mercoledì 28 luglio 2021

Quando Marco Leoni era un ‘cinno’, promessa del calcio bolognese

Ci è giunto da uno dei nostri lettori un aneddoto che vuole ricordare l’amico d’infanzia Marco Leoni e che racconta della sua grande passione per il calcio.

Con piacere la proponiamo perché l’abbiamo sempre nel cuore

 


  

Marco, io e un altro,  a quei tempi potevamo avere 12 o 13 anni, come tutti i ragazzi di quell'età avevamo solo la passione di  giocare a calcio e ogni angolo del paese era buono per praticare il nostro sport  preferito.

 In quegli anni la piazza di Sasso era un parcheggio per auto, c’era la baracchina dei gelati e l'edicola dei giornali,  pertanto era molto frequentata.

 Spesso nel pomeriggio, approfittando della piazza vuota e delle pochissime  auto parcheggiate, i giovani del paese davano vita a partite di calcio improvvisate.

 Quando i giocatori non erano in numero sufficiente davano la possibilità anche a noi ‘cinni’ di unirci a loro.

 E quel giorno toccò anche a noi tre di avere "l'onore" di essere inseriti fra i "grandi".

Ad un tratto vedemmo arrivare con la bici il vigile del paese. Nessuno si scompose e la partita continuò tranquillamente.

Poi, poco per volta, i più grandi cominciarono ad andarsene,  mentre venivano inseriti nelle due formazioni altri della nostra età.

Quando anche l'ultimo degli adulti se ne fu  andato, il vigile appoggiò la bicicletta ad un albero, venne verso di noi e chiese a ciascuno  le generalità. Per tutti era in arrivo una multa per avere giocato a calcio in una zona proibita dai regolamenti comunali .

Il vigile riuscì a farsi dare i dati da tutti i ragazzi tranne che da Marco, dallo scrivente e dal terzo nostro amico. Contestavamo al vigile di non essere intervenuto quando erano sulla piazza anche persone adulte.

Non riuscendo ad avere soddisfazione, il vigile chiamò allora i carabinieri che, con minacce varie, tipo l'arresto ed altro, riuscirono ad avere anche i nostri dati.

Tutti i ragazzi che avevano dato subito le proprie generalità furono perdonati, mentre noi tre ricevemmo a casa una multa di £ 10.000,  poi abbassata a £ 5.000 per gentile concessione del sindaco.

Marco, che in quegli anni era una giovanissima promessa del calcio bolognese,  promise al vigile che se avesse fatto carriera come  giocatore,  avrebbe chiesto alla società di non fare mai entrare alle partite il vigile.

 

Uno dei cinni di Sasso anni ‘60

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo aneddoto !!

Io , un altro “cinno” , a quei tempi abitavo vicino alla Piazza e ricordo benissimo chi era il “Vigile zelante con la bici accostata ad un tiglio“ !!

Rammento anche che poi migrammo nell’ area bassa , dietro alla Piazza , tra la facciata destra della Chiesa ed il vecchio Cinema all’aperto (oggi Parco Marija Gimbutas ).
Gli alberi di tiglio fungevano da linee laterali.

Poi “abusivamente” qualche anno più tardi , provammo a spostarci nel campetto del Prete.

Ma Don Dario non lo consentiva : ci requisiva il pallone di plastica e lo forava !

Già allora ci chiedevamo quale fosse la scelta più economica da attuare : pagare la multa o ricomprare un pallone ??

Ciao Marco

Carla e Andrea Leoni ha detto...

Che meraviglia, grazie per aver condiviso un ricordo simile in cui ritrovo in pieno la figura di Marco!
Davvero grazie,
Carla e Andrea Leoni