Mons. Manzoni con il sindaco Argentieri |
Roberto Giusti informa:
Si è tenuta sabato
scorso, 11 novembre, l'ultima
toccante e partecipata Celebrazione religiosa di Monsignor Silvano
Manzoni nella parrocchia di Vergato.
L’amministrazione
comunale ringrazia sentitamente Don Silvano per il lavoro di questi 19 anni,
svolto sempre con grande fede, dedizione, impegno e spirito di servizio nei
confronti dell'intera comunità.
La targa consegnata per l'occasione |
Francesco Indello ha intervistato monsignor
Manzoni:
L’intervista a Monsignor Silvano Manzoni offre uno
sguardo affascinante sulla sua vocazione sacerdotale e sulle sue esperienze
iniziali come sacerdote. Il giovane Silvano, proveniente da una famiglia di
agricoltori, ha avuto un inizio insolito nella sua chiamata al sacerdozio. Suo
padre gli suggerì di diventare prete per vivere una vita più comoda e al riparo
dall’ardore del lavoro nei campi, ma il giovane Silvano originariamente
respinse l’idea.
Tuttavia, la sua strada verso il sacerdozio iniziò
quando un amico gli disse che stava per entrare in seminario Il giovane Silvano
decise di seguirlo, e questo fu l’inizio del suo percorso spirituale. Passò un
anno a prepararsi per l’ammissione al seminario e superò gli esami di
ammissione. Nonostante le difficoltà iniziali, il giovane Silvano aveva una
chiara convinzione che il servizio al Signore fosse la sua vocazione, e iniziò
il suo cammino verso il sacerdozio.
Don Silvano ha anche condiviso dettagli sul suo
primo incarico come cappellano al Pilastro di Bologna, una zona urbana molto
diversa dalla campagna in cui era cresciuto. Inizialmente, si sentì intimidito
dai grandi palazzi e dall’idea di dover conoscere molte persone nuove.
Tuttavia, grazie al sostegno degli arcivescovi e alla sua determinazione, si
adattò bene a questa nuova realtà.
Il periodo trascorso nel Pilastro di Bologna negli
anni ’70 fu un’esperienza significativa per Monsignor Manzoni. Collaborando con
altri parroci, creò un’efficace pastorale comune e si impegnò attivamente nella
comunità. Anche se la parrocchia aveva molte sfide, apprezzò la presenza dei
giovani, alcuni dei quali aveva conosciuto a scuola durante l’ora di religione.
Organizzò attività per i giovani, tra cui doposcuola e vacanze al mare, anche
se dovevano raccogliere materiali riciclabili per sostenersi finanziariamente.
Don Silvano riflette anche sull’educazione dei
ragazzi, ricordando che non ha mai subito violenze o affronti, ma che a volte
ha dovuto applicare una disciplina rigorosa, seguendo il principio di suo
padre: ‘Te lo dico due volte; alla terza, sai cosa succede.’ Questo dimostra la
sua dedizione a guidare e sostenere la gioventù nella sua comunità.
Don Silvano ci tiene a dire che quando ci
incontrammo con il vescovo, dissi all’Arcivescovo: ‘Quando Bologna aprirà una
missione propria, sono disponibile ad andare’. Avevo maturato l’idea di questa
missione, e così rimasi in Tanzania per circa 11 anni, dagli anni ’80 agli anni
’90. Fu un periodo molto particolare, e ci sarebbero molte cose da dire
Nel 1991, Don Silvano racconta di essere stato a
Riola fino al 2004. Inizialmente sembrava che dovessero essere emessi due o tre
sacerdoti, ma non arrivarono altri, e rimase per 13 anni. Tuttavia, ricorda con
nostalgia di essersi trovato molto bene a Riola: la gente era molto
collaborativa e mia mamma in quel periodo era con me e lo aiutava,
preparandogli anche un piatto di minestra.
Successivamente, fu trasferito da Riola a Vergato,
su richiesta del Vescovo. Pur conoscendo le difficoltà legate alla dimensione
più grande della parrocchia e ad altre problematiche come la scuola e il
cinema, accettando l’incarico. Questo trasferimento è avvenuto nel 2004, e sono
passati altri 19 anni da allora a Vergato. Monsignor Manzoni racconta che
spesso gli viene chiesto se andrà in pensione, e lui risponde: “Non vado in
pensione.” È giusto che ci sia un cambiamento, sia per me che per la comunità
vergatese. Anche se in tutti questi anni si sono creati forti legami di stima,
conoscenza e amicizia, sento che le forze non sono più le stesse di un tempo,
perché qui si richiede un impegno che adesso farei fatica a mantenere.
Sono estremamente felice per la nomina del sacerdote
Don Franco Lodi, che ha anche trascorso del tempo in Africa. Ho notato che è
una persona semplice e determinata. Parlando dei giovani, sono felice di averli
incoraggiati ad interessarsi agli affari del paese, compresa la politica.
Attualmente, alcuni giovani sono coinvolti nell’Amministrazione di Vergato, e
sono entusiasta del loro crescente impegno per il bene della comunità. Un altro
aspetto rilevante riguarda il Cinema, che coinvolge circa 25/27 volontari, sia
giovani che meno giovani, che lavorano volontariamente in questa importante
iniziativa.
Il mio percorso di crescita personale mi ha portato
a scegliere il sacerdozio nel corso degli anni, con un contesto significativo
nel periodo del Concilio Vaticano II. La Chiesa di Bologna, in particolare
sotto la guida del cardinale Lercaro, ha svolto un ruolo di grande importanza
nella mia formazione, ed ho sempre nutrito un profondo rispetto per lui.
Abbiamo sempre attribuito un’importanza fondamentale a una liturgia dignitosa,
con una partecipazione attiva dei bambini nel canto. Inoltre, ho introdotto la
preghiera liturgica come parte integrante delle nostre celebrazioni, insieme a
un profondo amore per la Sacra Bibbia.
Va detto che nel corso degli anni, abbiamo letto la
Bibbia almeno tre volte, presentando vari passaggi e brani della Scrittura al
fine di completare la lettura in un anno. Per quanto riguarda la liturgia,
abbiamo fatto una scelta importante unendo il catechismo alla Messa per
sottolineare l’importanza dell’approccio alla celebrazione e della comprensione
della fede. Vorrei sottolineare che siamo molto attenti alla carità. Abbiamo la
fortuna di poter contare su numerosi volontari che si dedicano
appassionatamente ad aiutare le famiglie, fornendo cibo, abiti e assistenza
finanziaria, non solo nella nostra parrocchia ma anche in altre parrocchie,
grazie al sostegno della diocesi.
Dopo aver posto molte domande a Monsignor Manzoni,
al quale rivolgo un sentito ringraziamento per la sua disponibilità, gli ho
rivolto l’ultima domanda: “Come si sente oggi?” con un sorriso. La sua risposta
è stata: “Beh, insomma, è chiaro che quando mi dicono che lei se ne va, a me
dispiace. Anche per me, insomma, non sono immune da questo passaggio di
testimone. Capisco che in 19 anni si siano create connessioni con le famiglie,
le persone e le loro storie, e non è una cosa semplice e indolore per me.
Tuttavia, ribadisco che è necessario sia per me che per la gente. Ci farà bene.
Nell’intervista, Monsignor Manzoni ringrazia il
Signore per tutto ciò che ha avuto fino a questo momento, esprimendo la sua
gratitudine per il dono del sacerdozio e per tutte le comunità in cui si è
trovato bene.
Grazie per tutto quello che ha fatto per la Comunità
di Vergato.
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