giovedì 5 maggio 2016

La Enews 425 di Matteo











1) La festa del lavoro.
Può festeggiare la festa del lavoro chi ha un lavoro. Perché i disoccupati - come è ovvio - non festeggiano un bel niente. Da quando siamo al Governo ci sono 398 mila posti di lavoro in più (di cui 354 mila sono a tempo indeterminato innanzitutto grazie al JobsAct). Ci sono anche 373 mila disoccupati in meno. Non sono cifre: sono persone in carne e ossa.
Tuttavia, non basta: guai a chi si accontenta. Il JobsAct è solo l'inizio.
Ecco perché abbiamo voluto celebrare il primo maggio in due modi.
Prima accogliendo a Palazzo Chigi cinque lavoratori di Eurallumina, azienda del Sulcis che speriamo di far ripartire al più presto.
Poi convocando un CIPE per sbloccare 2,5 miliardi di euro sulla ricerca e un miliardo sulla cultura. Qui trovate l'elenco degli investimenti in cultura, dal Porto Vecchio di Trieste fino alle Isole Tremiti, da Brera agli Uffizi, dalla cittadella d'Alessandria fino ai grandi investimenti in Campania (Pompei, Capodimonte, l'Archeologico di Napoli, la Reggia di Caserta).
I politici italiani sono stati a lungo campioni mondiali di vittimismo: non abbiamo soldi, non possiamo far niente, non cambierà mai. Adesso i soldi ci sono e gli alibi sono finiti. Al lavoro, per favore. Lo dobbiamo a chi un lavoro non ha, per creare speranze e opportunità. E lo dobbiamo a tutti gli italiani che vogliono riscoprire il senso delle parole orgoglio e appartenenza. Vi avevo promesso che avremmo rimesso la cultura e la ricerca al centro del futuro italiano. Lo stiamo facendo. E lo facciamo perché è utile e giusto. Ci sono luoghi che a vostro giudizio non sono stati valorizzati come avrebbero meritato? La mia email è
matteo@governo.it
2) Diecimila comitati
L'agenda prevedeva un lunedì fiorentino perché a Palazzo Vecchio arrivava il primo ministro giapponese Abe con la sua delegazione. Dopo aver accompagnato a scuola mio figlio, ne ho approfittato per incontrare per un'ora un po' di amici fiorentini al Teatro Niccolini, appena riaperto. Ho parlato di tutto e soprattutto di referendum. Ho spiegato che sicuramente la campagna elettorale si vince in tv e con i mezzi di comunicazione di massa. Ma che il referendum costituzionale di ottobre non si vince solo con la tv: occorre uno sforzo personale, diretto, tenace di tutti quelli che ci hanno portato fin qui. Per questo ho detto alla mia gente che fino alla fine noi non molleremo di un centimetro, che saremo in prima fila per cambiare, che non ci risparmieremo muovendoci da nord a sud. Ma stavolta siamo ad avere bisogno di voi. Da soli possiamo vincere, ma io voglio convincere e soprattutto coinvolgere gli italiani.
Per anni si è detto che non aveva senso il ping pong istituzionale tra Camera e Senato. A ottobre basta un sì per cancellarlo.
Per anni si è detto che i parlamentari sono troppi. A ottobre basta un sì per ridurli del 33%.
Per anni si è detto che i consiglieri regionali erano strapagati. A ottobre basta un sì per portarli a stipendi civili.
Per anni si è detto che le Regioni avevano troppi poteri confusi. A ottobre basta un sì per fare chiarezza.
Per anni si è detto che bisognava semplificare il procedimento legislativo, eliminare la doppia fiducia, abolire gli enti inutili come il Cnel. A ottobre basta un sì per chiudere definitivamente queste partite.
Dunque, nel merito le ragioni del sì sono fortissime. Ma più in generale - come ho cercato di dimostrare al Niccolini - c'è qualcosa di ancora più grande: c'è un'Italia che non si ferma alla rassegnazione, al pessimismo, alla lamentela. C'è un'Italia che dice sì al futuro. Che dice sì al cambiamento. Che dice sì all'ottimismo e al coraggio. Questa Italia, l'Italia che dice sì, è l'Italia che ci porterà a vincere il referendum costituzionale. Vi chiedo una mano. Nei prossimi giorni presenteremo le modalità operative: chiunque potrà contribuire, fondando un comitato, con un minimo di 5-10 persone e un massimo 50. Non vogliamo i supercomitati numerosi, ma una diffusione capillare: in ogni azienda, in ogni realtà sportiva, in ogni comune, in ogni scuola. Che dite, ci aiutate in questa sfida?
matteo@governo.it
3) Mezzogiorno di fuoco
Negli ultimi giorni siamo stati spesso al Sud. E abbiamo:
- inaugurato il museo nazionale archeologico di Reggio Calabria, la casa dei Bronzi di Riace: cinque piani di bellezza e di riscatto per Reggio;
- firmato cinque patti per il mezzogiorno, da Reggio alla Calabria, da Catania a Palermo, fino alla Basilicata. Impegni concreti, tempi certi. Una rivoluzione di metodo, innanzitutto, per non sprecare mai più un centesimo di fondi europei;
- riaperto una delle strade siciliane danneggiate lo scorso anno dall'incuria e dalla manutenzione. Abbiamo messo oltre 800 milioni sulle manutenzioni, indicando chiaramente questa come la priorità;
- stanziato i primi 28 milioni per Matera capitale europea della cultura 2019. Questa terra bella e orgogliosa avrà la responsabilità nei prossimi anni di aiutare il vecchio continente a scrivere una pagina nuova di identità e futuro. Ma per farlo ha la necessità che non si perda neanche un giorno nel programma ambizioso che è stato alla base della candidatura. E anche - diciamolo - di avere finalmente quel minimo infrastrutturale che porti ad avere un collegamento ferroviario degno di questo nome alla città e strade meno impervie. Un anno fa si diceva che il Sud fosse scomparso dall'azione di Governo. Le iniziative di questo periodo - unite al credito di imposta - stanno dimostrando che non è così: se riparte il Mezzogiorno, riparte l'Italia.
Agenda
  • domani 4 maggio #matteorisponde dalle 18 alle 19;
  • giovedì 5 maggio, a Palazzo Chigi presentazione della nuova Giulia;
  • giovedì e venerdì intense giornate di riflessione sull'Europa con la presenza in Italia dei principali leader europei, da Juncker alla Merkel, da Tusk a Schulz e la consegna del premio Carlo Magno a Papa Francesco. Intendo cogliere questa opportunità per rilanciare con forza le proposte italiane sulla immigrazione e sulla crescita. Per tornare forte e autorevole, l'Europa deve cambiare radicalmente la politica economica e la strategia con l'Africa. Noi ci siamo, pronti a fare la nostra parte.
Nel frattempo festeggiamo la straordinaria notizia che arriva dall'Aja: il tribunale internazionale ha decretato che il nostro marò Salvatore Girone potrà attendere la sentenza in Italia. È un passaggio di grande importanza, che dimostra come sia stata corretta la strategia del nostro governo dopo gli errori evidenti dei momenti iniziali di questa triste vicenda. Adesso lavoriamo tutti insieme per ristabilire ottimi rapporti di amicizia e collaborazione con il popolo e il governo indiano.
Pensierino della sera. Ci sono dei momenti in cui le favole semplicemente accadono. Nella storia del calcio inglese resterà per sempre l'avventura incredibile del piccolo Leicester, che sotto la guida di un italiano per bene e serio, Claudio Ranieri, ha vinto il campionato contro tutto e contro tutti. La fiaba è diventata realtà. So che molti di voi non seguono il calcio inglese e magari questo pensierino della sera vi sembrerà stravagante. Ma per chi tutto l'anno ha seguito la cavalcata di mister Ranieri dicendo ogni domenica con sempre minore convinzione "tanto è impossibile" oggi è un giorno di quelli da segnare negli annali. Anche nel calcio può accadere che "un imprevisto è la sola speranza", come diceva il Poeta. Ha vinto la favola, evviva il calcio. E bravo, bravissimo, all'allenatore: c'è un pizzico d'Italia in questa impresa affascinante.


Un sorriso,Matteo









 

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Se la crescita arranca, i consumi delle famiglie italiane non sono da meno. Tanto che la Confcommercio registra una ripresa a fasi alterne. A marzo è stato, infatti, rilevato un calo dello 0,4% rispetto a febbraio e un incremento dell'1,5% tendenziale. Secondo gli analisti dell'associazione, il dato evidenzia "le difficoltà della domanda ad instradarsi su un sentiero di sicura crescita". "Tale dinamica - spiegano - si inserisce in un contesto in cui i principali indicatori congiunturali stentano a mostrare andamenti univoci, situazione che pur comportando un progressivo miglioramento del quadro macroeconomico conferma l'assenza di slancio della ripresa".

Anonimo ha detto...

E dove governa la sinistra s'impennano le tasse.
Bastano tre rate non pagate per perdere tutto. Il governo di renzi nel decreto legge sulle banche accelera sul fronte del recupero crediti. E così per gli imprenditori arriva una tagliola da non sottovalutare: una trappola che porta via casa e azienda.

Via il bollo auto con un sostanziale aumento della benzina. Matteo Renzi promette di cancellare la tassa sull'auto ma di fatto propone l'aumento delle accise sui carburanti. E a pagare sarà sempre chi usa l'auto...

Anonimo ha detto...

Equitalia, pensioni e bollo: da Renzi tante promesse, pochi fatti.
Da equitalia alle pensioni, passando per il bollo auto. Matteo Renzi torna con il suo #MatteoRisponde news# ............con le solite promesse.

Anonimo ha detto...


Gli italiani rivoteranno renzi, ammano farsi tartassare e umiliare per bene e poi si lamentano ??

Anonimo ha detto...

Renzi, è inutile insistere, in ottobre perderai il refererndum e dovrai dimetterti.

Anonimo ha detto...

Flessibilità alla pensione a partire da 63 anni con penalizzazione; questi che ci governano devono essere internati perchè fuori di senno. Ma riescono a pensare una volta per tutte a qualcosa di veramente equo e non a tirare fuori simili scemenze? E chi è del "54" che ha incominciato a lavorare a 16anni adesso con 46 di anzianità, non ha lo stesso diritto?Ma gli italiani non ne hanno ancora le scatole piene di questi ebeti? Tra renzi e boeri non so chi sia più demente oltre all' egoismo cinico, questi sono dei veri dementi.

Anonimo ha detto...

Via il bollo, così anche i gufi che non lo pagano lo pagheranno.
Giustissimo.

Ghino ha detto...

Veramente sono decenni che le associazioni degli automobilisti chiedono che venga abolito il bollo auto sostituendo l'entrata per lo Stato con un modesto aumento della benzina, così chi più adopera e consuma con l'auto più paga.
E' sempre parso un modo per raggiungere una certa equità.
Adesso che finalmente un governo tenta di fare quello che da decenni viene richiesto e non viene mai fatto, non va bene!
Se Renzi ci riuscirà sarà un'altra delle cose che per cinquantanni tutti dicevano che bisognava fare e che non si sono mai fatte e che lui fa.
Ma fatemi il piacere!

Anonimo ha detto...

I veri dementi sono coloro che accettano con incosciente entusiasmo giornaliere decisioni politiche che, in tempi nemmeno troppo lontani, avrebbero suscitato una vera e propria rivoluzione.

Anonimo ha detto...

Renzi non lo ha votato nessuno come così come Letta così come Monti

hanno votato il PD alle europee e con il loro 40 per cento si stanno trascinando negli allora che ormai sono marci

là dove si è formato il Parlamento il PD non ha i numeri per portare avanti le loro Leggi (ognuno ne dia il giudizio)

Tanto è vero che ha dovuto fare scouting e governare con pezzi del vecchio democristianesimo

http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=572b0805643d2

Giovanni ha detto...

Non credo che sia equo l'aumento della benzina al posto del bollo.
Il riccone con la Ferrari che fa pochi Km pagherà molto meno che il disgraziato(come me) che per andare a lavorare con la sua utilitaria deve fare oltre 100Km giorno (Grizzana - periferia nord Bologna) e che non ha altri mezzi (bus o treni) compatibili con gli orari

Come al solito godono i ricconi e lo prendono in quel posto i poveracci.

Anonimo ha detto...

I SUPER BOLLI NON SARANNO ESENTATI X VS INFORMAZIONE.
Chi ha un ferrari pagherà eccome se pagherà. Pagheranno tutti coloro che hanno grosse cilindrate come auto.

Anonimo ha detto...


" non penso che la politica sia granchè, la considero più che altro un' attività mediocre riservata ai mediocri". (L. Sciascia)

Anonimo ha detto...

mediocri che si ingrossano il portafogli