Di Valentina Cuppi
Vicesindaco di
Marzabotto
assessore alla
Memoria, Rapporti Internazionali e Pace
Marzabotto condanna con forza l’odioso attacco terroristico
avvenuto nella città turca di Suruç e si stringe alle famiglie delle vittime
innocenti, molte delle quali si trovavano a Suruç nell’ambito degli sforzi
di ricostruzione della vicina città curda di Kobane.
L’attentato di lunedì 20 luglio, ha distrutto il Centro
culturale Amara della città di Suruç, al confine tra Turchia e Siria,
provocando almeno 32 morti e quasi un centinaio di feriti – alcuni dei quali in
gravi condizioni. Si è verificato durante una riunione della Federazione delle
associazioni dei giovani socialisti, convocata per organizzare l’arrivo di
aiuti nella città di Kobane, il centro a maggioranza curda in territorio
siriano che nell’ autunno 2014 aveva subito un’offensiva dallo Stato islamico,
poi respinta.
Valentica Cuppi al centro e il sindaco Franchi il primo da sinistra |
Il 27 giugno scorso abbiamo accolto a Marzabotto e a Monte Sole,
insieme alla Scuola di Pace, all’Anpi di Marzabotto e all’Associazione
familiari delle vittime dell’eccidio di Monte Sole, una delegazione di Kobane
città gemella di Suruç. C’erano il co-sindaco Anwar Muslem e Nessrin Abdulla,
comandante dell'Unità di difesa delle donne. È stato un incontro meraviglioso,
durante il quale abbiamo espresso il più pieno supporto alla loro Resistenza, a
chi sta lottando non solo per il proprio paese e per il proprio popolo, ma per
un’idea di convivenza pacifica e democratica che riguarda il mondo intero.
Abbiamo gettato le basi per una collaborazione futura, un sostegno al processo
di ricostruzione di Kobane, riconoscendo le Municipalità Kurde dell’Autonomia
Democratica del Rojava e le Municipalità di Kobane-Siria.
Uccidere ragazzi riuniti per ridare vita e pace ad una realtà
che l’Isis vorrebbe morta è un atto di barbarie di fronte al quale non si può
solamente esprimere cordoglio, ma bisogna agire se vogliamo che la diffusione
della cultura di rispetto, di pace e di autodeterminazione tra i popoli che
l’esperienza unica del Rojava rappresenta.
Il sostegno all’attività che si sta svolgendo a Suruç è
necessario, fondamentale e vitale per chi vi ha trovato rifugio, per chi vuole
difendere la democrazia e per chi sta tentando di opporsi ad intolleranza, odio
e violenza.
Siamo vicini alle popolazioni dei cantoni di Rojava stanno
vivendo e vogliamo portare in tutte le sedi istituzionali
opportune l'istanza dell’autodeterminazione dei popoli del
Rojava.
Speriamo che le iniziative come la nostra si moltiplichino e
chiediamo a tutte le istituzioni di muoversi in tal senso.
Marzabotto, 22.07.2015
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