domenica 20 settembre 2015

Vogliamo finalmente fare chiarezza sul reale numero di morti per infortunio sul lavoro?



Di Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
http;//cadutisullavoro.blogspot.it

1)    L’Osservatorio Indipendente di Bologna è l’unico in Italia a monitorare TUTTI i morti per infortuni sul lavoro, nessuno escluso e indipendentemente dal lavoro che svolge la vittima, o che disponga o meno di un’assicurazione.  I morti per infortuni  sui LUOGHI DI LAVORO non sono mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. Sono oggi dall’inizio dell’anno a oggi 15 settembre 478 sui LUOGHI DI LAVORO (oltre 1000 se si aggiungono tutti quelli che muoiono in altri contesti). Erano sui luoghi di lavoro 457 il 15 settembre del 2014 +4,6%, erano 437 lo stesso giorno del 2008 +8,6%. In questi anni nessun calo favoloso, ma aumenti, nonostante un numero enorme lavoratori ha perso il lavoro da quell’anno. I morti si sono solo trasferiti da categorie protette ad altre che non lo sono o che hanno un’assicurazione diversa dall’INAIL. A queste morti occorre sempre ricordare che si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere i morti per lo meno  raddoppiano.  Ma queste vittime, se in regola sono riconosciute dallo Stato come morti sul lavoro (e tante non lo sono) e richiedono interventi diversi. Se si vuole fare prevenzione occorre tenere nettamente separate queste morti  da quelli che muoiono sui luoghi di lavoro. La Lombardia ha già 62 morti sui luoghi di lavoro, ma se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 120 morti, ma occorre ricordare che la Lombardia ha più del doppio degli  abitanti di qualsiasi regione italiana, e se si guarda il numero di abitanti è la Toscana che quest’anno, con 49 morti sui luoghi di lavoro che detiene questo triste primato. L’indice occupazionale non ha nessun valore statistico, a morire sono soprattutto lavoratori atipici, in nero, Partite IVA e agricoltori.
2)    E’ l’agricoltura con il 32% di tutte le morti sul lavoro che rappresenta la vera emergenza del Paese. Segue l’edilizia col 21,2%, l’industria con il 10,04%,  l’autotrasporto di tutte le categorie con il 7,3%. Gli altri morti nei servizi e in altre categorie che non stiamo a elencare.
3)    Sono già 67, giorno dell’inaugurazione dell’EXPO i morti schiacciati dal trattore e 97 dall’inizio dell’anno, nel 2014 sono stati 152 e questo pur avvertendo nel febbraio 2014 e 2015 il Ministro Martina, il Ministro Poletti e il Primo Ministro Renzi delle imminenti stragi di agricoltori schiacciati dal trattore. Si chiedeva loro di fare almeno una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo.
4)    Il 22% di tutte le morti per infortuni sul lavoro ha più di 60 anni (quanto incide la legge Fornero?)
5)    dai 50 ai 59 il 28%, Il 24% ha dai 40 ai 49 anni,
6)    Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 14,4% sul totale di tutte le morti per infortuni
7)    Occorre ricordare che l’INAIL monitora solo i propri assicurati e che l’anno scorso sono stati, compreso l’itinere 662
8)    Un osservatorio che elabora gli infortuni mortali sul lavoro dell’INAIL scrive che le morti per infortuni sul lavoro sono stati nei primi sette mesi del 2015 ben 643, compreso l’itinere, questo vuol dire che se l’INAIL ha avuto “solo” 662 morti nell’intero 2014, assistiamo a un aumento spaventoso.
9)    Sarebbe ora di fare finalmente chiarezza su queste tragedie e non giocare sui numeri e tirarli dalla parte che fa più comodo
10)           Il Jobs act non protegge dal licenziamento neppure i lavoratori che si rifiutano di svolgere lavori pericolosi, con una scusa possono essere licenziati e questo farà aumentare ancora di più le morti sul lavoro.
                                                            

2 commenti:

Valerio Pezzoli ha detto...

grazie a Carlo che ci ricorda che i conti vanno sempre fatti con "l'oste", i morti sono reali e aumentano, nessuna statistica truffaldina li può ridurre.
Valerio Pezzoli

Anonimo ha detto...

a quando la disquisizione sul lavoro da stress correlato?