domenica 27 dicembre 2020

FINESTRE SULLA FILOSOFIA



di Marco Leoni


PARMENIDE : 

 L’essere in quanto essere non può non essere


( riporto una lezione di Matteo Saudino, fantastico prof. di filosofia )

Oggi vediamo gli attributi dell’essere di Parmenide.



Secondo Parmenide, teorico dell’immutabilità dell’essere, l’archè il principio della realtà, il principio dunque dell’essere è il seguente :

 

l’essere è e non può non essere in quanto è, il non essere non può essere in quanto non è e non può essere.

Questo principio è alla base della logica. Parmenide è il fondatore ed è stato uno dei principali esponenti della logica antica, poi ci sarà Aristotele e dopo di lui gli stoici.

Dire che l’essere è e non può non essere, significa con forza ribadire il Principio di identità: A è uguale ad A, in quanto è A non può che essere uguale ad A, in quanto A non può non essere uguale a sé stesso.

Ad es. questo sigaro è questo sigaro, il portacenere è il portacenere , Marco è Marco, identico a sé stesso. Dunque dire che l’essere è e non può non essere e dire che il non essere non è e non può essere, significa innanzitutto partire dal principio di identità, A uguale ad A, e ribadire con forza e metterlo alla base della realtà dell’essere.

La caratteristica dell’essere, poiché è, è quello di essere, perché ciò che è essere, non può contenere ciò che nega sé stesso, cioè il non essere, e non può l’essenza dell’essere contenere il negativo di sé.

Partendo da questa definizione dell’essere che in quanto essere non può non essere e del non essere che in quanto non essere non può essere,Parmenide ci propone degli attributi, le sue qualità le determinazioni dell’essere . VEDIAMOLE :

Prima di tutto l’essere che è e non può non essere è UNICO .

Perché, e qui procede con la dimostrazione per assurdo: partendo con l’attribuirgli una caratteristica opposta cioè che non è. Perché è unico? l’essere che è e non può non essere, se fosse molteplice sarebbe essere e non essere, ma il non essere non è possibile che sia pertanto l’essere è unico.

Prima dimostrazione per assurdo.

E’ unico perché se fosse molteplice conterrebbe il non essere, ma poiché il non essere non è possibile che sia, esso è UNICO .

Seconda caratteristica, l'essere è INGENERATO E IMPERITURO non muore, perché se morisse passerebbe dall’essere al non essere, ma poiché il non essere non è possibile che sia, l’essere che è e che non può non essere non nasce e non muore altrimenti ci sarebbe un passaggio dal non essere all’essere e dall’essere al non essere. Ciò è impossibile dunque l’essere che è e non può non essere è ETERNO, non nasce e non muore

Il nascere e il morire contengono il passaggio dal non essere all’essere dall’ essere al non essere, passaggio che a partire dalla definizione che l’essere è e non può non essere è impossibile, dunque è ETERNO .


Parmenide sta fondando la
LOGICA e la logica sta alla base dell'Informatica, dunque sta fondando una logica a partire dal verbo essere.

Questa è la domanda che giustamente sempre lo studente o anche l’allievo di Parmenide ha fatto: noi nasciamo e moriamo, allora noi non siamo essere ?

Ma questo è anche il grande problema degli eleatici che elaborano una ontologia sulla filosofia dell’essere che sfocerà in metafisica e andrà al di là della phisis della natura. Saper argomentare, è eterno.

Terzo attributo dell'essere: è IMMUTABILE perché, ragionamento per assurdo, se mutasse passerebbe dalla condizione A alla condizione B, ma se è nella condizione B non è in A e se è in B non è ancora in C e poiché il 'non essere' non è possibile che sia, conclusione è immutabile.

Il non essere non è possibile che sia pertanto l’essere che è e che non può non essere è immutabile, perché se mutasse passerebbe dal non essere all’essere dall’essere al non essere e tutto ciò è impossibile che sia.

Che essere si sta delineando : è UNICO è ETERNO è IMMUTABILE ,

sta delineando il concetto di essere divino, non nel Dio di una religione,

ma l’essere perfetto.

Quarto attributo: è IMMOBILE perché se si muovesse passerebbe dal luogo A al luogo B. Sono seduto, mi muovo sono in piedi, in piedi non sono seduto, seduto non sono in piedi, ma poiché l’essere che è non è possibile che non sia e il non essere è impossibile, pertanto l’essere è immobile perché il movimento contiene un passaggio dall’essere al non essere.

Quinto attributo: è COMPLETO è OMOGENEO perché ?

Perché se non fosse omogeneo sarebbe differenziato, un aspetto non sarebbe un altro, es. voi versate dentro uno yogurt neutro dello sciroppo di ciliegia, sciogliete girate con il cucchiaino lo sciroppo versato dentro lo yogurt bianco e dite che è omogeneo quando non ci sono più delle parti con delle macchie rosse e parti con macchie bianche, vuol dire che si è amalgamato. Quando è amalgamato e omogeneo rimanda all’unico, cioè non è differenziato se non fosse omogeneo se fosse disomogeneo, una parte non sarebbe l’altra ma poiché questo non è possibile che sia, esso è Omogeneo . La disomogeneità implica un passaggio dall’essere al non essere e tutto ciò è impossibile che sia .

Sesto attributo: è FINITO-COMPLETO perché se fosse incompleto, non finito, sarebbe manchevole, ma il manchevole implica il non essere: non sei ancora un adulto vuol dire che ti manca qualcosa, non è completo l’album delle figurine, è manchevole non finito, implica la presenza del non essere. Ma poiché il non essere non è possibile che sia, l’essere che è e che non può non essere non può essere incompleto, non può essere non finito, quindi è finito .

Settimo attributo: è NECESSARIO. La possibilità implica il non essere, perché se è possibile una cosa vuol dire che non è possibile l’altra, ma poiché l’essere è e non può non essere non può che essere necessario cioè essere come deve essere, essere come è non può che essere dunque, dalla definizione, è necessario.


Avete quindi i seguenti attributi
: è UNICO è ETERNO è IMMUTABILE è IMMOBILE è OMOGENEO è FINITO è NECESSARIO e se dovesse avere una forma sarebbe Sferico perché la sfera è la forma geometrica completa non espandibile non completabile.

 

Chiudo, cosa vi ha delineato Parmenide, un essere ontologicamente perfetto, un essere ontologicamente necessario, il problema che abbiamo ora è che questo essere perfetto non è nel mondo, non è l’essere del panta rei di Eraclito, questo essere è una costruzione logico grammaticale, è alla base però della matematica è alla base delle scienze è alla base della moderna informatica, ma l’essere ontologicamente perfetto lo ritroviamo nel ragionamento, non nella realtà della phisis che ci circonda, della natura dell’uomo che nasce che cresce che muore, di un fiore che nasce cresce appassisce e muore. 

L’essere che ha elaborato Parmenide è un essere assoluto che se noi cerchiamo di applicare rigidamente alla realtà andiamo incontro ad un grande problema :

il mondo in cui viviamo non è il mondo dell’essere

                                                            ma è il mondo della apparenza .

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certamente il nostro mondo non è del solo Essere ma è quello del non Essere e dell'apparenza, dove nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto potentemente si trasforma.
Con tutti gli attributi che Parmenide attribuisce all'"Essere " va da se che non si va da nessuna parte.
Il linguaggio informatico è fatto di 1 e di 0. Qual'è l'"Essere"? il numero 1 o il numero 0?
Cosa risponderebbe Parmenide?