venerdì 26 giugno 2009

LUPI in Val di Zena

Il lupi sono alle porte di Pianoro e hanno trovato una facile preda nel gregge di pecore di Salvatore Cottu a ‘Palazzina di Gorgognano’ in val di Zena.
Nell’ultimo mese il gregge, di 420 ovini, ha avuto ben tre visite notturne e ha perso sette capi ( 3 nella prima razzia, 3 pure nella seconda e 1 nella terza) e diverse pecore sono rimaste ferite.
I referti dei veterinari parlano genericamente di predazioni da addebitare a ‘canidi’ ma l’allevatore non ha dubbi che si tratti invece di lupi.
“La tecnica dell’assalto è tipica dei lupi”, ha infatti detto Salvatore. “Le pecore sono state azzannate alla gola e poi private delle parti più tenere del corpo, con cui i lupi si sono cibati”. Fabiola Galeotti referente della Coldiretti avvalora le affermazioni dell’allevatore. “Si sa che nella zona sono stati censiti ben dieci lupi. Che l’azione sia di questi è più che verosimile”.
Cottu racconta di non essere nuovo all’arrivo dei lupi. “Già nel 2003 il gregge era stato preso di mira dai lupi”, racconta infatti. “In ondate successive di razzie ci hanno fatto perdere circa una trentina di capi.
Allora mi fu consigliato di avvalermi dell’aiuto dei cani maremmani”, racconta ancora . “E così infatti feci. Misi a guardia del gregge 5 cani che fino ad ora hanno tenuto lontano i lupi. In questo ultimo mese il branco di lupi è probabilmente divenuto tale da intimorire i cinque cani e non viceversa.
Questo ha permesso loro di vincere la resistenza dei maremmani e di cibarsi dei capi che si sono trovati sul loro cammino”. L’agricoltore esterna poi tutta la sua delusione per l’indifferenza con cui si assiste alla distruzione del lavoro degli agricoltori. “Il danno non è solo nei capi perduti, ma anche negli aborti che seguono la paura sofferta delle pecore incinte o la perdita del latte dovuto alla stessa ragione”.
Alla precisazione che comunque i danni verranno pagati, Salvatore replica irritato: “Io non voglio i danni, voglio poter lavorare e beneficiare del frutto del mio lavoro. Non voglio soldi pubblici, ma poter soddisfare il mercato e lì trovare il mio compenso”.
Fabiola Galeotti aggiunge: “Il danno risarcito è ben lontano da quello reale anche solo nella valutazione dei capi morti. Questa è una azienda biologica che ha da tempo affrontato il mercato bolognese con buoni risultati. Ha bisogno di prodotto per soddisfare la domanda del mercato non di presenze che danneggiano alcuni capi in modo irreparabile e il resto del gregge nella capacità di produrre ”.

1 commento:

C.Zecca ha detto...

La presenza del lupo e' indice di una qualita' ambientale che e' stata recuperata e restaurata, almeno in parte, dopo i deliri antiecologici durati fino a buona parte degli anni 90.
Si tratta di applicare la la normativa (novita' comprese) sui danni agli agricoltori, compreso il fatto che siano costituiti, garantiti ed ampliati i fondi per i rimborsi agli agricoltori per danni derivanti da fauna.
E' noto ed osservabile che la gestione faunistico venatoria e' stata completamente stravolta, a danno di agricoltori e per il divertimento e, non di rado,il lucro di cacciatori.
Il lupo, peraltro, e' uno dei pochi fattori naturali che contiene l'esplosione numerica degli ungulati, anche questa dovuta ai cospicui interessi economici dei cacciatori e del mercato, talvolta illegale, delle carni di selvaggina per la ristorazione che dalla caccia (non di rado bracconaggio) deriva.
Un fattore di equilibrio e di contenimento degli ungulati puo' causare danni che devono essere governati e gestiti. Ma e'proprio il lupo che puo' contenere la popolazione di ungulati.
Il bilancio ecologico del lupo e' altamente positivo, nel complesso.
Del resto nessuno si sognerebbe di invocare la soppressione del traffico automobilistico, di vino o alcolici perche' questi provocano danni materiali e vittime umane.
Non si capisce, allora, perche' al lupo dovrebbere essere riservato trattamento diverso, a fronte dei benefici complessivi derivanti dalla sua presenza.