Dieci punti chiave e quarantasette azioni concrete per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure in ospedale con impegni che coinvolgono le aziende socio-sanitarie, i cittadini e le istituzioni.
L’AUSL Bologna
informa:
La Carta, diffusa in
occasione della Giornata Mondiale del lavaggio delle mani e realizzata con il
contributo di rappresentanti delle istituzioni, dei professionisti sanitari,
delle società scientifiche, delle associazioni di pazienti, ha già visto
l’adesione di oltre 50 Aziende sanitarie e ospedaliere associate a Fiaso.
Il focus del documento che ne ha ispirato il lavoro è relativo al rischio
infettivo correlato all’assistenza sanitaria e alla diffusione
dell’antimicrobico resistenza: due fenomeni che, per numeri e conseguenze,
possono avere un grave impatto sulla salute dei cittadini e sulla sostenibilità
anche economica dei servizi sanitari. Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS Global
report on infection prevention and control, ogni 100 pazienti ricoverati nelle
strutture ospedaliere, ben 7 nei Paesi ad alto reddito e 15 in quelli a basso e
medio reddito contraggono un’infezione. Uno su dieci va incontro al decesso. Il
70% di queste morti, dice l’Oms, potrebbe essere evitato attraverso una
maggiore prevenzione, formazione del personale per l’implementazione dei
protocolli di sicurezza e una migliore igiene negli ambienti ospedalieri.
L’impegno dell’Azienda USL di Bologna: azioni in rete su tutto il
territorio metropolitano grazie alla prima struttura complessa interaziendale
in Italia dedicata alla “Stewardship antimicrobica”
L’Azienda USL di
Bologna, come prima azienda sanitaria in Italia, ha posto grande attenzione al
tema istituendo una struttura complessa dedicata nello specifico alla
“Stewardship Antimicrobica”, nell’ambito del Dipartimento Interaziendale di
Gestione Integrata del Rischio Infettivo, d’intesa con le Aziende sanitarie
dell’Area metropolitana (AUSL Bologna/IRCCS delle Scienze Neurologiche, AUSL
Imola, IRCCS AOU S.Orsola- Malpighi e IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli) e
l’Alma Mater Studiorum.
Guidata da Fabio
Tumietto, infettivologo dell’Azienda USL di Bologna, essa ha lo scopo di
promuovere l'uso appropriato degli antibiotici - a partire dalla scelta del
farmaco, del dosaggio, della via e della durata della somministrazione - nonché
di controllare e mettere in campo azioni coordinate e condivise sia in ospedale
che sul territorio, per ridurre al minimo le infezioni correlate
all’assistenza. Una sfida importante che richiede la consapevolezza e la
responsabilità di ciascuno: dalle istituzioni, ai professionisti sanitari, ai
cittadini, ai caregiver.
Su questa strada, nel
settembre scorso, l’Azienda USL di Bologna ha promosso la stipula di un Patto
tra istituzioni, ordini professionali e cittadini per una gestione appropriata
e prudente delle terapie antibiotiche. La firma del Patto si è tenuta in
Cappella Farnese presso Palazzo d’Accursio alla presenza della Presidente della
Commissione consiliare Salute e Welfare del Comune di Bologna, dei direttori
generali delle Aziende sanitarie di Bologna e Provincia (Policlinico di
Sant’Orsola IRCCS, Istituto Ortopedico Rizzoli IRCCS, Azienda USL di Imola e
Azienda USL di Bologna), del presidente della Conferenza Territoriale Sociale e
Sanitaria Metropolitana, dell’Assessore alle Politiche per la Salute della
Regione Emilia Romagna, del Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, e dei
presidenti degli Ordini professionali sanitari provinciali (Medici, Medici
Veterinari, Farmacisti, Professioni Infermieristiche, Ostetriche e Professioni
Sanitarie). Attraverso questo documento i diversi stakeholders si sono
impegnati formalmente, ognuno per i propri ruoli e ambiti di competenza, a
migliorare e rinforzare gli elementi di conoscenza legati ad una prescrizione
inappropriata degli antibiotici, auspicando la massima collaborazione da parte
della popolazione che, sensibilizzata ed informata, è senz’altro più disposta
ad attenersi alle raccomandazioni ricevute dai professionisti stessi.
Fare advocacy,
promuovere la formazione dei professionisti, condividere le linee guida frutto
della ricerca svolta in ambito intra ed extra ospedaliero per controllare
insieme la resistenza agli antibiotici sono dunque le tre principali aree di
intervento della recente UOC dell’Azienda USL di Bologna. Questa struttura
interaziendale, contando su un’equipe multidisciplinare e multiprofessionale,
mira a condividere strategie, strumenti e scelte terapeutiche tra tutti i professionisti
sanitari che operano nei presidi ospedalieri, così come sul territorio.
“Un importante nodo di
intervento della nostra attività, infatti - sottolinea Fabio Tumietto,
Direttore dell’UOC interaziendale - risiede proprio nel favorire il dialogo
diretto tra le cure ospedaliere e l’organizzazione territoriale, monitorando
con attenzione la terapia farmacologica fornita alle dimissioni, le modalità di
prosecuzione in altri setting assistenziali (domicilio, CRA, RSA) e le
ulteriori prescrizioni di terapie antimicrobiche ad opera del medico di
Medicina generale”.
L’appropriatezza
prescrittiva, la riduzione di prescrizioni, l’attenzione alla somministrazione,
al tempo di esposizione, nonché all’efficacia terapeutica sono azioni che
possono fare la differenza nella salute dell’intera comunità garantendo la
sicurezza delle terapie, in particolare dei soggetti più fragili.
“Combattere l’antibiotico resistenza è un impegno aziendale ed interaziendale
che mira a promuovere la salute della comunità, con un occhio di riguardo ai
più fragili. È questo il motivo per cui l’Azienda USL di Bologna è sempre
pronta ad allargare la propria rete di collaborazioni, perché solo insieme è
possibile affrontare una sfida così importante che implica costi umani, sociali
ed economici” conclude il Direttore generale dell’Ausl, Paolo Bordon.
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