martedì 25 ottobre 2016

Cessione Saeco vending. "Philips faccia chiarezza sul futuro produttivo dell'Appennino".

Così il monito della Regione, preoccupata per la decisione della multinazionale di cedere il ramo d'azienda, dopo l'uscita di 243 lavoratori dallo stabilimento di Gaggio




È ora che Philips "scopra le carte" e faccia chiarezza sul suo futuro produttivo sull'Appennino bolognese. Il monito arriva dalla Regione Emilia-Romagna, preoccupata per la decisione della multinazionale olandese di cedere il ramo d'azienda Saeco vending, dopo la chiusura nel febbraio scorso della lunga vertenza che ha portato all'uscita di 243 lavoratori dallo stabilimento di Gaggio. Il primo faccia a faccia è atteso per venerdì prossimo, al tavolo di monitoraggio convocato dal ministero dello Sviluppo economico.
La cessione di Saeco vending è avvenuta "in piena autonomia e lo abbiamo imparato nei tempi e nei modi con cui sono stati informati gli altri soggetti- sottolinea l'assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi- è un ramo d'azienda separato, lo sappiamo bene, ma necessita comunque un chiarimento sostanziale e non di facciata rispetto agli impegni presi, perchè il sacrificio fatto dai lavoratori e le ricadute sul territorio meritano risposte chiare".
Risposte che "pretenderemo al tavolo coi sindacati e il ministero- assicura Costi- noi non possiamo certo obbligare le imprese, ma è necessario scoprire tutte le carte ed essere molto chiari sulle prospettive" della Philips sull'Appennino bolognese. L'assessore così questa mattina in Assemblea legislativa all''interrogazione presentata dal capogruppo di Sel, Igor Taruffi, che sottolinea la "preoccupazione molto alta" dei lavoratori e del territorio per la cessione di Saeco vending, che occupa circa 300 persone.
n'operazione che Taruffi giudica come un "segno preoccupante di disimpegno della Philips, a fronte di un accordo che prevede nuovi investimenti" per arrivare a produrre circa 100.000 pezzi all''anno. Un piano di rilancio che pero'' "tarda ad arrivare", critica il capogruppo di Sel, rendendo la situazione "molto incerta" in un territorio che oltre alla Saeco vede anche le crisi di aziende come Demm e Stampi Group. Insomma, “una situazione che definire difficile e'' un eufemismo", attacca Taruffi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Taruffi come tutti i superpagati assessori regionali dovrebbe vergognarsi tutte le volte che riceve lo stipendio, dovrebbe dimettersi e chiedere lo scioglimento dell'istituzione Regione E.M., poi iniziare la trafila per chiedere lavoro ai caporali che gestiscono il lavoro in Emilia Romagna facendo la fila come tutte le persone non garantite da CONOSCENTI.

Anonimo ha detto...

I lavoratori giudicano preoccupante che a rappresentare le loro giuste istanze, sia Taruffi che il lavoro non lo può perdere e la pensione gli sarà assicurata.