Il sindaco Stefano Mazzetti e don
Dario Zanini
tagliano
il nastro e visitano la mostra
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E’aperta
e visitabile tutti i giorni dalle 16 alle 18, nell’oratorio della parrocchia di
Sasso Marconi, la mostra dedicata ai
sacerdoti e alle comunità martiri di Monte Sole. A tagliare il nastro dell’inaugurazione, il
parroco don Dario Zanini, il sindaco di Sasso Marconi Stefano
Mazzetti, il dirigente dell’Istituto comprensivo del Capoluogo, Guglielmo
Cuppi e mons. Alberto Di Chio.
L’interessante allestimento comprende reperti della II Guerra Mondiale e una serie di cimeli e oggetti sacri appartenuti ai sacerdoti e alle comunità religiose di Monte Sole al momento della rappresaglia nazista. La mostra resterà aperta fino a sabato 20 aprile.
L’inaugurazione è avvenuta a conclusione di una mattinata tutta dedicata ai sacerdoti e alle comunità martiri.
L’interessante allestimento comprende reperti della II Guerra Mondiale e una serie di cimeli e oggetti sacri appartenuti ai sacerdoti e alle comunità religiose di Monte Sole al momento della rappresaglia nazista. La mostra resterà aperta fino a sabato 20 aprile.
L’inaugurazione è avvenuta a conclusione di una mattinata tutta dedicata ai sacerdoti e alle comunità martiri.
L'orchestra dei ragazzi dell'I.C. suona in piazza. |
Protagonisti, i ragazzi
dell’Istituto Comprensivo di Sasso Marconi, sulla cui disponibilità ed
entusiasmo è poggiata tutta l’organizzazione della commemorazione incentrata
sul ricordo dei religiosi che persero tragicamente
la vita insieme ai fedeli loro affidati: don Giovanni Fornasini, don
Ferdinando Casagrande, don Ubaldo Marchioni, don Elia Comini, padre Martino
Capelli e suor Maria Fiori, dei quali è in corso il processo di
beatificazione.
don Dario Zanini |
Abbiamo
incontrato don Dario Zanini e gli abbiamo chiesto di commentare l’avvenimento:
“E’ questo un fenomeno sorprendente. Sia da parte
mia che della Chiesa c’è gratitudine perché è evidente la volontà di ricordare e diffondere
la memoria di queste figure meravigliose. I sacerdoti martiri hanno seguito le
loro comunità e hanno saputo affrontare i carnefici offrendo il loro petto
disarmato alla ferocia militare nel vano tentativo di scongiurare il peggio.
Sono molto lieto di questa iniziativa della scuola e dell’amministrazione
comunale con una atteggiato di partecipazione che mi ha sorpreso molto
positivamente”.
Lo sportello dell'ostensorio della chiesa di Casaglia
con il foro del proiettile della mitragliatrice tedesca.
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Lei li ha conosciuti i sacerdoti martiri.
“Tutti tranne il salesiano don Comini. Aveva la
mamma a Salvaro e lì passava le vacanze. Ed era a Salvaro proprio in un periodo
di riposo quando ha incontrato la morte.
Ho avuto un legame forte con don Casagrande . In seminario era il ‘prefetto’ del mio gruppo, un mio superiore. Con lui ho una infinità di foto e ricordi.
I ricordi sono molti anche con il dehoniano padre Martino Capelli. Era a Castigliane
dei Pepoli poiché con i primi bombardamenti di Bologna l’attività del seminario
fu trasferita appunto a Castglione. Un giorno si trovò a valicare le colline a Montorio
per una funzione religiosa importante in quella parrocchia. Fu fermato dai
partigiani poiché si sapeva di una spia ai loro danni che si travestiva da
sacerdote. Non lo conoscevano e quindi sospettavano di lui. Solo grazie a uno
del gruppo che lo riconobbe fu lasciato
libero con l’impegno di ripassare, al rientro, dalla postazione partigiana.
Cosa che lui fece, anche se sconsigliato,
dicendomi ‘ Voglio parlare loro di Cristo’ e so che gli incontri ‘per
parlare di Cristo’ furono più di uno”. Fu poi rastrellato e portato alla botte
di Pioppe e qui gli fu offerto, insieme a don Comini, pure lui prigioniero dei
tedeschi, di essere liberato. Lui rispose ‘o tutti o nessuno’ e fece la triste
fine degli altri rastrellati. Qui il motivo della santità: la rinuncia alla libertà
per condividere la sorte degli altri”.
la bicicletta di don Fornasini |
A che punto è il processo di beatificazione dei
religiosi?
“Di processi ce ne è una infinità perché il secolo
scorso è stato il secolo dei martiri. Fra quelli uccisi dai nazisti e quelli dai
comunisti si elencano più martiri nel secolo scorso che nel periodo dell’Impero
Romano.
Siamo arrivati un po’ in ritardo. Comunque dopo la
consegna dei plichi è stato riconosciuto che il materiale è molto interessante.
Il processo richiede tempi lunghi. Abbiamo speranza perché il Pontefice attuale
ha un evidente interesse perché si proceda: padre Marella per esempio è già giudicato
‘venerabile’, il gradino che precede la beatificazione”.
Giudica la partecipazione larga a questo evento, il
superamento della lettura politica degli avvenimenti della seconda guerra
mondiale e l’avvicinamento a quella storica?
La pisside colpita da un proiettile ritrovata a Casaglia |
“La lettura politica rimane con tutto il suo
bagaglio. Stanno diminuendo i
protagonisti di allora. Sono comunque fiducioso nel futuro perché la verità a
lungo andare emerge sempre. Il fanatismo che ha ispirato una versione di parte
si sta attenuando e le figure dei sacerdoti che si sono comportati come
sappiamo diventeranno i protagonisti di una storia dolorosa ma edificante. Aggiungo
la mia convinzione che il martirio di
questi sacerdoti e dei loro fedeli, soprattutto dei bambini, riscatterà
l’orrore della strage, come è avvenuto per la storia dei martiri. Adesso, ad
esempio, si parla dei martiri della catacombe ma non di chi li ha uccisi”.
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