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L'onorevole Lenzi |
Sasso Marconi ha celebrato la Festa della Liberazione con l’ormai
consolidato programma che vede protagonisti i giovani quali ‘atleti della
Liberazione’ e la piazza del capoluogo
dove viene concentrata l’attività commemorativa e l’attività per il ‘ricordo’
della Liberazione
Fra le iniziative, la staffetta di lettura, aperta con la lettura di una poesia di Pablo
Neruda dall’assessore alle politiche per
la Pace di Sasso Marconi,Carla Mastrapasqua. L’assessore ha poi passato il testimone ai giovani lettori di
ANPI e del gruppo25aprile, che hanno
letto poesie, scritti e brani sui temi della nostra storia recente.
Quindi è intervenuto il sindaco di Sasso Marconi, Stefano Mazzetti, il quale dal palco ha ricordato che
la Liberazione ha definitivamente sconfitto i nazifascisti, ma non l’idea e i
concetti che li animavano e cioè l’eliminazione e l’emarginazione del diverso e
del più debole, concetto che ancora sopravvive e che va ancora combattuto. Ha
poi ricordato il tributo di sangue che la montagna bolognese ha pagato alla
causa della libertà, donando a noi un privilegio che non va dato per scontato ma
riconquistato ogni giorno.
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La piazza |
Il discorso
ufficiale è stato tenuto dall'onorevole Donata Lenzi, membro della Commissione Affari
Sociali della Camera dei Deputati, che ha ricordato l’apporto delle donne per
la causa della liberazione, sia quali combattenti, sia quali affiancatrici e
collaboratrici dei partigiani. “Impegno attivo e importantissimo che ha contribuito in modo determinante al
successo della guerra contro i tedeschi e i fascisti. Senza le donne probabilmente la
liberazione avrebbe avuto tempi diversi e il loro ruolo di coprotagoniste va
adeguatamente ricordato”, ha sottolineato la Lenzi.
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Il coro AcCanto al Sasso |
Anche don Dario Zanini ha dedicato la giornata alla
commemorazione della Liberazione con la celebrazione di una funzione religiosa,
la Messa delle 18, per tutte le vittime della guerra. Ha ricordato che il 25 aprile del ’45 è stato il
giorno in cui è finita la guerra, ma non quello in cui si è instaurata
definitivamente la pace. “Le uccisioni, spesso di innocenti, sono continuate
anche dopo quella data. Anche per costoro oggi noi preghiamo”, ha detto il
sacerdote. Nel ricordare poi i religiosi uccisi nel periodo bellico ha
raccontato la triste vicenda di un frate carmelitano ucciso a Rasiglio. Finito
fra i rastrellati dopo uno scontro fra
Partigiani e Tedeschi, non fu in grado di seguire il gruppo dei malcapitati perché
infermo in quanto reduce da un intervento chirurgico. I tedeschi per non
doverlo attendere lo uccisero prima ancora di arrivare al luogo ove erano
diretti.
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Il sindaco consegna i diplomi |
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L'arrivo in piazza della staffetta podistica |
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In corteo per raggiungere il monumento ai Caduti |
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Il sindaco ringrazia gli Alpini in congedo per la partecipazione |
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un futuro Alpino |
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