giovedì 25 febbraio 2010
Il Perdono di Pirini
“Ho perdonato i nazisti”. La frase è stata pronunciata dal palco del teatro di Marzabotto dal superstite dell’eccidio di Monte Sole Francesco Pirini in un incontro con gli studenti di Marzabotto, Vergato e Sasso Marconi sul film di Giorgio Diritti ‘L’uomo che verrà’ incentrato per l’appunto sull’eccidio nazi fascista di Monte Sole. Francesco ha poi spiegato: “Ho perdonato perché a settant’anni da quella barbarie, gli eccidi delle popolazioni civili si ripetono e si aggravano e non voglio essere proprio io uno dei fomentatori di odio”. La frase è rimbalzata fra le pareti del teatro di Marzabotto inattesa poiché Pirini aveva appena finito di raccontare le tristissime vicende dell’autunno del ’44 a Cerpiano dove ha perso ben13 congiunti fra cui la madre. “Quando Reder era in prigione e ha chiesto il ‘perdono’ sono stato fra quelli che lo hanno negato. Non riuscivo a perdonare. Poi, suor Benni, anche lei miracolosamente risparmiata dalla morte, mi ha rimproverato di non aver perdonato nonostante la mia fede cristiana. Mi sono poi trovato a raccontare gli eventi di Cerpiano a un tedesco che mi ha chiesto se avevo perdonato. Ho risposto: sì, ho perdonato. Lui è stato il primo a saperlo. Mi ha rifatto la domanda credendo che ci fosse stata una incomprensione. E’ rimasto molto colpito quando ho ripetuto la frase”. Scopo dell’incontro era comunque quello di soddisfare le domande degli alunni, dopo aver visto il film di Diritti, rivolte ai protagonisti delle vicende di monte Sole e agli artefici del film. Oltre a Pirini, erano presenti l’ex staffetta partigiana Franco Fontana, il cosceneggiatore Giovanni Galavotti, il produttore Simone Bachini e le giovanissime comparse Fabio Franchi di Marzabotto e Lorenzo Rubini di Sasso Marconi. Presente anche il sindaco di Marzabotto Romano Franchi. I ragazzi hanno chiesto tra l’altro: cosa vi ha spinto fare un film su Monte Sole? “L’episodio è molto importante non solo perché ricorda ciò che è successo, ma anche perché queste vicende succedono ancora”, ha risposto Galavotti. “La storia di Monte Sole ci ha subito colpito e abbiamo quindi voluto raccontarla anche perché non era mai stata protagonista di un film”. Alle comparse hanno chiesto se era stato bello girare il film: “E’ stata una esperienza magnifica” hanno precisato, “anche se molto pesante”. Poi gli studenti sono entrati nello specifico chiedendo come era stato possibile realizzare la pancia finta della mamma della protagonista ,“Con sostanze in lattice, utilizzando processi di particolare applicazione”. L’ex staffetta partigiana Fontana ha spiegato che il disimpegno partigiano a Monte Sole è stato dovuto all’impossibilità di intervenire per mancanza di armi: “Quella settimana avrebbero dovuto essere paracadutate armi su Monte Sole dagli Alleati. I lanci purtroppo non avvennero e i partigiani erano sostanzialmente disarmati”.
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