La Soprintendenza per i beni archeologici e il Gruppo Archeologico
Bolognese informano:
Preceduto, alle 17, da una visita guidata da Paola Desantis al museo e al santuario fontile, oggi, sabato 19 luglio alle 18, nel
teatro di paglia allestito nel Museo etrusco di Marzabotto, entra in scena l’impossibile: l’Ammiraglio
Etrusco Vel Kaikna, interpretato da
Piergiorgio Iacobelli, si reincarna
e risponderà alle domande di Davide
Giovannini , presidente del Gruppo Archeologico Bolognese.
L’intervista vuole dare risposta ai tanti interrogativi che sollecitano le
scoperte archeologiche del bolognese e chiarire
‘Chi era l’ammiraglio Vel Kaikna. Come mai fu sepolto a Bologna e perché
sulla sua stele funeraria campeggia una nave da guerra con marinai armati di
tutto punto.
Membro di un'importante famiglia di Felsina, Vel Kaikna era quasi
certamente un ammiraglio o un navarca: lo indizia la sua stele funeraria ( nella foto) ,
esposta nel Museo Civico Archeologico di Bologna, su cui si staglia una nave da
guerra etrusca.
Evocati dall'ammiraglio felsineo, lo assisteranno nell'intervista anche
alcuni abitanti dell'antica Kainua, i rievocatori di Methlum Kainual capeggiati
dal generale Velthur, Gianni Passini.
La stele funeraria di Vel Kaikna è eccezionale sia per le dimensioni (è
alta m. 2,42) che per la raffigurazione che presenta sul lato principale. Vi è
infatti scolpita l'immagine di una grande nave etrusca da guerra che naviga in
mare. A poppa il timoniere regge il timone, seguono due guerrieri con corazza
ed una figura con mantello; dalla chiglia della nave sbucano sette remi, anche
se sono solo tre i rematori di cui si vedono le teste.
Probabilmente la scena si riferisce all'attività esercitata dal defunto, di
cui si conosce il nome grazie all'iscrizione incisa sull'altro lato della
stele: (io sono) la tomba di Vel Kaikna. E' stato ipotizzato che questo
personaggio bolognese rivestisse la carica di comandante di una flotta etrusca
sull'Adriatico, preposta alla difesa delle rotte commerciali da e per la Grecia
che facevano capo al porto di Spina.
L'altro lato della stele è diviso in quattro fasce da listelli, che
comprendono, in alto, il viaggio su carro del defunto nell'aldilà, e più sotto
scene di solenni giochi sportivi celebrati in onore del defunto stesso, alla
presenza di personaggi pubblici eminenti.
La stele, in arenaria, risale alla seconda metà del V secolo a.C. ed è
stata rinvenuta nella Necropoli dei Giardini Margherita a Bologna.
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