sabato 11 marzo 2023

Viabilità valli del Reno e del Setta. Mastacchi: “Serve una visione complessiva”.

 I ritardi hanno reso anacronistica la proposta in campo


 Il capogruppo di RETE CIVICA, MarcoMastacchi ( nella foto) ,  ha presentato una risoluzione che impegna la Giunta regionale a valutare interventi strutturali da attuare nell’area dell’Appennino, per risolvere gli annosi problemi di viabilità che lo affliggono. 

Mastacchi rileva: "Manca una visione globale che riporti sollievo agli abitanti, a tutti coloro che sono coinvolti nell’intero traffico veicolare e al territorio stesso. Da anni assistiamo a una politica fatta di scelte autoreferenziali che non hanno portato a nulla se non il dilatarsi dei cantieri di opere che oggi risultano superate e del tutto inutili alla vera soluzione del problema. Stiamo assistendo a una proposta viaria della Regione Emilia-Romagna che risulta anacronistica ancor prima di essere realizzata e che nel suo complesso non risolverebbe né le criticità legate ai tempi di percorrenza per arrivare al capoluogo emiliano, né agevolerebbe i transiti provenienti  o diretti in  Toscana, senza contare l‘impatto ambientale”. 

 Mastacchi ha messo nero su bianco in  una risoluzione quale è la sua ricetta dell’importante tematica, determinante nel definire il futuro dell’area Reno Setta e chiede alla Giunta regionale di valutare la realizzazione della Bretella Reno – Setta quale opera strategica e nuovo investimento, finanziabile a tariffa  secondo quanto previsto dagli articoli della Convenzione Unica del 2007 tra Anas e Società Autostrade per l‘Italia e a utilizzare i fondi ora previsti per la realizzazione della riqualificazione della Strada Statale Porrettana fra Vergato e Sasso Marconi, che ammonterebbero a circa 600/700 milioni di euro secondo quanto afferma l’assessore Taruffi, per realizzare lo studio di fattibilità e le relative infrastrutture per il  collegamento fra Pianoro a Sasso Marconi, nelle valli del Savena e del Reno e per il collegamento della Strada Statale 64 con la Strada Provinciale 325, in zona casello autostradale Sasso Marconi sud. Questo porterebbe, sostiene Mastacchi,  alla risoluzione dei problemi legati alla mobilità ordinaria ed alla sicurezza stradale, oltre al rilancio dell’economia e del turismo dell’Appennino Bolognese.

 



Pubblichiamo integralmente  la Risoluzione  “Viabilità in Appennino” sottoscritta da Marco Mastacchi , presidente del Gruppo RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna.

 

Premesso

che il tema  della  viabilità nel  bacino  dell’Appennino bolognese  è  di  grande  attualità, sia  dal  punto   di vista   strutturale che   dal punto   di   vista   delle situazioni   di   emergenza che   si   sono concentrate negli  ultimi anni  e  l’eterna  discussione politica  sulle infrastrutture  da  realizzare si  risolve costantemente con una contrapposizione, fra un intervento e l’altro, fra la realizzazione della bretella Reno-Setta rispetto  al  miglioramento della  Porrettana e  la  realizzazione  del  Passante di Mezzo rispetto al Passante Sud;

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il  passante  di  mezzo, è  una  scelta  antistorica  già  oggi,  infatti chi  viene da Milano  si trova  regolarmente imbottigliato nel  traffico in  condizioni  normali  e  se  poi  c’è  qualche  fiera  si  blocca  tutto: la tangenziale, l’autostrada e la città, mentre  se si verifica un incidente tagliamo in due l’Italia, perché non abbiamo una via alternativa, fra pochi mesi inizieranno i lavori per la realizzazione del Passante  di  Mezzo  e  questo  aumenterà  le  criticità,  considerato  che  anche  adesso  quando c’è  il restringimento anche  solo  di  una  mezza  carreggiata, come  succede  nella zona  dell’aeroporto, il traffico si blocca;

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a una viabilità già precaria, tra qualche mese, si sovrapporrà il cantiere per il tram in città e mentre oggi i veicoli che escono dalla tangenziale entrano in città aumentandone il traffico, domani saranno bloccati in autostrada e troveranno anche la città intasata;

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le   nuove   infrastrutture   che   s’intende   realizzare   non   risolveranno   i   problemi,   che diversamente  potrebbero  essere  risolti  con  il  Passante  Sud,  ma  continueremo  ad  avere  le  stesse criticità  con  un’infrastruttura  già  datata  e  insufficiente  a  smaltire  il  flusso  del  traffico,  che  verrà invece   concentrato   sulla   città   peggiorandone   la   qualità   dell’aria,   già   oggi   compromessa dall’inquinamento  e  inevitabilmente,  se  pur  con  grande  ritardo,  questo  porterà  a  riconsiderare l’ipotesi della chiusura dell’anello a sud di Bologna;

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distribuendo il traffico su due direttrici l’impatto verrebbe “diluito” e le emissioni in galleria, con le moderne tecnologie, potrebbero essere trattate e filtrate, abbattendo così la concentrazione  in atmosfera e accorciando la direttrice sud-ovest e viceversa (Firenze A1 – A14 mare), riducendo ancor  di  più  le  emissioni  considerato  che  questo  tratto  autostradale,  secondo  gli  studi  effettuati  intercetta  già  oggi,  circa  il  20%  del  traffico,  senza  considerare  l’incremento  di  traffico  che intercetterebbe da e per Milano;

 

Evidenziato che

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il 9 febbraio 2023 al lago di Brasimone, nel comune di Camugnano, è stata presentata l’intera  road map dei progetti il "Programma di sviluppo sostenibile Sistema Appennino”, quale strumento di governo che mette a sistema politiche e interventi per la nostra montagna;

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sulla Valle del Reno esistono ormai sedimentate negli anni, diverse criticità che rendono la viabilità  un  percorso  ad  ostacoli,  che  vanno  dalla  chiusura  della  statale  325  per  lavori  in  corso  in località  Gardelletta,  al  casello  di  Rioveggio  interrotto  a  più  riprese  nel  2012  e  nel  2019  e  ancora incompleto, al cantiere per i lavori di decostruzione e costruzione del Ponte Da Vinci, i lavori sulle gallerie della A1 di Monte Mario sempre a Sasso Marconi e per finire con il mancato collegamento tra  Pianoro  e  Sasso  Marconi  nelle  valli  del  Savena  e  Reno,  a  ciò  si  aggiungono  periodicamente ulteriori  criticità  come  ad  esempio  il  distacco  del  materiale  roccioso  in  località  La  Rupe  di  Sasso Marconi verificatosi a novembre 2022;

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il collegamento tra le vallate del Reno e del Setta, fra la Carbona e Pian di Setta o Rioveggio, rappresenterebbe  la  soluzione  ottimale  per  ridurre  i  tempi  di  percorrenza  e  per  collegare  questi territori in cui la viabilità risulta essere difficile, oltre che per garantire livelli più adeguati di sicurezza e competitività a tutto vantaggio dei cittadini e delle oltre 400 imprese insediate sul territorio;

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l’Assessore  Taruffi,  ha  recentemente  sostenuto,  che  la  Regione  “non  è  a  conoscenza  dei contenuti dello studio realizzato da Autostrade per l’Italia sulla bretella Reno-Setta” mentre sarebbe  auspicabile che il nostro Ente, rispetto ad un progetto già dichiarato prioritario dal Governo si attivi, seguendo l’esempio dei sindaci di Castel di Casio, Gaggio Montano, Monghidoro, Monzuno, Vergato e  San  Benedetto  Val  di  Sambro,  per  chiedere  al  Ministero  un  incontro  per  visionare  lo  studio elaborato da Autostrade;

 

Atteso che

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il progetto elaborato dai tecnici di Anas su richiesta della Regione prevede, per un costo di circa  600/700  milioni  di  euro,  un  intervento  di  oltre  20  chilometri,  da  Vergato  a  Sasso  Marconi  e prima  della  Rupe  di  Sasso,  e  ipotizza  un  collegamento  della  Strada  Statale  64  con  la  Strada Provinciale  325,  nei  pressi  del  casello  autostradale  Cinque  Cerri,  ma  nel  suo  complesso  non risolverebbe    le  criticità  legate  ai  tempi  di  percorrenza  per  arrivare  al  capoluogo  emiliano,   tantomeno agevolerebbe i transiti provenienti dalla Toscana, senza contare l‘impatto ambientale a seguito della realizzazione delle infrastrutture  e la necessità di dover poi costruire diversi viadotti sopra i corsi d’acqua per agevolare il passaggio;

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il  miglioramento  del  tempo  di  percorrenza  fra  Alto  Reno  e  Bologna  realizzando  invece  la bretella  Reno-Setta  consentirebbe  una  viabilità  veloce,  in  grado  di  collegare  i  due  punti  in  circa 35/40 minuti (A.Reno-Carbona 15’ – Carbona-Valle del Setta A1 10’ – Valle del Setta-Casalecchio di Reno  15’)  e  dimezzerebbe  i  tempi  attuali  di  percorrenza,  al  contrario  della  riqualificazione  della  Porrettana che migliorerebbe il tempo di percorrenza soli di pochi minuti;

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non si può inoltre continuare ad ignorare il problema della necessità di un miglioramento del collegamento tra Pianoro e Sasso Marconi nelle valli del Savena e Reno, anche se nel recente studio fattibilità della Città Metropolitana, relativo al miglioramento del collegamento fra Pianoro e Sasso Marconi nelle valli del Savena e del Reno, si legge che “gli effetti del collegamento sarebbero di fatto solo  a  beneficio  del  traffico  diretto  dal  versante  est  alla  rete  autostradale,  quindi  per  un  numero molto limitato di utenti”, perché è opinione consolidata che questa riflessione non corrisponde ai disagi che  rilevano quotidianamente coloro che vivono in quei territori, i soli a rendersi conto del reale miglioramento che avrebbe la viabilità con la realizzazione del collegamento delle Ganzole;

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il  medesimo  intervento  finanziario,  circa  600/700  milioni  di  euro,  se  indirizzato  alla realizzazione del  collegamento di Pianoro a Sasso Marconi, nelle valli del Savena e del Reno e del collegamento  della  Strada  Statale  64  con  la  Strada  Provinciale  325,  coadiuvato  anche  con  la realizzazione  della  Bretella  Reno    Setta,  finanziata  invece  quest’ultima  a  “tariffa”,  quale  nuovo investimento  ai  sensi  del  combinato  disposto  degli  artt.  19,  21  e  22  della  Convenzione  Unica  del 2007 tra Anas e Società Autostrade per l‘Italia, garantirebbe diversamente dal progetto regionale una riduzione dei tempi di percorrenza da e per il capoluogo bolognese, agevolando nel contempo il transito dei mezzi pesanti della vicina Toscana e svincolerebbe il finanziamento di circa 600/700 milioni  di  euro,  che  potrebbe  essere  utilizzato  per  realizzare  a  stralci  il  collegamento  fra  la Porrettana  e  il  casello  di  Sasso  Marconi  (per  risolvere  il  nodo  della  Rupe)  e  un  intervento  sulle Ganzole (vedi allegato con le due proposte);

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per dare sviluppo e futuro all’Appennino Bolognese è fondamentale garantire servizi, scuole, sanità, e potenziare le infrastrutture materiali e immateriali, assicurando un’adeguata viabilità che permetta  a  quel  territorio  di  non  rimanere  isolato,  mentre  oggi  la  tortuosità  della  strada  già  in condizioni  normali  rende  complicato  il  passaggio  dei  TIR,  che  creano  lunghe  file,  dovendo  salire quasi a passo d’uomo sui tornanti e i problemi si complicano quando nevica e c’è ghiaccio, come è successo nello scorso mese di gennaio, dove si sono verificati diversi casi di blocco del traffico in soli due giorni;

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 Art.19 Formula revisionale della tariffa media ponderata, Art.21 Componente X investimenti, Art.22 Componente per la remunerazione dei nuovi investimenti non inseriti alla data del 3 ottobre 2006 nel piano finanziario vigente alla stessa

data, dello “Schema di Convenzione Unica ai sensi dell’art 2 commi 82 e segg. del Dl 3 ottobre 2006 N. 262 convertito dalla legge 24 novembre 2006 N.286 e s.m.i”

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è necessario coordinare tutti gli investimenti tenendo conto comunque che il rafforzamento della  linea  ferroviaria  rappresenta  ad  ogni  modo  una  soluzione  più  che  ottimale  e  anche  più compatibile  a  livello  sia  economico  che  ambientale,  oltre  che  essere  in  linea  con  le  direttive dell’Unione Europea;

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l’assessore Corsini rispondendo alla mia interrogazione “oggetto 1584” relativa alla Bretella, ha affermato che rimane “sempre valida la possibilità di esplorare la fattibilità tecnico-economica di nuove soluzioni trasportistiche, qualora se ne ravvisi la necessità per risolvere particolari criticità, anche  in  variante  agli  strumenti  pianificatori  vigenti“  e  che  oggi  appare  più  che  opportuno, considerato  il  susseguirsi  dei  disagi  sulla  viabilità  dell’Appennino,  realizzare  il  collegamento  di Pianoro a Sasso Marconi nelle valli del Savena e del Reno e costruire sia la Bretella Reno – Setta che il  collegamento  della  Strada  Statale  64  con  la  Strada  Provinciale  325,  per  dare  finalmente  una soluzione anche al nodo della Rupe sulla statale di Sasso Marconi;

 

Impegna il Presidente e la Giunta Regionale

a valutare, per una riduzione dei tempi di percorrenza da e per il capoluogo bolognese, la  realizzazione  della  Bretella  Reno    Setta,  quale  opera  strategica  e  nuovo  investimento finanziabile   “a   tariffa”   secondo   il   combinato   disposto   degli   artt.   19, 21   e   29  della Convenzione Unica del 2007 tra Anas e Società Autostrade per l‘Italia,  per la risoluzione dei  problemi  legati  alla  mobilità  ordinaria  ed  alla  sicurezza  stradale,  oltre  che  per  il  rilancio dell’economia e del turismo dell’Appennino Bolognese

ad utilizzare i fondi ora previsti per la realizzazione della riqualificazione della Strada Statale Porrettana  fra  Vergato  e  Sasso  Marconi,  che  ammonterebbero  a  circa  600/700  milioni  di euro,  secondo  quanto  afferma  l’assessore  Taruffi,  per  realizzare  lo  studio  di  fattibilità  e  le relative infrastrutture per il  collegamento fra Pianoro a Sasso Marconi, nelle valli del Savena e del Reno e per il collegamento della Strada Statale 64 con la Strada Provinciale 325 in zona casello autostradale Sasso Marconi sud, per una riduzione dei tempi di percorrenza da e per il capoluogo e per il transito dei mezzi e utili anche per un rilancio turistico ed economico dell’Appennino,  considerato  che  l’economia  montana  attualmente  risulta  sempre  più penalizzata da una viabilità ormai datata e risalente ai primi del ‘900. 

Primo firmatario

Marco Mastacchi 

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