di
Marco Leoni
ARISTOTELE
:
La Politica
(2° parte)
Lezione
di Matteo Saudino fantastico prof. di filosofia
Le
forme di governo per Aristotele sono tre: la
MONARCHIA , L’ARISTOCRAZIA e la POLITEIA.
Sono
tre buone forme di governo ma la migliore è la monarchia mista
magari all’aristocrazia, la peggiore è la Democrazia perché è il
governo tendenzialmente dei demagoghi, delle persone spesso mediocri
e incapaci. Ma queste tre forme di governo hanno un problema: hanno
la possibilità di degenerare .
Alle
tre forme di governo corrispondono altrettante forme degenerative,
governi cattivi, e cosa caratterizza un governo buono da un governo
cattivo ?
La
monarchia è un buon governo quando c’è un re saggio ovviamente ma
che governa attraverso delle leggi sottoponendosi anch’esso a
queste leggi. I
greci come i romani non consideravano la politica divina, non
veneravano l’uomo politico, questa è la grandezza dei greci e dei
Romani. La
politica è una cosa umana ma una cosa umana è buona quando il
governatore, il re, governa con delle leggi su dei sudditi ma senza
avere degli accoliti, degli amici a cui fare dei favori. Tipico è
il tiranno: il tiranno è il monarca mediocre che non governa in
maniera giusta, attraverso leggi universali uguali per tutti ma
governa attraverso il privilegio, i vantaggi per i propri accoliti e
i propri amici. Ecco che la tirannide è il governo che fa i favori
agli amici e discrimina invece gli altri sudditi.
Il
governo dell’aristocrazia è il governo degli uomini migliori,
possono essere i dotti, i saggi, le persone che hanno studiato e
conoscono le leggi, che legiferano, conoscono l’economia, conoscono
innanzitutto la Giustizia ci direbbe anche Platone, però quando non
governano i migliori ma governano i peggiori nascono le oligarchie.
Le oligarchie sono spesso economiche, militari, famigliaristiche.
Governano i migliori? No, governano i peggiori i mediocri coloro che
con un abuso di potere, con una rottura si sono instaurati al governo
della città ma non governano con le leggi universali uguali giuste
per tutti ma facendo favori, usando spesso la violenza, favorendo i
propri amici, avendo una visione particolaristica e non
universalistica del governo.
Chi
governa deve avere a cuore la totalità e non solo la particolarità
perché se governo solo per una parte la restante esclusa declinerà
e come un cancro porterà la malattia a divorare completamente la
polis, incattivisce la convivenza comune quando chi governa fa favori
e vantaggi per pochi.
Poi
c’è la democrazia, la democrazia che non è già una buona forma
di governo perché governano i demagoghi spesso ignoranti e
impreparati e diventa una forma, una sorta, di democrazia degenerata
e cattiva quando i demagoghi e i mediocri governano in maniera del
tutto passionale irrazionale, in maniera impreparata, promettendo
cose che non si possono realizzare, stipulando alleanze sbagliate.
Condurranno a guerre e a sciagure.
Ovviamente
non tutte le città possono avere la stessa costituzione, Aristotele
considera diverse costituzioni, quelle che possono essere più adatte
a una città o più a un altra. Non per tutti varrà la monarchia,
non per tutti varrà l’aristocrazia perché c’è una eterogeneità
del tessuto sociale di cui la Classe politica che governa dovrà
tenere conto.
Questa
è in sintesi la visione politica di Aristotele, il teorico dell’uomo
come animale politico, dell’uomo che si associa con altri uomini e
la espone con molte teorie che oggi paiono ovviamente superate, visti
appunto gli elementi discriminatori addirittura quali razzismi ma che
nell’intenzione originaria hanno come obiettivo quello del buon
governo quello del governo degli uomini giusti, hanno come obiettivo
quello del governo delle buone leggi che permettono la convivenza
civile.
Il
buon governo è l’obiettivo che va realizzato, un governo
realizzabile ma che
sia un buon governo cioè finalizzato comunque alla felicità, alla
convivenza, alla convivenza fondata su delle buone leggi e le buone
leggi sono quelle giuste sono quelle universalistiche non quelle che
fanno gli interessi particolari, un
buon governo c’è quando non ci sono leggi ad personam.
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