venerdì 29 dicembre 2023

Finanziate le riqualificazioni di 39 imprese agricole di montagna


 Il Gruppo di Azione Locale (GAL) dell’Appennino sosterrà con  contributi a fondo perduto i  progetti di riqualificazione di 39 piccole imprese agricole di montagna.

L’importo dei contributi ammonta a 847.000 euro e supporta un investimento complessivo di oltre 2,1 milioni di euro. Il contributo concesso è pari al 45% di un importo di spesa massima ammissibile di 100.000 euro.

Gli interventi cofinanziati riguardano in prevalenza l’acquisto di macchinari ed attrezzature funzionali all’innovazione del processo produttivo. Le aziende beneficiarie sono insediate nelle quattro valli dell’Appennino bolognese: 17 nella valle Santerno-Sillaro, 9 nella valle Savena-Idice, 9 nella valle LavinoSamoggia, 4 nella valle del Reno.

Il Presidente del GAL, Tiberio Rabboni (nella foto), nell’esprimere la soddisfazione per il buon esito di questa ulteriore iniziativa di sostegno agli agricoltori che non indietreggiano a fronte dei tanti svantaggi dell’operare in montagna, annuncia l’imminente avvio di una nuova stagione di programmazione GAL con tante importanti novità a favore del mondo agricolo appenninico: “Entro i primi mesi del 2024 daremo avvio ad un nuovo ciclo programmatorio GAL con nuove risorse, nuovi bandi e nuovi interventi. Quello che non cambierà sarà la centralità del sostegno alle piccole imprese. Se in questa programmazione abbiamo aiutato 405 imprese, di cui 244 agricole, oltre a 20 progetti dedicati agli enti pubblici locali, in quella che inizierà il prossimo anno vogliamo fare ancora meglio: alle imprese agricole e non agricole dedicheremo il 70% delle risorse operative disponibili. Prevediamo inoltre aiuti per piccoli investimenti agricoli e forestali anche a tutela della biodiversità; ripristino di situazioni di dissesto idrogeologico in ambito aziendale; valorizzazione dei castagneti; protezioni da fauna selvatica. Inoltre - altra novità - i bandi saranno aperti anche ai titolari di partita IVA agricola secondaria, dal momento che coloro che conducono i fondi agricoli come secondo lavoro sono una realtà diffusa e determinante ai fini produttivi e dell’assetto idrogeologico”.

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