lunedì 1 giugno 2009

Al giorno taxista e alla notte scrittore.


Dalle 5 alle 15 taxista , poi scrittore di gialli per il resto della giornata. Chi è stato capace di darsi il doppio ruolo e di legare l’uno all’altro è Roberto Carboni di Pieve del Pino, frazione collinare di Sasso Marconi.

Dalle sue mani e dalla sua fantasia è nato infatti ‘C’era l’Inferno in via dei Giudei’appena uscito dalle stampe e che verrà presentato il prossimo 5 giugno , alle 18, alla Libreria Irnerio con la presenza della redattrice di Radio Fujiko, Piera Stefanini.

Il giallo, ambientato a Bologna in una cantina dove si suona il jazz, racconta di un ‘criminale’ che, raggiunta l’età della pensione, sentendosi ormai di aver maturato il diritto al riposo, assalta un portavalori e lo rapina di una somma ingente che considera la sua ‘buonuscita’.

L’azione lo costringe alla fuga per seminare coloro che gli danno la caccia e, nel giro di 24 ore, raggiunge la Val D’Aosta e rientra in città affrontando singolari traversie. Il racconto riporta ciò che vedono gli occhi dei tanti in cui si imbatte. L’autore racconta di come il protagonista appena lasciata Bologna, segue la via delle colline alla volta di un luogo nascosto e attraversa Sasso Marconi, passando da Le Ganzole, godendo della serena tranquillità della vallata del Reno e delle colline che la delimitano.

Il racconto si rafforza per la capacità dell’autore di descrivere luoghi e personaggi nei loro aspetti più singolari con una prosa che spesso si avvicina alla poesia.

Cosa l’ha portata a scrivere ? gli abbiamo chiesto “Sembrerà poco veritiero, ma sono stati proprio i miei clienti. Quando raccontavo loro qualcosa mi hanno quasi sempre suggerito di scrivere. Evidentemente le mie descrizioni erano convincenti e complete”.

Lei non è più un ragazzo, quindi l’avvio alla scrittura non è una passione innata. “La mia vera passione era il gioco degli scacchi. Proprio nell’attesa della mossa che non arrivava mai di un mio avversario, in un incontro via internet, ho iniziato a scrivere un racconto e la cosa mi ha subito gratificato poiché scrivere era come giocare a scacchi senza la tensione dell’avversario. Scrivo anche in macchina nei periodi di pausa”.

Non è in contrasto questa sua passione con il fare il lavoro di taxista? “Mi piace stare fra la gente e fare il taxista mi consente di guardare il consorzio umano dall’interno. Stare poi a Bologna e annusarne gli odori e goderne gli umori mi rende particolarmente piacevole scrivere di Bologna”.

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