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Gara record
di Trenitalia (gruppo Fs) per l'acquisto di 500 treni pendolari: una commessa
che vale complessivamente 4,5 miliardi. Sono treni che andranno tutti al
trasporto regionale con l'obiettivo di rinnovare drasticamente la flotta in
vista dei rinnovi contrattuali della società con le Regioni. La commessa sarà
assegnata con il sistema europeo dell'accordo quadro e diventerà quindi
effettiva nel tempo: si partirà intanto con una prima tranche già operativa di
96 treni per l'Emilia-Romagna, valore intorno ai 760 milioni. In quella
regione, infatti, Fs hanno vinto la gara lo scorso 7 luglio. Dei 500 treni
richiesti da Fs al mercato 300 saranno convogli elettrici ad alta capacità
(cioè con oltre 450 posti seduti), 150 saranno convogli elettrici a bassa
capacità, 50 saranno treni diesel.
La commessa appare come una vera e propria svolta nella strategia di investimento del gruppo Fs. Concorda il direttore del servizio trasporto regionale di Trenitalia, Orazio Iacono. «Il governo, nostro azionista, ci ha dato una chiara indicazione strategica di priorità per il trasporto regionale e locale - dice - e questo è il primo segno evidente di questa strategia.
Nei prossimi anni il potenziamento e il miglioramento qualitativo del trasporto locale è la priorità per il gruppo Fs e la criticità principale in questo percorso è proprio quella della flotta». Oggi la flotta dei treni regionali di Trenitalia è composta di mille treni, il 60% dei quali hanno un'anzianità superiore ai 25 anni, mentre il 40% è stato rinnovato più o meno di recente. «Con i contratti-ponte rinnovati con le Regioni dal 2014 a oggi e in attesa della nuova stagione di gare in arrivo - spiega Iacono - abbiamo avuto un cash flow che ci ha consentito di finanziare investimenti per circa 600 milioni: quando i treni arriveranno avremo portato la quota di rinnovo della flotta dal 40 al 50%. La gara bandita nei giorni scorsi nasce con l'intento di rinnovare il restante 50%».
Gli investimenti in material rotabile sono infatti tutti ion autofinanziamento, con mutui aperti sulla base di contratti firmati che garantiscano un cash flow nel tempo. Dalle Fs arriva con questa gara un segnale forte di rilancio della strategia aziendale e, in particolare, degli investimenti, proprio sul terreno più delicato per il gruppo. Confermati i brillanti risultati del trasporto ad alta velocità e i risultati attesi sul piano delle infrastrutture (che pure saranno sempre più orientate a favorire il miglioramento del servizio nel trasporto regionale e nelle città), era il settore del trasporto locale quello su cui il gruppo guidato da Michele Mario Elia voleva svolgere questa azione di rilancio forte.
Questione aziendale, trasportistica e politica al tempo stesso quella del trasporto regionale. Aziendale perché il piano industriale del gruppo sottolinea come da questo versante arrivino le maggiori potenzialità di espansione del servizio ferroviario e di miglioramento del rapporto con i clienti. Sul piano trasportistico perché le criticità del sistema della mobilità si sono andate cumulando soprattutto nella scala urbana e regionale: non solo l'impegno di Fs negli anni scorsi è stato inferiore rispetto all'alta velocità, ma anche le difficoltà istituzionali nei rapporti fra il committente Regione e l'azienda Fs hanno avuto bisogno di essere drasticamente riformati, riaffermando il valore contrattuale e non politico di questo rapporto.
Infine, sul piano politico il trasporto regionale è la partita politica più delicata per Fs perché è il governo a chiedere la svolta, ma soprattutto perché in questo settore incombe l'apertura di una nuova stagione di gare. Fs ha sempre ribadito la propria assoluta posizione favorevole alle gare e alla concorrenza, purché con regole certe. E mettere in moto la macchina di un appalto gigantesco da utilizzare via via che le gare si presentano è un modo anche per essere competitivi nel dare risposte rapide alle Regioni che chiedono servizi più efficienti in tempi rapidi. Resta il fatto che l'accordo quadro consente di attivare effettivamente tranche di commesse nel momento in cui la gara è vinta o comunque il contratto fra Regione e Trenitalia è rinnovato.
La commessa appare come una vera e propria svolta nella strategia di investimento del gruppo Fs. Concorda il direttore del servizio trasporto regionale di Trenitalia, Orazio Iacono. «Il governo, nostro azionista, ci ha dato una chiara indicazione strategica di priorità per il trasporto regionale e locale - dice - e questo è il primo segno evidente di questa strategia.
Nei prossimi anni il potenziamento e il miglioramento qualitativo del trasporto locale è la priorità per il gruppo Fs e la criticità principale in questo percorso è proprio quella della flotta». Oggi la flotta dei treni regionali di Trenitalia è composta di mille treni, il 60% dei quali hanno un'anzianità superiore ai 25 anni, mentre il 40% è stato rinnovato più o meno di recente. «Con i contratti-ponte rinnovati con le Regioni dal 2014 a oggi e in attesa della nuova stagione di gare in arrivo - spiega Iacono - abbiamo avuto un cash flow che ci ha consentito di finanziare investimenti per circa 600 milioni: quando i treni arriveranno avremo portato la quota di rinnovo della flotta dal 40 al 50%. La gara bandita nei giorni scorsi nasce con l'intento di rinnovare il restante 50%».
Gli investimenti in material rotabile sono infatti tutti ion autofinanziamento, con mutui aperti sulla base di contratti firmati che garantiscano un cash flow nel tempo. Dalle Fs arriva con questa gara un segnale forte di rilancio della strategia aziendale e, in particolare, degli investimenti, proprio sul terreno più delicato per il gruppo. Confermati i brillanti risultati del trasporto ad alta velocità e i risultati attesi sul piano delle infrastrutture (che pure saranno sempre più orientate a favorire il miglioramento del servizio nel trasporto regionale e nelle città), era il settore del trasporto locale quello su cui il gruppo guidato da Michele Mario Elia voleva svolgere questa azione di rilancio forte.
Questione aziendale, trasportistica e politica al tempo stesso quella del trasporto regionale. Aziendale perché il piano industriale del gruppo sottolinea come da questo versante arrivino le maggiori potenzialità di espansione del servizio ferroviario e di miglioramento del rapporto con i clienti. Sul piano trasportistico perché le criticità del sistema della mobilità si sono andate cumulando soprattutto nella scala urbana e regionale: non solo l'impegno di Fs negli anni scorsi è stato inferiore rispetto all'alta velocità, ma anche le difficoltà istituzionali nei rapporti fra il committente Regione e l'azienda Fs hanno avuto bisogno di essere drasticamente riformati, riaffermando il valore contrattuale e non politico di questo rapporto.
Infine, sul piano politico il trasporto regionale è la partita politica più delicata per Fs perché è il governo a chiedere la svolta, ma soprattutto perché in questo settore incombe l'apertura di una nuova stagione di gare. Fs ha sempre ribadito la propria assoluta posizione favorevole alle gare e alla concorrenza, purché con regole certe. E mettere in moto la macchina di un appalto gigantesco da utilizzare via via che le gare si presentano è un modo anche per essere competitivi nel dare risposte rapide alle Regioni che chiedono servizi più efficienti in tempi rapidi. Resta il fatto che l'accordo quadro consente di attivare effettivamente tranche di commesse nel momento in cui la gara è vinta o comunque il contratto fra Regione e Trenitalia è rinnovato.
Giorgio
Santilli
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