domenica 13 agosto 2023

Covid: dopo 18 mesi dall'ultima dose i vaccini proteggono ancora

Studio dell'Università di Bologna


 

A un anno e mezzo dall'ultima somministrazione, i vaccini anti Covid-19 continuano a mostrare un'elevata capacità di protezione contro le forme più gravi della malattia, in particolare negli anziani.

Lo mostrano i risultati di uno studio coordinato dall'Università di Bologna, che ha coinvolto l'intera popolazione della provincia di Pescara, seguita per 18 mesi, al fine di confrontare i dati dei vaccinati con due e tre dosi, analizzare la persistenza della protezione, l'efficacia dei vaccini contro le varianti Omicron e le differenze tra popolazione giovane e anziana.

    Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista Vaccines, con il titolo "Covid-19 Vaccination Effectiveness in the General Population of an Italian Province: Two Years of Follow-Up", è il primo a valutare a due anni di distanza dall'inizio della campagna vaccinale l'efficacia dei vaccini contro il Coronavirus e ha coinvolto anche l'Università di Ferrara e l'Asl di Pescara.
    "I risultati confermano innanzitutto che, anche a distanza di oltre un anno dall'ultima vaccinazione, chi ha ricevuto tre dosi di vaccino ha un rischio di ospedalizzazione o decesso per Covid-19 di circa l'80% inferiore rispetto a chi non è vaccinato - spiega il coordinatore dello studio Lamberto Manzoli, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'Alma Mater - E abbiamo visto che la protezione di coloro che hanno ricevuto tre dosi è significativamente superiore a quella, pur buona, di coloro che hanno ricevuto solo una o due dosi".
    Le differenze più rilevanti sono emerse tra gli anziani: negli over 60 la percentuale di decessi per Covid-19 tra i non vaccinati è stata del 22%, contro il 3% tra coloro che hanno ricevuto tre o più dosi di vaccino. I vaccinati non hanno invece mostrato una protezione significativa contro la semplice infezione da Sars-CoV-2. "Un dato - sottolineano gli studiosi - che va però valutato considerando che le persone vaccinate avevano meno restrizioni in termini di accesso a luoghi pubblici e privati rispetto ai non vaccinati, e quindi una più elevata possibilità di entrare in contatto con il coronavirus".

(Proposto da Dubbio)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Universita' infame, non possono dare alcuna informazione su tali vaccini VIGE IL SEGRETO MILITARE. Università istituzione nemica, il BIO-siero sperimentale è stato inoculato con nessun consenso informato, chi ha firmato per ricevere l'iniezione è stato tradito, nessuno può conoscerne il contenuto, è un segreto, questo è un fatto innegabile, Fabbriani mi censuri, come al solito ma quanto ho scritto è verità

Anonimo ha detto...

Perchè pubblicizzate notizie farlocche seminate per mantenere in libertà i responsabili del crimine covid e non pubblicate la ricerca pubblicata dall'ingegner Domenico Liberati sulla crescita di mortalità sulla popolazione dopo l'inoculazione, in particolare nella fascia di popolazione tra zero e quattordici anni, crescita confermata da: Istat, Euromomo, Eurostat. Bambini di pochi mesi che muoiono di pericarditi, si è passati da 2 pericarditi per milione a più di 20 pericarditi per 100.000 abitanti, tutto confermato nei primi mesi del 2023 chiedetevi perchè. Chiedetevi perchè L'Italia ha smesso di inviare i dati a Istat, Euromomo, Eurostat. Chiedetevi di che cavolo stanno parlando all'Università di bologna (minuscolo dovuto).

Anonimo ha detto...

Noto che c'è ancora qualche mentecatto NoVax in giro... :D

Anonimo ha detto...

Sig Fabbriani..Grazie dall'anonimo 12.10.