giovedì 9 ottobre 2025

Rasiglio ricorda i caduti del rastrellamento dell’8 ottobre 1944

 


O Dio forza degli umili e difensore dei deboli, ti ringraziamo per aver dato alla Chiesa ed al Carmelo il dono di padre Mario Ruggeri.
Egli, nell’ora in cui l’odio razziale e l’asprezza totalitaria dei regimi ha oscurato la terra seminando violenza e distruzione, rimase unito al tuo popolo come pastore che non abbandona il suo gregge.
Come il tuo Figlio, Agnello immolato, si lasciò condurre, umile e innocente, condividendo la sorte degli internati, perseguitati e oppressi.
Infine ha versato il suo sangue unendolo al sacrificio della Croce quale seme di speranza per la fraterna convivenza dei popoli.

Ti preghiamo, se ciò rientra nel Tuo Volere, di glorificare in terra il tuo Servo e di concederci, per sua intercessione, la grazia che il mio cuore desidera.

E’ la preghiera che i  Carmelitani hanno dedicato al loro confratello  Padre Mario Ruggeri vittima della barbarie dell’ultimo conflitto mondiale e che è in attesa della consacrazione ufficiale.


L’8 ottobre 1944, a Rasiglio di Sasso Marconi, durante un rastrellamento tedesco contro le basi partigiane della 63ª Brigata Garibaldi “Bolero”, si combatté un duro scontro in cui persero la vita tredici partigiani, per lo più poco più che ventenni: sei di origine russa, sei italiani – tra cui i sassesi Alberto Raimondi e Mauro Emeri – e un medico della Repubblica di Costa Rica.

Nel corso della stessa operazione venne catturato anche padre Mario Ruggeri, trascinato via mentre si preparava a celebrare la messa. Stremato da una marcia forzata sotto la pioggia, il sacerdote fu ucciso con un colpo alla tempia alle pendici di Monte Cervo. Il suo corpo, ritrovato dai parrocchiani, venne sepolto a Tignano il 14 ottobre 1944.



Nel luogo in cui il religioso trovò la morte, Bruno Cevenini fece collocare un cippo commemorativo, davanti al quale ogni anno si tiene una partecipata cerimonia in ricordo delle vittime.

Alla commemorazione di quest’anno hanno preso parte padre Sebastian, carmelitano, segretario provinciale e addetto stampa dell’Ordine, una rappresentanza politica di tutti i Comuni dell’Unione Reno Lavino Samoggia, e la vicesindaca di Sasso Marconi Ilaria Indovini. Nel suo intervento introduttivo, la vicesindaca ha ricordato la figura esemplare del martire, sottolineando come «la libertà e i diritti non siano beni scontati, ma conquiste da preservare, in memoria di chi ha sacrificato la vita per riacquistarli».

La cerimonia si è proseguita con la benedizione del parroco don Edoardo e la deposizione di una corona di alloro ai piedi del cippo.


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