Accordo
sindacale, bonus per chi vuole lavorare in provincia: 60 euro all'ora per
il notturno e 1500 all'anno di premio
Segnalato
In ospedale arrivano i
medici col trolley. I camici bianchi che lavorano al pronto soccorso del
Maggiore, infatti, andranno in trasferta a Vergato, sull’appennino bolognese,
per dare una mano ai colleghi e coprire la cronica carenza di personale nel
reparto di emergenza, un problema che diventa ancora più pesante nei mesi
estivi per via delle ferie.
Un accordo fra Ausl e sindacati prevede dei forti incentivi economici per chi accetta di lavorare fuori casa. I dottori possono scegliere fra due possibilità. La prima è quella di fare, quando è necessario, un turno di dodici ore nell’ospedale della provincia: in questo caso il premio è di 250 euro lordi oltre al normale stipendio.
Un accordo fra Ausl e sindacati prevede dei forti incentivi economici per chi accetta di lavorare fuori casa. I dottori possono scegliere fra due possibilità. La prima è quella di fare, quando è necessario, un turno di dodici ore nell’ospedale della provincia: in questo caso il premio è di 250 euro lordi oltre al normale stipendio.
La seconda possibilità riguarda
invece chi, oltre al normale turno di lavoro in ospedale, decide di fare degli
extra, per esempio di notte: in quel caso, che è normato dai contratti ( si
chiama " simil alp"), l’azienda pagherà 60 euro per ogni ora
trascorsa in corsia. Infine l’Ausl ha deciso di pagare un contributo una tantum
di 1.500 euro per il 2019 a tutti i professionisti che in provincia lavorano
nei reparti caldi dell’emergenza: una novantina in tutto, per una spesa di 135
mila euro.
Il personale del pronto soccorso Da
tempo la situazione dei pronto soccorso in provincia e in regione è molto
complicata per diversi motivi. I bandi d’assunzione vanno a vuoto perché non
c’è di certo la gara per lavorare nelle trincee dell’emergenza. A questo si
aggiunge il rifiuto di molti camici bianchi di farsi assumere nei piccoli
ospedali della provincia.
E ancora, i "no" di chi opera a Bologna, in un importante centro come il Maggiore, all’ipotesi di mettersi in macchina e guidare verso l’appennino. Il risultato è diventato allarmante: solo negli ospedali della montagna, Vergato in testa, mancano ad oggi sei medici. Altri quattro posti sono vacanti in pianura, fra Bentivoglio, Budrio e San Giovanni e due caselle vuote sono tutt’ora in attesa di assegnazione al Maggiore.
E ancora, i "no" di chi opera a Bologna, in un importante centro come il Maggiore, all’ipotesi di mettersi in macchina e guidare verso l’appennino. Il risultato è diventato allarmante: solo negli ospedali della montagna, Vergato in testa, mancano ad oggi sei medici. Altri quattro posti sono vacanti in pianura, fra Bentivoglio, Budrio e San Giovanni e due caselle vuote sono tutt’ora in attesa di assegnazione al Maggiore.
A Vergato, in vista dei mesi estivi,
la coperta si è fatta troppo corta. Col nuovo accordo è arrivato un po’
d’ossigeno almeno per luglio. Dodici medici hanno deciso di fare i bagagli
quando serve accettando il nuovo accordo: la metà di loro ha scelto la prima
possibilità, quella dei 250 euro lordi per ogni giornata trascorsa fuori;
l’altra metà preferisce fare gli extra per 60 euro all’ora quando è necessario.
Gli incentivi per i sanitari. «Oltre
a queste due possibilità, abbiamo comunque dato un incentivo a tutti i medici
che lavorano in pronto soccorso, per riconoscere all’intera categoria il
disagio che vive, visto che abbiamo carenza di specialisti — dice Andrea
Longanesi, direttore sanitario degli ospedali dell’Ausl — l’accordo rimane
comunque una scelta volontaria, perché abbiamo voluto evitare alternative più
sgradevoli. Potremmo intraprendere la strada delle rotazioni anche per altri
reparti in sofferenza, come quelli di ortopedia. Nel frattempo, per quanto
riguarda l’area dell’emergenza, continueremo a fare dei bandi».
I super bonus hanno soddisfatto i sindacati. Davide Bianchi, rappresentante aziendale dell’Anaao, spiega: « È un riconoscimento per tutta l’area dell’Emergenza, che è in sofferenza visto che solo in periferia mancano dieci medici rispetto all’organico previsto. Ci troviamo in un periodo di difficoltà » . Per Marisa Faraca, della Cisl medici, l’Ausl, «attraverso questo accordo ha riconosciuto il valore del contributo richiesto ai professionisti. Auspichiamo che a ciò faccia seguito una maggiore motivazione mediante il riconoscimento, da tempo richiesto dalla Cisl medici, della valorizzazione professionale ».
I super bonus hanno soddisfatto i sindacati. Davide Bianchi, rappresentante aziendale dell’Anaao, spiega: « È un riconoscimento per tutta l’area dell’Emergenza, che è in sofferenza visto che solo in periferia mancano dieci medici rispetto all’organico previsto. Ci troviamo in un periodo di difficoltà » . Per Marisa Faraca, della Cisl medici, l’Ausl, «attraverso questo accordo ha riconosciuto il valore del contributo richiesto ai professionisti. Auspichiamo che a ciò faccia seguito una maggiore motivazione mediante il riconoscimento, da tempo richiesto dalla Cisl medici, della valorizzazione professionale ».
2 commenti:
Io proporrei di far fare a tutti i medici di famiglia dei paesi confinanti due ore settimanali in ospedale, a turno .
http://www.reggioreport.it/2019/06/quando-si-dice-la-fortuna-ex-sindaci-pd-subito-riciclati-in-regione-con-stipendi-interessanti/
Perchè usare il condizionale?
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