La rassegna, nell'ambito di “Donne fuori dall’angolo, parte dal desiderio
di rendere vivo un monumento dedicato al maternage di massa attuato
dalle partigiane durante la guerra di liberazione dal nazifascismo
L’Associazione
Culturale Youkali APS dà il via alla terza edizione della rassegna
di teatro civile al femminile Feminologica
nel
parco di Villa Spada, presso l’anfiteatro che fa parte del
Monumento alle 128 cadute partigiane della Provincia di Bologna.
Feminologica
vuole
essere un discorso sulle donne condotto da donne, da artiste che
attraverso il proprio impegno teatrale raccolgono l’eredità delle
partigiane che hanno dato un contributo alla fondazione della nostra
Repubblica, allargando poi lo sguardo a comprendere tante diverse
forme di resistenza delle donne nella storia, come dovere di
testimonianza e per la difesa della libertà e dei diritti di tutti e
tutte.
La
rassegna, inserita nel cartellone di Bologna
Estate 2020,
è sostenuta quest’anno dalla Regione
Emilia Romagna Assessorato alle Pari Opportunità
attraverso il progetto “Donne
fuori dall’angolo”
che vede tra i partner anche Cospe
e Sofos
divulgazione delle scienze
e tra le collaborazioni UDI
Bologna,
ANPI
Saragozza Sezione “Ferruccuio Magnani”,
AICS
Bologna
e le Associazioni
culturali Rimacheride Teatro e Medinsud.
Donne
fuori dall’angolo è
un progetto che si snoda lungo tutto il 2020 e comprende, oltre la
rassegna teatrale Feminologica
3,
una
trasmissione radiofonica in 10 puntate “Donne
fuori dall’angolo”
in onda, il primo mercoledì di ogni mese su Radio
Città Fujiko
e laboratori didattici nelle scuole dell’appennino bolognese
dedicati al contrasto degli stereotipi di genere e alla promozione
delle materie stem presso le giovani.
Feminologica
3
si apre oggi, giovedì
27 agosto alle
21, con “Medea
e Clitennestra”
a
cura dell’Associazione
Tra un atto e l’altro con
Angela Malfitano. Lo
spettacolo parte dalla rilettura delle due figure della mitologia
greca
compiuta
da due grandi autori del ‘900: Dario
Fo e
Marguerite Yourcenar per
approdare a una nuova riscrittura scenica realizzata dalla
protagonista.
Medea
è un monologo che la stessa Franca
Rame
ha aiutato Malfitano
a montare all’inizio della messa in scena. Si rifà alla commedia
dell’arte e alla tradizione dei “maggi” umbro-toscani. In un
meraviglioso italiano rinascimentale, Medea con determinazione vive
la sua presa di coscienza. Si confronta con le donne di Corinto e
rivendica giustizia per sé, straniera e ripudiata dal marito Giasone
come madre e moglie.
Clitennestra,
la mitica regina di Micene, moglie di Agamennone, si presenta davanti
a un’immaginaria corte di giudizio dopo aver ucciso il marito e
l’amante di lui, Cassandra. La rilettura di Marguerite
Yourcenar
della vicenda ci restituisce una donna forte e innamorata con tutte
le sue ragioni e i suoi dolori. Malfitano ha tratteggiato una figura
di stupore doloroso e di innocenza, di ironia e candore macchiate da
tinte grottesche. La regina Clitennestra
si trasforma da barbona di strada ad eroina tragica. La guitta che
recita stancamente la sua parte trasforma le sue iniziali leggerezze
in parole pesanti. Racconta del tempo dell’abbandono prima,
dell’amore per Egisto poi e, infine, del ritorno dalla guerra di
Troia di un eroe stanco, di un dio caduto: Agamennone.
Le
due figure del mito greco fanno parte del percorso di attrice-autrice
di Angela Malfitano richiamate dal suo interrogarsi sul femminile e
temi di genere, sul “potere e non potere” delle donne; ma anche
dalla ricerca di bellezza. Medea
e Clitennestra.
riguardate al di fuori del loro tempo, delle caste sociali ed
economiche che da sempre hanno dato cornice al loro esistere. Non c’è
giudizio, il loro grido ci scuote ancora.
In
caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato al 29 agosto.
Il
4
settembre l’appuntamento
sarà duplice: alle 19 l’incontro “La
memoria della resistenza al femminile”
a
cura di ANPI
Saragozza Sezione “Ferruccio Magnani” con
Doda
Pancaldi,
ingresso gratuito su prenotazione; alle ore 21:00 andrà in scena lo
spettacolo “Per
il pane, la pace e la libertà”
dedicato alle straordinarie azioni quotidianamente svolte durante la
guerra di liberazione dai nazifascisti, dalle partigiane di Bologna
così come dalle donne partigiane di tante altre città dell’Italia
occupata. In scena l’autrice e regista Simona
Sagone
insieme a Sara
Graci e
al musicista Mirco
Mungari.
Il
testo racconta la storia di nonna Lia, rivissuta dalla nipote
attraverso il diario della nonna ricevuto in eredità. Attraverso
l’immaginaria figura di Lia, divenuta la partigiana Marcella nei
terribili anni della guerra e poi tornata ad essere un’onesta
operaia fino alla pensione. In scena vengono ricordate tutte le
partigiane che allora hanno consapevolmente partecipato a tante
azioni pericolose, ma non hanno voluto chiedere, a guerra finita, il
riconoscimento come partigiane. In Provincia di Bologna solo 1850
donne chiesero il riconoscimento, sicuramente furono molte di più
quelle che parteciparono coraggiosamente alla Resistenza, anche se è
difficile stimarne il numero.
Non
si è combattuta la guerra solo con le armi in pugno, ma anche
preparando a maglia un indumento caldo per i compagni partigiani,
offrendo gli ultimi spiccioli per aiutare altre donne rimaste senza
sostegni economici, curando malati e feriti negli scontri, rischiando
la vita per ottenere razioni supplementari di grassi, sale e zucchero
per sfamare figli e genitori anziani.
Come
raccontano le testimonianze e i numerosi studi di genere realizzati
negli ultimi decenni, in quei giorni ogni donna fu madre di tutti gli
italiani ed ebbe il coraggio di lottare per accorciare anche di un
solo giorno quella terribile carneficina.
In
caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato al 5 settembre.
Il
9
settembre
andrà in scena, sempre alle ore 21:00, il “Lamento
di Luisa Brancaccio sulla morte di sua figlia Isabella di Morra”
testo
di Mirco
Mungari
con Guido
Sodo,
Gaia
d’Elia
e Mirco
Mungari alle
musiche, Simona
Sagone
e Luisa
Vitali,
voci. A cura di Youkali
e
Made
in Sud.
Il
lamento nasce per rimettere le
donne al centro della Storia e
in particolare per dar voce, poetica prima che drammaturgica, a Luisa
Brancaccio,
madre costretta ad assistere attorno al 1545, nel silenzio, al
barbaro omicidio, oggi diremmo femminicidio,
della figlia Isabella
di Morra,
partecipe del destino di generazioni di mogli, sorelle e madri
annichilite dalla storia scritta, col sangue delle donne, dai maschi.
In
questo breve testo Luisa
riprende voce dopo cinquecento anni e finalmente racconta, in un
inarrestabile flusso di ricordi e di dolore, la sua verità sulla
morte della figlia. La voce di Isabella
inframezza il suo racconto, alternando i suoi versi premonitori al
ricordo della madre; la figlia rivive nel ricordo, ma appare presente
e ineluttabile nella narrazione fuori dal tempo.
La
voce di Luisa
Brancaccio
si amplifica fino a diventare il lamento di ogni donna cancellata
dalla violenza della storia; nel buio del nostro presente, la sua
figura vuol essere insieme un omaggio e un monito, un fiore sulla
tomba di ciascuna donna invendicata, martoriata e obliata da una
memoria troppo spesso ostaggio del maschio.
In
caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato all’11 settembre.
Il
13
settembre
alle 21:00 l’attrice Luisa
Vitali
sarà protagonista del reading di Associazione
Rimacheride
“Le
eredità di Vittoria Giunti”
insieme
alla musicista Eleonora
Beltramello. La
drammaturgia narra la
storia di una donna e insieme di un paese e di quello che il suo seme
ha prodotto cambiando tanti destini personali, nella semplice
profondità del “ciò che è” di cui parlava Brecht.
"Una
storia ascoltata quasi per caso, una fascinazione che ha
immediatamente stimolato l'urgenza di raccontarla" racconta
Luisa
Vitali
che ha adattato per la scena la narrazione di Gaetano
Alessi,
il giovane autore del libro “Le
eredità di Vittoria Giunti”.
Vittoria Giunti nasce a Firenze nel 1917 e cresce in fretta
partecipando alla lotta partigiana, diventando dirigente del Partito
Comunista e poi componente durante la Costituente di diverse
commissioni nazionali tra cui la commissione nazionale per il voto
alle donne. Studia matematica e fisica all'università di Roma e
diventa assistente all'università di Firenze. Direttrice della Casa
della Cultura a Milano, primo Sindaco donna della Sicilia nel 1956 a
Santa Elisabetta (Agrigento) e tra le direttrici della rivista “Noi
donne”. Muore nel 2006 nella piccola città di Raffadali, nella
quale e per le cui sorti ha combattuto fino alla fine.
Lo
stile con cui Gaetano Alessi la racconta è semplice e affettuoso,
non lascia spazio a malinconie per l'amica/maestra scomparsa ma ne
raccoglie la forza, la femminilità e l'intraprendenza. Da questo
stile narrativo è partita Luisa
Vitali
per giungere alla sua Vittoria Giunti sul palcoscenico.
In
caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato al 17 settembre.
La
breve rassegna si concluderà il 15
settembre
con un doppio appuntamento: l’incontro “Scrittura
in carcere – l’esperienza di UDI a la Dozza”
alle
19:00 a cura di UDI
Bologna
con
Katia Graziosi e
Alba
Piolanti e
lo spettacolo finale alle 21:00 “Il
fronte delle donne”:
un viaggio lungo il fronte interno delle donne nella
Bologna
del
’15- ’18 attraverso tutte le classi sociali.
Lo
spettacolo, riallestito
in forma teatrale stanziale e presentato nel 2018 in Certosa come
itinerante,
vedrà in scena Simona
Sagone,
autrice e regista della pièce, e il polistrumentista Mirco
Mungari con
la partecipazione dell’attrice Sara
Graci.
Lo
spettacolo metterà in luce il protagonismo femminile nella vita
politica e sociale del Paese come produttrici di pensiero su riviste
e giornali, lavoratrici capaci di rivendicare i propri diritti,
sindacaliste, “imprenditrici morali” del conflitto coinvolte in
opere assistenziali o instancabili ricercatrici di notizie sulle
sorti dei soldati con cui le famiglie avevano perso i contatti.
Gli
spettatori incontreranno una tranviera anarchica, la socialista
Argentina
Altobelli prima
Segretaria della FNLT, l’insegnante della Regia Scuola Normale
Laura Bassi nonché ispettrice generale dell’Ufficio Notizie Gida
Rossi,
le madrine di guerra Teresa
e Ida
Follie
e la fondatrice dell’Ufficio Notizie alle famiglie dei militari di
terra e di mare Contessa Lina
Bianconcini Cavazza. Quest’ultima
verrà
rappresentata
nel giorno della cerimonia solenne di chiusura dell’Ufficio Notizie
il 30 giugno 1919 con la consegna di attestati di benemerenza e
medaglie alle volontarie da parte dell’allora Ministero della
Guerra.
In
caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato al 16 settembre.
Per
tutta la durata della rassegna “Feminologica” sarà allestito un
punto ristoro a cura del
Circolo Arci Guernelli e
il tavolo dei libri al femminile in collaborazione con
Libreria Trame.
La
prenotazione agli spettacoli è obbligatoria per il protocollo
sanitario e, al momento della prenotazione, telefonica o tramite
mail, è possibile scegliere fra tre modalità di pagamento: bonifico
bancario sul conto dell’Associazione Culturale Youkali (Emil Banca:
IT96N0707202409032000131803 - almeno 2 gg prima dell'evento); PayPal
(il link per l’invio del denaro sul conto PayPal di Youkali verrà
inviato dopo la prenotazione telefonica o via mail) o in contanti, la
sera stessa dello spettacolo.
Programma
completo su www.youkali.it
e sulle pagine facebook Feminologica e Associazione Culturale
Youkali.
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