giovedì 28 maggio 2009



Con una presenza di un pubblico che ha pochi precedenti nel dopoguerra per un incontro di carattere politico, si è tenuto nel teatro comunale del capoluogo il confronto fra i tre candidati sindaco per Marzabotto alle prossime amministrative.

La tensione, il tifo e la civiltà con cui si è condotto il dibattito, severo nei giudizi e capace di ogni tipo di affondo, senza cadere nel gossip, ha dato uno spettacolo di tutto interesse e certamente chiarificatore per gli elettori. In campo il meglio del paese, la Marzabotto di domani che, come spesso avviene, sa anticipare, secondo chi scrive, le linee politiche che poi troveranno applicazione a Bologna e in Regione. Ai tre candidati fanno capo altrettante squadre formate da qualificati componenti forti di una professionalità già dimostrata o di uno slancio politico dato dalla giovinezza. Fortunati gli elettori di Marzabotto che hanno veramente da scegliere. I tre candidati hanno chiarito la ragione della loro scesa in campo e la loro collocazione nel panorama politico. Romano Franchi ha detto di essere ‘il candidato scelto dalla gente’ e di aver risposto alla chiamata perché ritiene essenziale riallacciare il rapporto di ‘partecipazione’ alla vita politica con la cittadinanza. “Partecipazione che negli ultimi tempi è mancata” ha sottolineato. Ha poi chiarito di guidare una lista civica che ha avuto sì l’annuncio di avere appoggi di partiti, ma che si dichiara apartitica . Liliana Morotti, a capo di una lista civica e nota per la sua lotta più che determinata contro il progetto di una centrale Turbogas a Lama di Reno, ha spiegato di aver accettato la sfida poiché non ha trovato un impegno sicuro contro questo progetto negli altri due candidati. “Se vinceremo, sono certa che il progetto sarà cassato definitivamente” ha precisato. Ha poi risposto alla critica di essere una lista partitica camuffata da civica per aver in lista esponenti di partito. “Chi è entrato nella mia lista è perché ne ho verificato personalmente l’indubbia capacità. Il fatto di essere di un partito non può essere una discriminante ”, ha detto . Ha poi preso le distanze dal PdL, che pure ha dichiarato di appoggiarla, per non essere stata da questo partito sostenuta economicamente e ha liquidato i due suoi avversari come ‘espressione del vecchio’ poiché entrambi hanno una vita amministrativa vissuta con incarichi importanti all’ombra e per conto della sinistra al potere. Valter Cardi, ha esaltato il fatto di essere sostenuto da PD e da IdV vantando il passato amministrativo delle due formazioni partitiche a Marzabotto , vanto comprovato dalla crescita del paese dal dopoguerra a oggi. Ha criticato Franchi per essere caduto, secondo il giudizio di Cardi, nella rete preparata da Rifondazione Comunista e di aver creato una alternativa al PD nel quale comunque ha militato per oltre 30 anni e che in lui aveva riposto piena fiducia. Ha ricordato di aver dichiarato in tempi non sospetti la propria contrarietà alla centrale Turbogas e di voler mantenere fede con determinazione a questo impegno. Il no alla turbogas è stato ripetuto anche da Franchi. In merito all’occupazione, di cui Marzabotto soffre a causa della chiusura, fra l’altro, della Cartiera Burgo e della crisi della Reno De Medici, tutti i candidati hanno indicato nel salvataggio della De Medici un punto qualificante del loro programma. Salvataggio ottenibile non con l’assistenzialismo, seconda la Morotti, ma impegnandosi per ridare una ragione economica all’impresa, con la costituzione del polo cartario emiliano romagnolo che ridia una funzione alla cartiera secondo Franchi e con la prosecuzione dell’impegno dei parlamentari bolognesi del centro sinistra secondo Cardi. “Sono gli unici che hanno fatto veramente qualcosa”, ha detto. “Gli altri hanno messo in campo solo chiacchiere e fumo”. Ad ogni intervento e ad ogni affermazione qualificante seguivano lunghi applausi. Se questo fosse un indicatore, diciamo un sondaggio, parrebbe risultare vincitore Franchi, ma come si sa nel segreto dell’urna tutto può succedere; ogni sorpresa è possibile anche perché il ‘divorzio’ che è parso annunciato fra PdL e Morotti apre nuovi scenari: chi voteranno ora gli elettori del PdL? chi intendeva recuperare la Morotti con questo annuncio, partendo dalla certezza che nessun candidato fa karahiri a una settimana dalle elezioni e che ogni affermazione alla vigilia di confronti elettorali è un messaggio che vuole colpire un obiettivo preciso. In ogni caso Marzabotto vive ora un confronto vero che fa onore alla politica. A margine dell’incontro, la coordinatrice del Circolo della Libertà Roberta Neri, a proposito delle affermazioni della Morotti riferite al disimpegno del Pdl, ha affermato: “A questo punto della campagna elettorale la vicenda è secondaria e non merita risposta. Lasciamo agli elettori la scelta del sindaco in ‘santa pace’”.

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