Raffaella
Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, ha presentato
una risoluzione dopo i preoccupanti dati sull’aumento delle
dimissioni e risoluzioni consensuali delle madri-lavoratrici nei
primi tre mesi di vita dei figli.
Riceviamo:
Invertire
il trend che vede il preoccupante aumento di dimissioni dal posto di
lavoro di neo mamme impossibilitate a conciliare vita lavorativa e
nuova situazione familiare. È la richiesta contenuta in una
risoluzione presentata da Raffaella Sensoli, consigliera regionale
del MoVimento 5 Stelle, e che prende spunto dai dati presentati nei
giorni scorsi sulle convalide di dimissioni e risoluzioni consensuali
delle lavoratrici madri nei primi tre anni di vita dei figli.
“Conciliare lavoro e maternità per le donne che vivono in
Emilia-Romagna sta diventando una corsa ad ostacoli sempre più
difficile da portare a termine – spiega Raffaella Sensoli – Una
delle criticità più evidenti riguarda i costi dei servizi educativi
per l’infanzia. Anche se le percentuali di posti offerti ci colloca
fra le prime posizioni in Italia, il loro reale fabbisogno è, in
questa regione, nettamente più elevato rendendo il gap fra
disponibilità e richieste tanto alto da determinare proprio in
Emilia-Romagna un inaccettabile incremento delle dimissioni dal
lavoro da parte di donne-madri. Con il paradosso che la ‘locomotiva
d’Italia’ lascia a terra o addirittura fa scendere dal treno
mamme e bambini, non essendo in grado di offrire un numero adeguato
ai propri bisogni di posti negli asili, e dovendo fare i conti con
rette particolarmente elevate sia per i servizi educativi sia, per
altri versi, per l’assistenza rivolta alle persone anziane”.
Nella sua risoluzione la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle
rileva che il tasso di partecipazione al lavoro da parte delle donne
in Emilia-Romagna, tradizionalmente molto alta e identitario della
nostra realtà, richiede l’adozione di politiche e la messa a
disposizione di servizi in linea con le caratteristiche della nostra
società. “Le profonde modifiche del contesto demografico
regionale, con fenomeni spesso più accentuati di quelli presenti sul
piano nazionale, impongono di fare investimenti sulle politiche di
conciliazione così come furono fatti in altre stagioni di questa
Regione. Ecco perché – conclude Raffaella Sensoli – chiediamo
alla Regione di invertire la linea fin qui condotta di sostanziale
arretramento rispetto alle politiche realizzate mezzo secolo fa per
la conciliazione fra tempi di vita e di lavoro e per la tutela e
promozione della condizione di genitore lavoratore, e in particolare
di madre lavoratrice, a cominciare dal render disponibili nuove
risorse per la riduzione delle rette e l’incremento dei posti nei
servizi educativi per la prima infanzia, anche sulla scia di quanto
sta preparando il Governo a livello nazionale per la riduzione della
cosiddetta penalità della maternità”.
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