Si è svolta a Pian del Voglio la cerimonia inaugurale di avvio lavori di rigenerazione. Sarà realizzato un Polo Territoriale di servizi alla persona e alla comunità della Valle del Setta
di Martina Mari
Non si tratta della ‘semplice’ ristrutturazione di
un edificio storico ma di un progetto di rigenerazione urbana di un luogo che,
dopo anni di chiusura, tornerà a vivere per la comunità. E’ l’antico Palazzo
Ranuzzi De Bianchi di Pian del Voglio, dal 1938 sede dell’asilo gestito
dalle suore, che per decenni ha ospitato centinaia di bambini provenienti dalla
valle del Setta.
Si tratta di un progetto speciale ed innovativo, la
cui finalità è quella di creare valore per l’intera comunità e restituire
alla cittadinanza uno spazio urbano di recuperato prestigio dove si integrano
servizi al cittadino, attività culturali e ricreative, aspetti residenziali,
turismo e si sperimentano multidisciplinarità.
Un edificio storico che, pur mantenendo tutte le sue
connotazioni che lo contraddistinguono e lo rendono unico - non solo negli
affetti e nei ricordi - si trasforma in una struttura versatile, un luogo
contemporaneo per favorire la contaminazione tra diverse attività, tra storia
e contemporaneità.
Il progetto di recupero complessivo ha un costo
di € 1.800.000 e sarà realizzato in due stralci:
- il primo per la sistemazione del corpo centrale,
per un investimento complessivo di € 1.250.000, finanziati per
700.000 dalla Regione Emilia Romagna attraverso il Bando Rigenerazione Urbana
2021 e per 550.000 dalla Arcidiocesi di Bologna;
- il secondo per la sistemazione del fabbricato annesso, per un investimento
complessivo di € 550.000 finanziato dal Ministero del Turismo.
Un progetto ambizioso di valorizzazione, sintesi di
una best-practice tra Pubblico e Privato, una collaborazione imprescindibile
dall’alto valore simbolico e dal grande impatto sociale, dove il ruolo delle
istituzioni – che è quello di recuperare risorse per investimenti e fornire
strumenti e opportunità alla collettività – si unisce alle capacità
imprenditoriali necessarie per dare servizi di qualità e rispondenti ai
bisogni del territorio. Altro fattore di rilievo è la “riscoperta”
dell’Appennino sotto diversi punti di vista, oggi sempre più percepito come un
luogo “di vita” anche grazie a progetti come questo ed alle politiche
istituzionali messe in campo ai diversi livelli.
I lavori dureranno circa un anno e prevedono, oltre alla modifica della distribuzione degli spazi interni, anche interventi strutturali localizzati, opere di abbattimento delle barriere architettoniche, rifacimento degli impianti tecnologici, ripristino del manto di copertura, nuovi infissi e portoni in legno, pulizia e ripristino delle facciate in pietra a vista nonché la qualificazione dell’area cortiliva esterna e soprattutto dello scalone di accesso dal grande valore architettonico, con il totale recupero delle pavimentazioni, degli ornamenti e di ogni altro elemento di interesse storico.
I lavori dovrebbero terminare nella primavera-estate
del 2025, al termine dei quali al loro interno si prevedono: spazi per
l’erogazione di servizi pubblici (URP, anagrafe, sportello sociale, uffici
di prossimità) grazie all’apertura di sportelli municipali decentrati per
favorire l’accesso ai servizi dell’Ente, attività culturali cerimoniali e
ricreative promosse dall’Ente e/o da sviluppare assieme alle Associazioni del
territorio, n. 7 gruppi appartamento gestiti dalla Fondazione Santa Clelia
Barbieri assieme ad un Laboratorio diurno di comunità ed
una comunità alloggio per anziani.
Il link
dove scaricare il girato con le interviste a:
- Sua Eminenza Matteo Maria Zuppi, Cardinale di Bologna
- Alessandro Santoni, Sindaco di San Benedetto Val di Sambro
- Mauro Magagni, Pres. Fondazione Santa Clelia Barbieri
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