In tre percepivano dell’indennità di disoccupazione
Il Comando della Guardia di Finanza informa:
Attraverso l’incrocio di Banche dati, affiancato da
appostamenti, sono stati avviati tre controlli che hanno portato alla scoperta
di 8 lavoratori in nero, di cui 6 italiani, 1 pakistano ed 1 venezuelano. Tra
questi anche un minorenne, senza preventiva comunicazione obbligatoria per
l’inizio del rapporto di lavoro.
Le mansioni a cui erano adibiti rientravano nelle
classiche figure professionali della
ristorazione come quella del cameriere e del lavapiatti. Successivi
approfondimenti operati dai militari della Compagnia di Imola, hanno fatto
emergere che tre dei lavoratori individuati erano percettori dell’indennità
mensile di disoccupazione (NASpI)_: di conseguenza è stata avviata la procedura
per l’interruzione del sussidio e il recupero delle somme indebitamente
percepite. Inoltre, anche sulla base delle dichiarazioni rilasciate dai diretti
interessati, è stato possibile appurare che gli stessi venivano retribuiti con
strumenti di pagamento non tracciabili.
Pertanto, per tutti e tre gli esercizi commerciali, è stata proposta all’Ispettorato del lavoro la sospensione dell’attività per l’impiego di personale in nero superiore al 10% del totale dei lavoratori subordinati presenti, così come previsto dall’art. 14 del D.Lgs. n.81/2008. Inoltre sono state comminate sanzioni amministrative che oscillano tra circa 24.000 a 78.000 euro oltre che le relative diffide per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro.
Il contrasto al sommerso da lavoro costituisce uno
dei principali obiettivi della Guardia di Finanza, in quanto il lavoro nero
sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso
sfruttati, e consente una competizione sleale con le imprese oneste.
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