Il governo prova ad arginare la carenza di personale nella medicina d’emergenza e urgenza. Nel decreto Bollette, approvato ieri in Consiglio dei ministri, sono presenti infatti una serie di misure per aumentare gli operatori
di Michele Damiani
Il
governo prova ad arginare la carenza di personale nella medicina d'emergenza e
urgenza. Nel decreto Bollette, approvato ieri in Consiglio dei ministri, sono
presenti infatti una serie di misure per aumentare gli operatori in una
disciplina, quella della medicina d'urgenza appunto, che da anni ormai vede
calare i professionisti in attività e andare praticamente deserti i bandi di
concorso. Le misure vanno dalle esternalizzazioni all'utilizzo di
specializzandi, passando per gli aumenti in busta paga. E non sono gli unici
interventi sulla sanità presenti nel decreto, visto che viene eliminato il
vincolo di esclusività per i professionisti sanitari (che apre, quindi, alla
libera professione) e introdotte misure restrittive per i cosiddetti medici
gettonisti.
Gli aumenti. La medicina d'urgenza,
come detto, è una di quelle discipline che soffre maggiormente di carenza di
personale. Tra il 2020 e il 2022, solo per citare un numero, su 1.884 posti
messi a bando il 60,7% (1.144) non è stato assegnato. Il ministro della salute
Orazio Schillaci aveva già illustrato una serie di possibili soluzioni al
problema, tra cui quella di rendere più attrattivo il lavoro nel Servizio
sanitario nazionale, agendo anche sui compensi degli operatori. Da qui la
misura presente nel dl approvato ieri che mira ad incrementare le tariffe
orarie delle prestazioni aggiuntive nei servizi di emergenza e urgenza. Viene
disposto che, per il 2023, le aziende del Ssn potranno aumentare le tariffe
orarie del Ccnl di riferimento. Nella bozza del dl si parla di un aumento fino
a 100 euro, altri testi invece non indicano ancora la cifra, ma comunque ci
sarà questa possibilità.
Esternalizzazioni. Un intervento che
avrà un impatto immediato, invece, sarà quello relativo alla possibilità di
esternalizzare. Nel dl si parla dello «stato di grave carenza di organico del
personale sanitario», che potrà quindi essere fronteggiato per il 2023
affidando «a terzi i servizi medici ed infermieristici solo in caso di
necessità e urgenza, in un'unica occasione e senza possibilità di proroga, a
seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio,
di assumere gli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore, nonché
di espletare le procedure di reclutamento del personale medico e
infermieristico autorizzate». Questa possibilità sarà offerta solo nei servizi
di emergenza-urgenza ospedalieri, per un periodo non superiore a 12 mesi.
Specializzandi e pensionati. Un altro
fronte sarà quello relativo a coloro che hanno prestato servizio per un certo
periodo di tempo nel settore. Viene previsto, infatti, che fino al 31 dicembre
2025 i soggetti che abbiano maturato almeno tre anni di servizio, anche non
continuativo, presso i servizi di emergenza-urgenza, potranno partecipare ai
concorsi per l'accesso alla dirigenza medica del Ssn, anche se non in possesso
del diploma di specializzazione. Prevista anche una novità per quanto riguarda
gli specializzandi, che durante la loro formazione potranno svolgere attività
libero-professionale presso aziende del Ssn. Per tali attività «è corrisposto
un compenso orario, che integra la remunerazione prevista per la formazione
specialistica, pari a 40 euro lordi comprensivi di tutti gli oneri fiscali,
previdenziali e di ogni altro onere eventualmente previsto a carico
dell'azienda o dell'ente che ha conferito l'incarico». Infine, interventi anche
sui pensionati. O meglio, sui pensionandi. Il decreto stabilisce infatti che,
sempre fino al 31 dicembre 2025, il personale in possesso dei requisiti di
pensionamento anticipato potrà chiedere la trasformazione del rapporto di
lavoro da tempo pieno a part-time, fino al raggiungimento del limite di età
previsto dall'ordinamento vigente.
Le altre misure. La gran parte del
pacchetto sanità del dl riguarda la medicina d'urgenza, ma ci sono altri
interventi particolarmente attesi dal mondo sanitario. Uno riguarda la
possibilità per i professionisti del Ssn di operare come liberi professionisti.
Per gli infermieri, che da anni attendevano questa misura, in vista anche
aumenti in busta paga grazie alla defiscalizzazione dell'indennità riservata
alla categoria.
(Segnalato
da Dubbio)
Nessun commento:
Posta un commento