La vicenda ha tenuto banco nei bar e nelle case del
paese e ha messo a confronto le opinioni di chi ha accolto favorevolmente la
decisa presa di posizione del premier, come logico comportamento per giungere ai
risultati convenuti, e di chi invece ha marchiato l’accaduto come un vero e proprio strappo con la legittimità della la logica
parlamentare. Il Pd di Sasso Marconi ha fatto di più. Ha indetto una pubblica
assemblea per valutare l’accaduto, alla quale ha partecipato anche l’onorevole
espulsa.
Dai numerosi interventi Renzi è parso uscirne ‘vincitore’.
Evidentemente anche i pidini sono
stanchi dell’immobilismo che ha caratterizzato la gestione pubblica del paese
negli ultimi decenni. Chi è parso deciso, pare aver colto il favore generale o
quasi.
L’incontro si è aperto con l’introduzione del
segretario dell’Unione Comunale Carlo Sinigaglia.
E’ seguito poi l’intervento della Fabbri che, con una accurata analisi ha spiegato
le ragioni dell’accaduto. Ha sostenuto che la legge elettorale deve essere modificata
e che, in sostanza, la commissione non l’ha esaminata per quanto avrebbero
richiesto il suo grande valore e gli
effetti che produrrà per il futuro. Ha detto che le ipotesi di legge giungevano in commissione già
condizionate, se non strettamente vincolate, perché decise dagli accordi fra i partiti di maggioranza. In
definitiva la commissione era tenuta fuori dalla discussione politica.
Sostanzialmente ufficializzava decisioni già prese e basta.
Gli interventi che ne sono seguiti hanno in gran
parte giustificato l’operato di Renzi . “ La proposta non si cambia più,
altrimenti è un putiferio”, è stato ricordato che avrebbe detto il premier per
motivare la sua forte e decisa presa di posizione. “Se da una parte ha sbagliato nel mettere all’indice
chi non era d’accordo, d’altra parte sbaglia anche chi lo vuol far passare da
dittatore” è stato detto. “Si dimentica che il tema è stato trattato nel gruppo
parlamentare PD e i due terzi dei componenti ha accettato la scelta di Renzi. Una
larga maggioranza quindi. Il partito ha perciò dato il suo OK. Il Pd è un
partito che ha una linea di maggioranza che va comunque portata avanti, non è solo uno spazio comune in cui ci si
trova e poi ognuno fa quello che vuole ”, si è detto.
A margine dell’incontro il segretario Sinigaglia ( nella foto) ,
renziano della prima ora e autore del cambiamento in favore di Renzi a Sasso
Marconi, non ha evitato di parlare e ha
dato una sua valutazione dell’accaduto: “Il Pd non vuole più fare alleanze
condizionanti . Questo motiva il consistente premio di maggioranza che la legge
concede al partito che esce vincitore dalle consultazioni elettorali. Ciò permetterà di governare in sicurezza senza i
continui ricatti immobilizzanti degli alleati. Questo vale per la sinistra come
per la destra che ha tutto il tempo per riorganizzarsi e affrontare in modo adeguato le future sfide
elettorali”.
2 commenti:
Sinigaglia sarà ricordato come l'affossato del PD di Sasso. Eletto segretario comunale con meno di 40 voti d'iscritti, su circa 400, Carlo non ha alcuna presa sul partito e tanto meno sull'amministrazione comunale, che fa come vuole. Non che prima fosse diverso ma se questo è il nuovo che avanza prepariamoci al peggio. O al meglio, a seconda dei punti di vista.
ma questa Fabbri si vede solo quando ci sono le elezioni o per giustificare se stessa ai pochi cittadini del mondo di sasso marconi?
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