Marco Palmieri |
Un affezionato
lettore ha inviato questo articolo di Giulia Crivelli
pubblicato da Il Sole 24 Ore.
«Sia a
Firenze sia a Milano ho sentito un entusiasmo tra i buyer e gli operatori in
generale che da molte stagioni non percepivo più. La mia cartina di tornasole
per capire che è davvero cambiato il vento? I clienti sono più interessati ai
prodotti più arditi e rivoluzionari, non vogliono solo quelli classici, che
legano a un sicuro sell-out. Hanno voglia di rischiare, come si dovrebbe sempre
fare, almeno un po’, nella moda».
Marco
Palmieri, fondatore e amministratore delegato di Piquadro, è in partenza per
New York, dove il brand di pelletteria di design inaugura in questi giorni un
negozio in Madison Avenue. «Il network di negozi deve essere sempre più
globale, anche se per un’azienda di medie dimensioni come la nostra vuol dire
fare investimenti importanti – precisa Palmieri –. Ma non c’è un’altra strada,
per far conoscere il marchio in tutto il mondo». Dopo New York verrà Teheran,
città che il fondatore di Piquadro considera «un luogo di grande vitalità,
grazie all’età media della popolazione e al desiderio di cambiamento, persino
nella scelta di come vestirsi e di quali accessori avere. E il made in Italy è
sempre ricercatissimo».
L’apertura
del mercato iraniano è un buon esempio di come l’espansione retail
internazionale porti con sé frutti magari insperati: «Il flagshipstore di
Londra, aperto da pochi mesi, ci ha dato grandissima visibilità con i clienti
dei Paesi asiatici e del Medio Oriente, che magari non conoscevano ancora il
brand. Certo, il nostro scopo è che i negozi vadano a break even in tempi
ragionevoli, ma nei primi mesi li consideriamo un investimento di comunicazione
e una vetrina su Madison Avenue vale forse più di pagine e pagine di pubblicità
comprate sui quotidiani locali a forza di centinaia di migliaia di dollari».
Piquadro è
quotata alla Borsa di Milano e gli ultimi dati bilancio sono appena stati
approvati: nell’esercizio 2014-2015, chiuso il 31 marzo, il fatturato è
cresciuto del 6,6% a 67,21 milioni. Bene inoltre la redditività: l'utile netto
consolidato è arrivato a 4,08 milioni, il 16,2% in più rispetto all’esercizio
13-14.
«È stato un
anno molto equilibrato, sono aumentate le vendite wholesale (64% del fatturato,
ndr) e quelle retail e soprattutto in aprile e maggio la tendenza
positiva si è rafforzata – spiega Palmieri–. Va bene anche l’e-commerce, specie
all’estero. Nel 2015 vorremmo aumentare molto l’export, ancora fermo al 25%, ma
ci conforta la ripresa del mercato italiano, che nell’esercizio 14-15 è
cresciuto dell’11,8%».
Quanto alle
collezioni, Piquadro resta focalizzata sulla pelletteria e in particolare sulle
linee di cartelle, borse, zaini. Puntando sia sui prodotti più classici, sia
sulle innovazioni introdotte da Giancarlo Petriglia, giovane stilista che da
due anni firma le “capsule” più di tendenza del brand. A Milano moda uomo ,
lunedì scorso, sono stati presentati in particolare i nuovi zaini, ispirati
all’iconografia tecnologica dei chip e delle schede madri. «L’85% dei nostri
prodotti sono unisex, ma calcoliamo che le clienti donna siano il 40% –
conclude l’ad di Piquadro –. Come si è visto anche a Pitti, i confini tra
collezioni donna e uomo, persino negli accessori, diventano sempre meno netti».
6 commenti:
CHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE CULOOOOOOOOOOOOO!!!!!! POVERE DONNE CHE CI LAVORANO
viva il successo aziendale, i diritti di chi ci lavora passano in terzo piano.
Scusate,ma se c'è del malcontento nella gestione di questa azienda perchè invece di mugugnare in sordina non salta fuori qualche dipendente e (anche in anonimato)racconta cosa bolle in pentola?Troppe volte si incensano e si santificano degli imprenditori che in realtà non se lo meritano .La parola anche agli operai,non solo ai comunicati stampa.
In effetti sarebbe più bello avere un'azienda in crisi ed in fase di chiusura, così si potrebbero fare dei bei picchetti sindacali davanti al faraonico ecomostro. Vuoi mettere la libidine!
Hai ragione
Li si vede il LAVORATORE
I sindacati(VOMITO)? niente aziende=niente lavoratori=niente tessere=niente sindacati ecco fatto.
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