È stata celebrata ieri mattina la cerimonia dell’81° anniversario del sacrificio del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria, immolatosi a Torre di Palidoro (RM) il 23 settembre 1943.
Il sottufficiale, all’epoca dei fatti 23enne, in servizio presso la
Stazione Carabinieri di Torrimpietra, sacrificò la propria giovane vita
accusandosi senza alcuna colpa di un attentato commesso qualche giorno prima
contro l’esercito tedesco, salvando con il suo gesto la vita di 22 civili
innocenti. Il suo atto rimane uno degli episodi più eroici della gloriosa
Storia dell’Arma.
La cerimonia si è articolata in due momenti, dopo la messa officiata nella
Caserma Manara di via dei Bersaglieri 3, alla presenza del Comandante della
Legione Carabinieri Emilia Romagna, Generale di Divisione Massimo Zuccher e
Comandante Provinciale Carabinieri Bologna, Generale di Brigata Ettore Bramato,
è stata deposta una corona di fiori presso il monumento dell’eroe situato nel
Giardino di Viale XII Giugno, nei pressi del palazzo di giustizia. L’opera,
inaugurata il 19 marzo 2007, è stata realizzata dallo scultore bolognese Luigi
Enzo Mattei, autore altresì del
bassorilievo dedicato alla Virgo Fidelis e dell’Armaciotto de’ Ramazzotti,
entrambi collocati all’interno della caserma di via dei Bersaglieri.
Salvo d’Acquisto, Vice brigadiere dei Carabinieri (Napoli, 15 ottobre 1920 - Torre di Palidoro, Roma, 23 settembre 1943) Medaglia d'Oro al V.M. -
Arruolatosi volontario nell'Arma dei Carabinieri il 15 agosto 1939, divenne carabiniere il 15 gennaio 1940. Il 28 ottobre dello stesso anno venne mobilitato con la 608a Sezione Carabinieri e sbarcò a Tripoli il 23 novembre successivo. Tornato in Patria, dal 13 settembre 1942 fu aggregato alla Scuola Centrale Carabinieri di Firenze per frequentarvi il corso accelerato per la promozione a vice brigadiere, grado che conseguì il 15 dicembre successivo. Una settimana dopo venne destinato alla stazione di Torrimpietra, una borgata a 30 km. da Roma.
Il 23 settembre 1943, è scritto nel suo foglio matricolare, venne fucilato dai
tedeschi in località Torre di Palidoro. Tale nuda annotazione va riferita ad
uno degli episodi più eroici offerti da un carabiniere nel corso della storia
dell'Arma.
Dopo l'8 settembre 1943, a seguito dei combattimenti alle porte della Capitale,
un reparto di SS tedesco si era installato nel territorio della Stazione di
Torrimpietra, occupando una caserma abbandonata della Guardia di Finanza e sita
nella "Torre di Palidoro" borgata limitrofa a Torrimpietra. In
tale caserma, la sera del 22 settembre di quello stesso anno, alcuni soldati
tedeschi, rovistando in una cassa abbandonata, provocarono lo scoppio di una
bomba a mano: uno dei militari rimase ucciso ed altri due furono gravemente
feriti. Il fortuito episodio fu interpretato dai tedeschi come un attentato.
Il mattino successivo, il comandante del reparto si diresse alla Stazione di
Torrimpietra per ricercarvi il comandante. Vi trovò, in assenza del maresciallo
titolare della stazione, il vice brigadiere D'Acquisto, al quale chiese
perentoriamente di individuare i responsabili dell'accaduto. Alle
argomentazioni del giovane sottufficiale, che cercò inutilmente di convincerlo
sulla casualità del tragico episodio, l'ufficiale tedesco decise la rappresaglia.
Poco dopo, Torrimpietra fu tutta accerchiata e 22 inermi ed innocenti cittadini
furono rastrellati, caricati su di un autocarro e trasportati ai piedi della
Torre di Palidoro.
Il vice brigadiere Salvo D'Acquisto, consapevole della tragica situazione
incombente sugli ostaggi, ancora una volta affrontò il comandante delle SS per
rinnovare il tentativo di portarlo ad una obiettiva valutazione dei fatti.
Nuovamente al giovane sottufficiale venne richiesto di indicare i responsabili
del presunto attentato, ma la sua risoluta risposta negativa comportò una
irragionevole e spietata reazione. Gli ostaggi vennero obbligati a scavarsi una
fossa comune, chi con le pale portate dagli stessi militari germanici, chi con
le mani. A questo punto, Salvo D'Acquisto si autoaccusò responsabile
dell'attentato e chiese la liberazione degli ostaggi, che ebbe luogo precedendo
di poco l'istante in cui egli offrì il petto alla scarica del plotone
d'esecuzione nazista. Ai piedi della Torre di
Palidoro il ventitreenne vice brigadiere si affiancò così, idealmente, a tutti
coloro che nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione avevano fatto dono di
sé stessi a un ideale di giustizia e di libertà.
Alla Memoria del vice brigadiere Salvo D'Acquisto il Luogotenente Generale del Regno, con Decreto "Motu Proprio" del 25 febbraio 1945, conferì la Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
"Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste, insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pur essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile d'un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così, da solo, impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell'Arma".
Non pochi comuni italiani hanno dedicato al suo nome strade o piazze, così come sono a lui intitolate numerose caserme dell'Arma nel cui culto era cresciuto Salvo D'Acquisto, nipote per parte materna di tre persone che avevano in essa militato.
Il 23 settembre 1983, 40° anniversario della morte di Salvo D'Acquisto,
l'Ordinario Militare mons. Gaetano Bonicelli, nella omelia celebrativa del suo
sacrificio, ebbe a dire tra l'altro:
"Salvo D'Acquisto ha fatto il suo dovere in grado eroico, ben oltre
quello che il regolamento gli chiedeva.
Ma perché lo ha fatto- Forse, in quel momento tragico, gli sono risuonate nel
cuore le parole di Cristo. "non c'è amore più grande che dare la vita per
chi si ama". Ma anche se la memoria del testo evangelico non l'ha aiutato,
la forte educazione cristiana ricevuta in famiglia e nella scuola gli ha fatto
cogliere l'essenziale del Vangelo che non è declamazione di parole, pur belle e
sublimi, ma testimonianza di vita.
Da tempo, e da ogni parte d'Italia, sono giunti al Santo Padre, al Comando dei
Carabinieri e a me come Vescovo militare, documenti e petizioni perché a Salvo
D'Acquisto venga riconosciuto questo titolo di suprema nobiltà che è la
santità. Dopo matura riflessione, dopo aver invocata la luce dello Spirito
Santo, dopo aver consultato esperti e testimoni, nella mia qualità di
responsabile primo della nostra Chiesa, ho la gioia di dichiarare che, secondo
le forme previste dalla disciplina della Chiesa, intendo avviare la causa di
canonizzazione del vice brigadiere Salvo D'Acquisto".
Il 4 novembre 1983, nella sede dell'Ordinariato Militare, è stato
insediato il Tribunale ecclesiastico chiamato a decidere
nella causa di canonizzazione del vice brigadiere dei Carabinieri Salvo
D'Acquisto.
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