venerdì 28 agosto 2020

Pomodoro da industria, via libera agli indennizzi per gli agricoltori danneggiati

Confagricoltura E. Romagna: «Vogliamo dire “grazie” a Mipaaf e Regione per l’intervento risolutivo. Bene l’OI Pomodoro da industria del Nord Italia e le Op che hanno serrato le fila a sostegno delle imprese produttrici»
 
di Barbara Bertuzzi 

«È durante la tempesta che conosciamo il navigatore – dichiara, parafrasando le parole di Seneca, il presidente dei produttori di pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia Romagna, Giovanni Lambertini -. Vogliamo dire “grazie” al Ministero delle Politiche Agricole e all’Assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, in visita stamane alla filiera del pomodoro nel Parmense, per l’intervento tempestivo e risolutivo: l’ok sugli indennizzi agli agricoltori danneggiati dalle anomalie del clima. Il nostro plauso va anche all’OI Pomodoro da industria del Nord Italia e alle Organizzazioni di produttori (Op), che hanno serrato le fila a sostegno delle imprese produttrici».
 
Il Mipaaf ha infatti autorizzato le Op ortofrutticole ad attivare, su richiesta, l’intervento di ‘mancata raccolta’ del pomodoro da industria nell’ambito della Misura 6 dei programmi operativi “prevenzione e gestione delle crisi di mercato”. La procedura è partita, adesso le Op potranno presentare alla Regione la modifica del proprio programma operativo e comunicarlo all’organismo pagatore.
 
Una risposta veloce, che accoglie le richieste di Confagricoltura, soprattutto per l’Emilia Romagna dove sono oltre 25.300 gli ettari coltivati su un totale complessivo di 37.071 nel bacino del Nord Italia, che include anche Lombardia, Piemonte, Veneto. Qui il caldo eccessivo ha favorito la maturazione in contemporanea delle bacche, rendendo complicato, talora impossibile, il ritiro del pomodoro pronto per la raccolta da parte delle industrie, già operanti al massimo della propria capacità produttiva.
 
«La catena del valore ha lavorato bene e unita: nessuna programmazione produttiva può vincere le pazzie del clima». Lambertini tiene a sottolineare, in particolare, «l’impegno profuso dalla parte industriale per limitare l’impatto di questa “tempesta perfetta”. Un’annata difficile fin dalla messa a dimora delle nuove piantine, lo scorso marzo, in pieno lockdown, e poi - conclude il produttore piacentino - è proseguita così, tra le avversità meteo e con l’handicap di due stabilimenti attivi in meno, rispetto alla campagna precedente, in grado di soddisfare le richieste di ritiro e trasformazione».

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