Riceviamo
e riportiamo.
Si
è tenuto mercoledì 25 maggio l’incontro conclusivo di “Che ti
frulla per la testa?”, il progetto di supporto agli aspiranti
imprenditori realizzato dall’Unione dei comuni dell’Appennino
bolognese con la collaborazione della Città metropolitana di Bologna
che ha presentato le 4 start-up più interessanti
Gli imprenditori dell’Appennino bolognesi hanno idee
valide per sfruttare le ricchezze del territorio, rilanciarlo e
creare nuovi distretti turistici ed enogastronomici che sappiano
rispondere alla crisi del tradizionale comparto industriale.
È
quanto emerso durante la presentazione a Vergato, presso la sede
dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, dei risultati di
“Che ti frulla per la testa?”,
l’iniziativa di promozione imprenditoriale che ha coinvolto circa
30 aspiranti imprenditori del territorio nei settori
dell’agroalimentare, artigianato, ristorazione, servizi hi-tech,
fitness, servizi all’infanzia, attività turistiche. Il progetto si
è posto come sportello d’ascolto per chi volesse proporre nuove
idee e verificarne la fattibilità, grazie alla consulenza gratuita
messa a disposizione dal Servizio
Progetti d’impresa dello Sportello Unico per le Attività
Produttive (SUAP) dell’Unione Appennino bolognese, in
collaborazione con l’omonimo servizio presso la Città
Metropolitana di Bologna.
Vincenzo
Severino de “Il
Gaggiolino” di Gaggio Montano si
occupa di produzione di birra artigianale: nel suo intervento ha
spiegato come il territorio appenninico si presterebbe bene alla
coltivazione di luppolo e orzo distico per particolari condizioni
climatiche. Non solo, rispetto ad altri territori l’Appennino può
contare su sorgenti d’acqua eccellenti che sono una materia prima
essenziale. L’obiettivo in questo caso è ampliare la filiera: non
solo lavorazione per la produzione di birra, puntando più sulla
qualità che sulla quantità, ma anche produzione di materie prime.
Stesso obiettivo della Birra del
Reno,
altro birrificio di Castel di Casio che produce birra completamente
artigianale, non pastorizzata e rifermentata in bottiglia utilizzando
miele di acacia e di castagno.
Elisa
Romani del bed & breakfast Romani
di San Benedetto Val di Sambro ha illustrato come cambia la
ristorazione oggi: nel suo caso alla classica struttura alberghiera è
subentrato un bed & breakfast molto apprezzato soprattutto dai
camminatori che percorrono la Via degli Dei, al quale è stato
affiancato un home restaurant. Cioè una vera e propria tavolata
familiare dove turisti spesso di nazionalità diverse si siedono
insieme per condividere il pasto insieme. Il momento della cena
diventa quindi un’esperienza sociale che va oltre il semplice
consumo di alimenti.
L’ultimo
progetto presentato è stato quello di Francesco
Indello che
parte da una considerazione semplice: chi fa trekking sui sentieri di
montagna ha bisogno di servizio di geolocalizzazione e gps per
orientarsi. Da qui l’idea di sentieri
digitali: la
tecnologia c’è già, quello che serve è il lavoro necessario a
tracciare questi sentieri affiancando all’idea di mappa
tradizionale anche foto e contenuti da rendere poi facilmente
recuperabili tramite applicazioni per smartphone che aiutino gli
escursionisti a non perdersi. La app in questione sarà scaricabile
gratuitamente, adesso si punta a trovare finanziamenti che permettano
di estendere il servizio alle centinaia di chilometri di sentieri che
caratterizzano l’Appenino bolognese coinvolgendo anche giovani
“esploratori”.
A
conclusione della giornata il responsabile del Suap dell’Appennino
bolognese Michele Deodati
ha voluto sottolineare come si è premiata sì l’innovazione,
l’ecosostenibilità, la fattibilità economica, ma soprattutto il
legame con il territorio e la consapevolezza che non ha senso
replicare in montagna modelli adatti alla pianura. Considerazione
condivisa anche dal sindaco di Gaggio Montano Elisabetta
Tanari, presente in veste di
delegato per l’Unione per le attività produttive, che ha ricordato
quanto importante sia partire da ciò che offre la montagna, dalle
ricchezze presenti e dalle sue peculiarità, piuttosto che lamentarsi
di ciò che non c’è come talvolta accade.
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