Un uomo partito dall’Appennino che ha saputo lasciare un segno indelebile nel cuore dell’Amazzonia.
La
vita di Padre Paolino Baldassarri non è stata solo un viaggio
di migliaia di chilometri, dalle montagne dell’Appennino bolognese fino al cuore
dell’Amazzonia, ma un percorso che ha unito mondi lontani anticipando di
decenni i temi più urgenti del nostro tempo: la difesa dei più deboli e la
tutela dell’ambiente.
Missionario
emiliano, originario di Loiano, ha dedicato oltre sessant’anni
alla foresta e alle comunità indigene dell’Acre, in Brasile. Figura di rara
concretezza, ha lasciato un’eredità che va ben oltre il suo ministero
religioso: una testimonianza di vita che intreccia giustizia sociale,
ecologia e dignità umana.
Il
suo nome torna oggi al centro dell’attenzione anche grazie a un’interrogazione
del consigliere regionale Marco Mastacchi (Rete Civica), che
ha invitato la Giunta a promuovere iniziative per celebrare il decimo
anniversario della sua scomparsa (2016) e il centenario della nascita.
La
memoria di Padre Paolino non si è spenta con la sua morte. Nel 2022 è stato
avviato il processo di beatificazione presso il Vaticano, che
potrebbe portare al riconoscimento come “primo santo dell’Amazzonia”.
Un riconoscimento spirituale che si affianca a quello terreno: la sua figura è
stata anche proposta per il Premio Nobel per la Pace. Già in
vita, Loiano gli aveva intitolato la scuola media, un tributo raro per una
comunità che non ha mai dimenticato le sue radici.
Oltre
al servizio spirituale, Baldassarri fu un riferimento sanitario per intere
comunità indigene. Imparò a curare con le piante locali, raccogliendo le
conoscenze tramandate dalla tradizione amazzonica. Per questo divenne noto come
il “medico della foresta”, arrivando a pubblicare un volume
sulla fitoterapia amazzonica e ricevendo la laurea honoris causa in
medicina.
Molto
prima che si parlasse di sostenibilità, predicava e praticava un approccio che
oggi viene definito ecologia integrale: l’idea che giustizia
sociale e difesa dell’ambiente siano inseparabili. Si oppose al disboscamento
illegale, difese i diritti dei seringueiros (i
raccoglitori di caucciù) e delle popolazioni indigene, i primi a subire le
conseguenze della devastazione ambientale.
Convinto
che l’emancipazione passasse da istruzione e indipendenza economica,
costruì dal nulla oltre 40 scuole in aree di difficile
accesso. Fondò cooperative per sostenere l’economia locale e promosse programmi
di alfabetizzazione che hanno permesso a intere generazioni di uscire
dall’analfabetismo.
Difendere
la foresta e gli ultimi significava però scontrarsi con interessi economici
potenti: Padre Paolino visse sotto minaccia costante, ma rifiutò sempre la
scorta armata per non esporre altri al pericolo.
La vita di Baldassarri dimostra che la difesa dell’ambiente e quella della dignità umana non sono battaglie separate, ma un’unica missione. La sua esistenza resta un modello di coraggio, umiltà e dedizione capace di parlare al presente, quando i temi che aveva intuito in anticipo — sostenibilità, giustizia sociale, tutela dei popoli indigeni — sono diventati sfide globali.
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2 commenti:
Sig. Mastacchi, spesso la critico, ma in questo caso la ringrazio che porta alla luce una persona nobile nella fede, come Saulo Da Tarso la fede si deve unire alla vita quotidiana perché è quello che si fa che qualifica chi siamo.
"Imparò a curare con le piante locali, raccogliendo le conoscenze tramandate dalla tradizione amazzonica."... Ma guarda un pò....
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