Votati anche due emendamenti della Lega. “Malattia pericolosa, rischio di gravi danni agli allevamenti e all’economia agroalimentare. L’Emilia-Romagna, con salumi Dop e Igp, raggiunge il 53% del fatturato nazionale di produzioni Dop e Igp”
È stata approvata la
risoluzione che chiede di impedire che i focolai “di peste suina africana
rimangano isolati e non si estendano al territorio regionale”.
Lo ha chiesto il
consigliere Matteo Daffadà (Partito democratico) primo
firmatario di una risoluzione siglata anche dai colleghi di partito Gianluigi
Molinari, Massimo Bulbi, Pasquale Gerace, Stefano Caliandro, Palma Costi,
Manuela Rontini e Giulia Pigoni (Lista Bonaccini).
Sono anche stati
approvati due emendamenti della Lega relativi al cambio di
passo sui piani di contenimento e selezione e sulla necessità di aree
depopolate, coinvolgendo tutti gli attori (tra cui cacciatori e agricoltori).
“La malattia – ha
spiegato Daffadà – può causare danni economici all’intera filiera di
trasformazione e agli animali di allevamento”. Oltre al contrasto dei focolai,
il consigliere dem chiede alla Regione di “adoperarsi affinché l’attività del
governo e del Commissario siano improntate all’eradicazione della malattia sul
territorio nazionale” e di mettere in campo ogni iniziativa di contrasto alla
malattia “al fine di evitare le gravi ripercussioni economiche e sociali che ne
deriverebbero”.
La produzione di carne
suina, ricorda Daffadà, è una delle attività principali dell’agricoltura
italiana con 10 milioni di capi allevati e, “secondo i dati Assica del 2019,
l’Emilia-Romagna è la seconda regione per macellazione dei suini con il 34%,
dopo la Lombardia con il 39%”. In regione ci sono 1.200 allevamenti, un milione
di capi e una produzione lorda vendibile stimata in 307 milioni di euro, fra
cui sono comprese importanti produzioni Dop come i prosciutti di Parma e Modena
e altri salumi a denominazione protetta: “In particolare – ha ricordato il
consigliere dem – i prodotti a base di carne Dop e Igp hanno un valore alla
produzione pari a 1,93 miliardi di euro e un valore al consumo pari a 4,98
miliardi di euro, l’export vale 601 milioni di euro e il 53% del fatturato
nazionale di Dop e Igp è attribuibile all’Emilia-Romagna”.
Oggi in regione non ci
sono casi di peste suina africana, ma tre carcasse sono state trovate in
Piemonte e Liguria, ai confini con l’Emilia-Romagna. Il Piano nazionale di
controllo prevede sorveglianza passiva, misure di biosicurezza, formazione di
allevatori e cacciatori. La Regione ha adottato le misure precauzionali per la
prevenzione della diffusione della malattia e stanziato fondi per la
biosicurezza negli allevamenti. Inoltre, è stata varata una campagna di
informazione ai cittadini e “la gestione dell’emergenza è stata affidata
all’Unità di crisi regionale per le emergenze veterinarie epidemiche e al
Nucleo di coordinamento tecnico su base regionale”.
(Sollecitato da Dubbio)
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