Le piogge hanno cambiato a tratti persino l’orografia con il crollo di strade che hanno impedito a molte aziende agricole di coltivare i terreni o raccogliere ciò che era giunto a maturazione.
Il capogruppo di Rete Civica in Regione scrive:
Le alluvioni di maggio non hanno solo devastato il territorio emiliano romagnolo, azzerando coltivazioni e colture e mettendo in ginocchio l’agricoltura. C’è un danno indiretto e subdolo: il crollo di strade e colline e la viabilità disastrata hanno impedito a molte aziende di coltivare i terreni o di raccogliere ciò che era giunto a maturazione.
Mastacchi, capogruppo di Rete Civica , chiede quindi la Regione si i attivi affinché l’indennizzo sia vincolato all’aver subito effettivamente il danno catastrofale. Chiede inoltre che la presentazione delle domande di indennizzo non sia automatica ma sia aperta anche ai soggetti che, se pur attualmente non figurino all’interno delle aree di riferimento, possano dimostrare l’effettivo danno subito, anche se questo potrà comportare un leggero ritardo nell’erogazione dei contributi.
Mastacchi supporta la sua richiesta ricordando:
Nell’agosto scorso l’assessore all'agricoltura della Regione. incontrando associazioni agricole, imprenditori e Consorzi di bonifica, aveva dichiarato che la Regione stava lavorando per fare sì che il nuovo strumento di ristoro Agricat potesse risarcire fino al 100% dei danni, compresi quelli provocati dalle frane. Impegno ribadito in presenza del Commissario quando dichiarò di voler inserire, tra i ristori dei danni, anche quelli indiretti, in virtù anche del fatto che il Ministero ha sempre affermato che i rimborsi sarebbero stati totali.
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