanno progettato lo sfascio culturale, sociale, economico imponendo "accoglienze coercitive" ai territori e ai sudditi di milioni di alloctoni, inibendo ogni possibile contrasto, favorendo in tutti i modi l'invasione (direttive politiche restituzione 800 natanti agli scafisti solo nel 2014), molti dei quali incompatibili, violenti e con volontà egemonica nei confronti delle popolazioni invase.
Infine l'incultura orribile del debito/deficit demagogica e quindi traversale a quasi tutte le forze antipolitiche: R. ha deciso un aumento secco del 10% del deficit, quest'anno, come se non fosse già spaventoso, ultimo strato di un debito ormai non più dicibile se non con il prefisso tera della fisica, PD e Scelta Civica unici partiti che avevano una qualche debole tensione verso il pareggio di bilancio) è allo stesso tempo causa del disastro e, come osservava Massimo Fini, un metodo per dopare ulteriormente il ronzino ormai barcollante per farlo "crescere" ancora un po'.
Si noti infine le mezze verità di questo crescitista che sottolinea l'aumento dei decessi ma evita accuratamente di sottolineare e quanto ho osservato sopra (diminuzione della quota di risorse/servizi pro capite) e che iniziano ad arrivare a fine vita le prime generazioni dello sciagurato boom demografico del secolo scorso.
Deficit ecologico
http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/page/trends/italy/
Relazione tra problema crescita demografica e problema crescita economica
http://ugobardi.blogspot.it/2015/03/la-popolazione-e-il-vero-problema.html
Crescita demografica in Italia
http://demo.istat.it/bil2014/index.html
http://demo.istat.it/bil2013/index.html
...
I problemi della sovrappolazione
http://sovrappopolazione.blogspot.it/
...
C'è anche il fesso e basta del 20 gennaio 2016 18:53
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