mercoledì 22 aprile 2015

La Fabbri ha parlato della sua espulsione al PD di Sasso Marconi.


L’onda lunga della presa di posizione di Matteo Renzi, che ha portato alla espulsione di dieci componenti del PD dalla commissione parlamentare incaricata di valutare l’italicum  e alla conseguente sostituzione con altrettanti nuovi membri, si è infranta anche sugli scogli di Sasso Marconi. Fra gli epurati  vi è stata infatti anche l’onorevole di Sasso Marconi Marilena Fabbri ( nella foto).
La vicenda ha tenuto banco nei bar e nelle case del paese e ha messo a confronto le opinioni di chi ha accolto favorevolmente la decisa presa di posizione del premier,  come logico comportamento per giungere ai risultati convenuti, e di chi invece ha marchiato  l’accaduto come un vero e proprio  strappo con la legittimità della la logica parlamentare. Il Pd di Sasso Marconi ha fatto di più. Ha indetto una pubblica assemblea per valutare l’accaduto, alla quale ha partecipato anche l’onorevole espulsa.
Dai numerosi interventi Renzi è parso uscirne ‘vincitore’. Evidentemente anche i pidini  sono stanchi dell’immobilismo che ha caratterizzato la gestione pubblica del paese negli ultimi decenni. Chi è parso deciso, pare aver colto il favore generale o quasi.
L’incontro si è aperto con l’introduzione del segretario dell’Unione Comunale  Carlo Sinigaglia. E’ seguito poi l’intervento della Fabbri che, con una accurata analisi ha spiegato le ragioni dell’accaduto. Ha sostenuto  che la legge elettorale deve essere modificata e che, in sostanza, la commissione non l’ha esaminata per quanto avrebbero richiesto il suo grande valore e  gli effetti che produrrà per il futuro. Ha detto che le ipotesi  di legge giungevano in commissione già condizionate, se non strettamente vincolate, perché decise  dagli accordi fra i partiti di maggioranza. In definitiva la commissione era tenuta fuori dalla discussione politica. Sostanzialmente ufficializzava decisioni già prese e basta.
Gli interventi che ne sono seguiti hanno in gran parte giustificato l’operato di Renzi . “ La proposta non si cambia più, altrimenti è un putiferio”, è stato ricordato che avrebbe detto il premier per motivare la sua forte e decisa presa di posizione. “Se  da una parte ha sbagliato nel mettere all’indice chi non era d’accordo, d’altra parte sbaglia anche chi lo vuol far passare da dittatore” è stato detto. “Si dimentica che il tema è stato trattato nel gruppo parlamentare PD e i due terzi dei componenti ha accettato la scelta di Renzi. Una larga maggioranza quindi. Il partito ha perciò dato il suo OK. Il Pd è un partito che ha una linea di maggioranza che va comunque portata avanti,  non è solo uno spazio comune in cui ci si trova e poi ognuno fa quello che vuole ”, si è detto.
A margine dell’incontro il segretario Sinigaglia ( nella foto) , renziano della prima ora e autore del cambiamento in favore di Renzi a Sasso Marconi,  non ha evitato di parlare e ha dato una sua valutazione dell’accaduto: “Il Pd non vuole più fare alleanze condizionanti . Questo motiva il consistente premio di maggioranza che la legge concede al partito che esce vincitore dalle consultazioni elettorali. Ciò  permetterà di governare in sicurezza senza i continui ricatti immobilizzanti degli alleati. Questo vale per la sinistra come per la destra che ha tutto il tempo per riorganizzarsi  e affrontare in modo adeguato le future sfide elettorali”. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sinigaglia sarà ricordato come l'affossato del PD di Sasso. Eletto segretario comunale con meno di 40 voti d'iscritti, su circa 400, Carlo non ha alcuna presa sul partito e tanto meno sull'amministrazione comunale, che fa come vuole. Non che prima fosse diverso ma se questo è il nuovo che avanza prepariamoci al peggio. O al meglio, a seconda dei punti di vista.

Anonimo ha detto...

ma questa Fabbri si vede solo quando ci sono le elezioni o per giustificare se stessa ai pochi cittadini del mondo di sasso marconi?