mercoledì 3 giugno 2020

Debiti e tasse non pagate: sequestrato storico ristorante, coniugi agli arresti

Contestate la bancarotta fraudolenta e la sottrazione al pagamento delle imposte. I due indagati in circa 18 anni avrebbero accumulato debiti verso l’Erario per circa 7 milioni


Arresti domiciliari nei confronti di una coppia di imprenditori, M.M. 55enne, e S.M., 57enne, entrambi residenti a Bologna e amministratori di una società operante nel settore della ristorazione, con sequestro preventivo delle quote societarie e dell’azienda-ristorante. I reati contestati sono bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Le indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna, coordinato dal Procuratore Aggiunto Morena Plazzi, sono partite dal fallimento di una delle società che gestiva il noto ristorante, "Nonno Rossi", che poco più di un anno fa ha lasciato la zona dell'Aeroporto per riaprire a Pontecchio Marconi, all'interno di Palazzo De' Rossi. 
Oltre ai sequestri, sono state eseguite anche perquisizioni delle abitazioni e dei locali facenti capo agli indagati e alle società coinvolte.
Secondo le Fiamme Gialle, una "coppia di coniugi aveva messo in atto un sistema consistente nella gestione del ristorante attraverso differenti schermi societari che si autofinanziavano, non attraverso il ricorso al credito bancario o al finanziamento dei soci, ma tramite l'evasione fiscali e degli oneri previdenziali, per essere poi portati al fallimento senza fermare l’esercizio dell’attività di ristorazione che veniva affidata a una nuova società".

Debiti e tasse non pagati 

In particolare, le indagini avrebbero rivelato come la società fosse stata sin dall’origine ideata e realizzata in funzione della realizzazione di una serie di irregolarità, separando, attraverso la stipula di contratti di affitto, la gestione del ristorante, a opera di entità che accumulavano debiti erariali, dalla proprietà, risultata in capo ad un altro soggetto economico sempre riconducibile agli stessi coniugi. Tale separazione avrebbe reso inattaccabile l’azienda dalle pretese dei creditori per i debiti contratti nell’ambito della gestione. In questo modo in quattro anni dalla società fallita era stato accumulato verso l’erario un passivo di oltre 750 mila euro.
Per i coniugi, come emerso dalle ricostruzioni dei finanzieri, non sarebbe la prima volta: in passato avrebbero gestito bar e mense accumulando, in circa 18 anni di attività (attraverso 8 società di cui 6 dichiarate fallite), debiti verso l’Erario per circa 6,7 milioni di euro. (Bologna Today)

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