“Finalmente
i sindacati scendono in campo indicendo uno sciopero dei lavoratori del
commercio per le giornate del 25 aprile e del 1 maggio. Non possiamo che
sostenere la loro iniziativa”. Lo ha dichiarato Michele Dell'Orco (nella foto) , deputato
5 Stelle, primo firmatario di un
progetto di legge che si pone contro la completa liberalizzazione delle
giornate di apertura dei negozi. Sottolinea poi, “ liberalizzazione che, non
solo non ha prodotto aumenti di fatturato
e nuovi di posti di lavoro, sta mettendo in crisi i piccoli esercenti che non
possono reggere la concorrenza con la grande distribuzione.
Apprendo poi dalla stampa,” prosegue Dell’Orco, “che il Pd toscano è invece ancora nella fase di ricerca delle convergenze territoriali e della sponda parlamentare ma, con quasi 10.000 negozi chiusi nel primo bimestre 2013 e un crollo del 50% delle aperture di nuove attività, non c'è più tempo da perdere. I primi di aprile,” aggiunge il deputato, “ avevamo già presentato un'interpellanza sul problema, poi abbiamo deciso che non potevamo più attendere e siamo passati all'azione depositando un progetto di legge che auspichiamo sia il punto di partenza di un proficuo lavoro che può essere fatto nelle commissioni competenti”.
Apprendo poi dalla stampa,” prosegue Dell’Orco, “che il Pd toscano è invece ancora nella fase di ricerca delle convergenze territoriali e della sponda parlamentare ma, con quasi 10.000 negozi chiusi nel primo bimestre 2013 e un crollo del 50% delle aperture di nuove attività, non c'è più tempo da perdere. I primi di aprile,” aggiunge il deputato, “ avevamo già presentato un'interpellanza sul problema, poi abbiamo deciso che non potevamo più attendere e siamo passati all'azione depositando un progetto di legge che auspichiamo sia il punto di partenza di un proficuo lavoro che può essere fatto nelle commissioni competenti”.
Conclude Dell'Orco: "Lanciamo dunque al Pd un appello a lavorare insieme e a sottoscrivere la nostra proposta di legge affinchè possa essere incardinata in Commissione nel più breve tempo possibile e si ponga come momento di raccordo di quanto già fatto negli ultimi mesi dalle Regioni Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana e dalle organizzazioni di settore che si stanno battendo per il problema".
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