A
Castiglione dei Pepoli un convegno sugli esiti della sperimentazione.
La lotta alle cidie, farfalle che minacciano il raccolto delle
castagne, presenta nuove prospettive: dopo due anni di
sperimentazione è disponibile un prodotto biologico che permette di
recuperare fino al 25% della produzione
Riceviamo
Si
terrà domani, sabato 17 novembre, alle 15, nella sala consiliare di
Castiglione dei Pepoli, il convegno dal titolo “La lotta al
bacato del castagno”. Saranno presentati la metodologia e i
risultati di due anni di sperimentazione effettuata dal Consorzio
Castanicoltori dell’Appennino bolognese contro la cidia (o
tortice), un insetto le cui larve provocano la nascita di frutti
cosiddetti “bacati”.
Si tratta di piccole farfalle che d’estate
depongono le uova sui ricci. Le larve penetrano nei frutti poi
estendersi all’interno, provocando danni che possono raggiungere il
50% e oltre del raccolto.
Il
controllo delle cidie con il contenimento fisico-meccanico o i
trattamenti insetticidi spesso si rivela poco efficace o
eccessivamente oneroso. Negli ultimi anni però la ricerca
universitaria ha condotto alla realizzazione di un nuovo prodotto
ecosostenibile: un filo bio-degradabile impregnato di feromoni
specifici che, rilasciati nell’ambiente per un paio di mesi,
impediscono l’accoppiamento degli insetti adulti e diminuiscono la
quantità di larve.
Relatori
del convegno saranno il presidente del Consorzio Castanicoltori Renzo
Panzacchi, Benedetto Accinelli della ISAGRO Spa, l'azienda
che produce il prodotto biologico impiegato contro le cidie e Massimo
Bariselli del Servizio Fitosanitario della Regione
Emilia-Romagna.
«Abbiamo
avviato da un paio d’anni la sperimentazione contro le cidie nel
territorio di Loiano e i risultati sono più che positivi. I dati di
cui disponiamo al momento parlano di un calo delle castagne “bacate”
dal valori compresi tra il 35-45% del raccolto al 18-20%» spiega
Renzo Panzacchi.
«Si tratta di un recupero di quasi il 25% della produzione che ha
delle ricadute economiche notevoli. Il tutto senza l’uso di
prodotti chimici o pesticidi, con un sistema biologico. Il prodotto
ormai è disponibile anche nell’area dei comuni dell’Unione
dell’Appenino bolognese per cui contiamo di incontrare i
castanicoltori per spiegarne le potenzialità».
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