Confagricoltura
E. Romagna: «Vogliamo dire “grazie” a Mipaaf e Regione per
l’intervento risolutivo. Bene l’OI Pomodoro da industria del Nord
Italia e le Op che hanno serrato le fila a sostegno delle imprese
produttrici»
di
Barbara Bertuzzi
«È
durante la tempesta che conosciamo il navigatore – dichiara,
parafrasando le parole di Seneca, il presidente dei produttori di
pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia Romagna, Giovanni
Lambertini -. Vogliamo dire “grazie” al Ministero delle
Politiche Agricole e all’Assessore regionale all’Agricoltura,
Alessio Mammi, in visita stamane alla
filiera del pomodoro nel Parmense, per l’intervento
tempestivo e risolutivo: l’ok sugli indennizzi agli agricoltori
danneggiati dalle anomalie del clima. Il nostro plauso va anche
all’OI Pomodoro da industria del Nord Italia e alle Organizzazioni
di produttori (Op), che hanno serrato le fila a sostegno delle
imprese produttrici».
Il
Mipaaf ha infatti autorizzato le Op ortofrutticole ad attivare, su
richiesta, l’intervento di ‘mancata raccolta’ del pomodoro da
industria nell’ambito della Misura 6 dei programmi operativi
“prevenzione e gestione delle crisi di mercato”. La procedura è
partita, adesso le Op potranno presentare alla Regione la modifica
del proprio programma operativo e comunicarlo all’organismo
pagatore.
Una
risposta veloce, che accoglie le richieste di Confagricoltura,
soprattutto per l’Emilia Romagna dove sono oltre 25.300
gli ettari coltivati su un totale complessivo di 37.071 nel
bacino del Nord Italia, che include anche Lombardia, Piemonte,
Veneto. Qui il caldo eccessivo ha favorito la maturazione in
contemporanea delle bacche, rendendo complicato, talora impossibile,
il ritiro del pomodoro pronto per la raccolta da parte delle
industrie, già operanti al massimo della propria capacità
produttiva.
«La
catena del valore ha lavorato bene e unita: nessuna programmazione
produttiva può vincere le pazzie del clima». Lambertini tiene a
sottolineare, in particolare, «l’impegno profuso dalla parte
industriale per limitare l’impatto di questa “tempesta perfetta”.
Un’annata difficile fin dalla messa a dimora delle nuove piantine,
lo scorso marzo, in pieno lockdown, e poi - conclude il produttore
piacentino - è proseguita così, tra le avversità meteo e con
l’handicap di due stabilimenti attivi in meno, rispetto alla
campagna precedente, in grado di soddisfare le richieste di ritiro e
trasformazione».
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