La donna fu ritrovata morta nella sua abitazione di Gaggio Montano, uccisa a colpi di fucilate. Imputato il cugino e vicino di casa Fabio Enrico Ferrari
Il figlio di Natalia Chinni, Bernardini, nell’udienza di oggi ha
riferito al giudice della Corte d’assise
Pier Luigi Di Bari il racconto del ritrovamento del corpo senza vita della
madre nella casa di Gaggio. Dopo aver spiegato che il silenzio del telefono,
nel primo pomeriggio del giorno della morte, non destava preoccupazione poiché nella zona
dove si trova la vecchia casa la
ricezione era scarsa, così come il mancato rientro nella sua abitazione per il pranzo poiché poteva succedere che si attardasse
a Gaggio per lavorare nell’orto, ha narrato in modo dettagliato gli accadimenti che hanno portato lui e il
padre a temere che fosse successo qualcosa di preoccupante. II protrarsi del silenzio
del telefono e l’arrivo della notte senza che la madre avesse dato un riscontro
per avvisare del ritardo, erano indicatori che non potevano non allarmare. I
due, il figlio e il marito della donna, si sono recati quindi a Gaggio e lì hanno
trovato Natalia a terra sul pavimento dell’ingresso ormai priva di vita in un bagno di sangue. Poi l’arrivo dei
soccorsi e delle forze dell’ordine.
A lui e al padre, dopo la conferma della morte di Natalia, solo il
doloroso compito di ripulire, con la morte nel cuore, il sangua sul pavimento
lasciato dalla vittima. A rendere ancor
più triste l’accaduto, il saluto indifferente, quasi affettuoso, dalla finestra
della casa vicina, del cugino di Natalia, ora indiziato del delitto.
Nel racconto ha poi confermato che i rapporti fra i due cugini,
Natalia e l’indiziato, fossero stati sempre difficili e come in passato i loro
dissidi avessero portato all’entreta in
campo degli avvocati.
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