Il 2 dicembre a Gaggio Montano inaugurazione dell'installazione "C'è un faro in montagna": quattro ambienti espositivi che, attraverso fotografie, video, audio e ricostruzioni installative, racconteranno i risultati dell’inchiesta sociale sull’Appennino bolognese a due anni dalla vicenda SaGa Coffee. Venerdì 15 dicembre a Palazzo d'Accursio convegno di approfondimento sulla lettura della ricerca sociologica svolta nel territorio con testimonianze e riflessioni da parte di istituzioni e sindacati.
di Martina Mari
Sarà inaugurata sabato 2 dicembre 2023, nella struttura del Centro Convegni Alto Reno “ex- Cottolengo” di Gaggio Montano, l’installazione multimediale “C’è un faro in montagna”: quattro ambienti espositivi che, attraverso fotografie, video, audio e ricostruzioni installative, racconteranno i risultati dell’inchiesta sociale sull’Appennino bolognese a due anni dalla vicenda Saga Coffee.
L’appuntamento sarà l’occasione per restituire i risultati della prima Inchiesta Sociale promossa dal Comune di Bologna insieme alla Città metropolitana di Bologna, messa in campo con la specifica delega affidata ad Erika Capasso e realizzata dalla Fondazione Innovazione Urbana in collaborazione con Fiom-Cgil e Fim-Cisl.
Seguirà un convegno di approfondimento su quanto emerso dall'Inchiesta Sociale e sulle prospettive future per il territorio dell’Appenino venerdì 15 dicembre alle ore 10.30, presso la Sala Tassinari di Palazzo d’Accursio a Bologna.
“Fino al 2021 non esisteva in Italia una delega dedicata all'Inchiesta Sociale.
Da allora, con l’amministrazione Lepore, abbiamo creduto giusto, senza sapere
esattamente dove ci avrebbe portato, istituire una delega che si situasse
esattamente lì dove le cose sono complesse e contraddittorie, per far luce e
conoscere in profondità le ferite del nostro territorio e di farlo attraverso
strumenti e pratiche che fossero nuove e inusuali per un’amministrazione
pubblica. La delega all’Inchiesta Sociale ci ha permesso con un intreccio di
linguaggi politici, sociologici e artistici di essere al fianco delle
lavoratrici e del territorio oltre i 100 giorni di presidio, di incontrare
istituzioni locali, cittadini e cittadine, studenti e studentesse, chiedendoci
collettivamente cosa abbia significato, cosa ne rimane e cosa può dare al
futuro del territorio l’esperienza della SaGa Coffee, che ricordiamo essere
prima di tutto, e lo vedremo dall’installazione multimediale, una storia
femminile, una storia di lavoratrici, di mogli, figlie, madri, sorelle
dell’Appennino. Una storia che ci mostra quanto sulle spalle di queste donne si
stratifichino le fratture più profonde ed urgenti: quelle di genere, di classe,
sociale e ambientale. In quei 100 giorni di presidio è esplosa una spontanea
pratica di cura collettiva intersezionale la cui preziosità va custodita e
indagata perché non venga dimenticata e possa continuare a trovare spazio per
essere forza motrice per il territorio”, dichiara la delegata all’Inchiesta
Sociale e presidente di Fondazione Innovazione Urbana Erika Capasso.
Tra gli obiettivi dell’inchiesta c’è quello di
promuovere una conoscenza diffusa e partecipata di importanti esperienze come
quella della vertenza ex-Saga Coffee, che hanno rappresentato un vero e proprio
esercizio di democrazia e che potrebbero influenzare future dinamiche in
termini positivi di sviluppo e capitale sociale di un territorio che vive sulla
propria pelle gli effetti delle molteplici crisi in corso, da quella climatica
a quella industriale.
Il progetto, avviato a novembre 2022, è stato
sviluppato da Chiara Faini, Umberto Mezzacapo, Margherita Caprilli e Flavia
Tommasini per la Fondazione Innovazione Urbana con la collaborazione di Lorenzo
Zamponi, ricercatore per l'Università Sant’Anna di Pisa. L'inchiesta è stata
svolta secondo due diverse modalità: una di tipo qualitativo, mediante incontri
individuali e collettivi con comunità, portatori d’interesse, istituzioni e
stakeholder; l'altra di tipo quantitativo, attraverso la diffusione di un questionario
rivolto alla cittadinanza, a gruppi formali e informali estesi, a lavoratrici e
lavoratori impiegati nel territorio. Queste attività sono state affiancate da
un’osservazione partecipante della comunità e del territorio tramite l’utilizzo
di linguaggi fotografici, video e audio.
L’installazione multimediale è costruita come un dispositivo di restituzione, dialogo e ascolto che unisce ai diversi linguaggi visivi e sonori la parte d’inchiesta sociologico-antropologica portata avanti dal team di ricercatori.
L’installazione nel complesso Centro Convegni
Alto Reno “ex-Cottolengo” di Gaggio Montano
L’installazione prevede al centro degli ambienti,
nello spazio esterno del Centro Convegni Alto Reno “ex- Cottolengo” di Gaggio
Montano, una ricostruzione simbolica del presidio delle lavoratrici e
lavoratori Saga attraverso materiali di archivio, fotografie, articoli di
giornale e oggetti, come striscioni e bandiere, che hanno contraddistinto
quell’esperienza. Il presidio rievocato, tra memoria e ricordo vivo, diviene
passaggio obbligato per accedere ad altri tre ambienti espositivi.
Il primo, situato nella sala adiacente al Museo, è
dedicato alle persone, alle donne ritratte con l’installazione di foto su
grandi dimensioni di alcune lavoratrici ed ex-lavoratrici Saga. Il racconto
biografico avviene con l’ascolto di alcune registrazioni audio delle voci delle
protagoniste, che restituiscono, in un racconto singolare ma al tempo stesso
plurale, alcuni spaccati di vita femminile in Appennino. La prospettiva è
quella delle donne, delle lavoratrici, delle madri, delle giovani che sono
state il cuore della mobilitazione. Il secondo ambiente, ricavato nella Sala
Conferenze al primo piano del complesso, si concentra sull’osservazione del
territorio mettendo in rilievo le contraddizioni visibili tra antropizzazione,
industrializzazione e ambiente, con un focus sul tema delle infrastrutture e i
collegamenti spaziali. Uno spazio immersivo dove la riproduzione di suoni
ambientali raccolti tra Silla e Gaggio Montano, accompagnano la visione di
riprese aeree su grande formato del paesaggio e video su piccolo formato del percorso
automobilistico sulla Porrettana che collega l'Appennino a Bologna ripreso da
una “camera car”.
Il terzo ambiente - posto al piano terra nella Sala
Polivalente - è quello più descrittivo e denso di narrazioni. Scatti
fotografici e frammenti di testi e numeri emersi dalla ricerca empirica
qualitativa e quantitativa svolta dalla Fondazione per l’innovazione Urbana e
Lorenzo Zamponi, sociologo dell’Università Sant’Anna di Pisa, danno una
restituzione più corposa dei nodi che hanno attraversato il lavoro
dell'inchiesta sociale. Vi si intrecciano persone, territorio, comunità, corpi
intermedi, istituzioni, eventi cittadini, vita quotidiana, memorie e pensieri
che punteggiano criticità e, fragilità ma anche sguardi su futuri positivi, in
un continuo interrogarsi sulle contraddizioni di un territorio e sul suo
possibile sviluppo.
L’evento inaugurale del 2 dicembre alle ore 16 sarà
anche l’occasione per approfondire i risultati della ricerca e iniziare un
confronto con la cittadinanza, gli attori sociali e istituzionali.
L’installazione sarà visitabile dal 2 dicembre 2023
al 28 gennaio 2024, i sabati e le domeniche dalle 15 alle 19.
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