venerdì 9 febbraio 2024

Anche in questo anno l’anticipo del risveglio vegetativo delle piante da frutto

 Confagricoltura: «Si teme per i ritorni di freddo su 38.000 ettari circa di frutteti. L’anno scorso le gelate primaverili hanno tagliato i raccolti fino all’80%».


di Barbara Bertuzzi

 

 Le gemme degli alberi da frutto sono già ingrossate. Uno sviluppo fuori stagione dovuto al clima mite e soleggiato, alle temperature sopra la media stagionale soprattutto nelle ore centrali della giornata.

«Si temono ritorni di freddo su 38.000 ettari circa di frutteti in Emilia-Romagna. Le specie a maggior rischio di gelate primaverili sono albicocche, ciliegie, pesche, nettarine e susine ma anche pere e mele. L’ondata di gelo l’anno scorso, nella prima decade di aprile, ha procurato danni ingenti ai raccolti fino all’80%», osserva Confagricoltura Emilia Romagna che chiede a gran voce di accelerare l’emanazione del nuovo Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura (PGRA 2024), che stabilisce vari paletti: i parametri di copertura e il relativo contributo statale delle assicurazioni agevolate come pure l’operatività del Fondo mutualistico nazionale Agri.CAT. Va altresì ricordato che il PGRA 2023 è stato approvato l’8 febbraio 2023.

Entra nel dettaglio il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, Marco Piccinini: «Non sappiamo quale sarà il contributo pubblico per le polizze assicurative agevolate sottoscritte nel 2024, ma una percentuale inferiore al 70% risulterebbe comunque insostenibile per le aziende agricole». Non solo. Preoccupano eventuali riduzioni del contributo pubblico anche per le annate 2022 e 2023 (ancora da definire perché mancano le risorse). Permangono incertezze sui rimborsi del Fondo mutualistico Agri.CAT per i danni da gelate tardive nel 2023: gli indennizzi sono insufficienti e tardano ad arrivare.

«Il precoce risveglio vegetativo richiederebbe l’apertura anticipata della campagna assicurativa da parte delle principali compagnie italiane, invece si sposta sempre più in avanti – sottolinea Piccinini - il via alla sottoscrizione delle polizze». Infatti, a causa di questi ritardi oltre che per i costi troppo alti delle polizze, l’anno passato molte aziende agricole non sono riuscite ad assicurarsi contro le avversità (gelo, alluvione e siccità). Poi rimarca l’urgenza di rafforzare il sistema assicurativo per difendere il reddito dell’agricoltore e tutelare l’intera filiera. «Bisogna destinare al sistema assicurativo risorse adeguate, per favorire l’accesso alle polizze e renderle meno onerose».

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