Da
ANSA Bologna
La
vicenda degli esuberi alla Saeco-Philips si sposta a Roma dove sarà
coinvolto il Governo. "Vista la complessità e la delicatezza
della vicenda, la dimensione multinazionale della proprietà e la
particolarità del territorio coinvolto nella crisi, si è deciso di
allargare il confronto sul piano nazionale", ha sottolineato
l'assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi. Domani
il presidente della Regione Stefano Bonaccini affronterà la
questione con il ministro Federica Guidi.
Presidio lavoratori in Regione |
Da
Bologna Today
Brutte
notizie per la Saeco, la storica azienda con sede a Gaggio Montano:
nell'incontro
di salvaguardia convocato oggi in Regione, la
Philips ha confermato la volontà di licenziare 243 lavoratori,
così l'assessore alle Attività produttive Palma Costi, preso
atto della distanza incolmabile tra le parti, ha rinviato tutto
a un tavolo ministeriale, la cui convocazione sarà richiesta
già domattina.
"È
stato disgustoso", ha commentato il segretario
regionale della Fiom Bruno
Papignani.
L'azienda, rappresentata dall'amministratore delegato Nicholas Lee e
dall'avvocato Saverio Schiavone, "ha iniziato ringraziando i
lavoratori per il loro impegno, per poi ribadire che li licenzierà.
Ci vuole tanta pazienza e bisogna lottare", conclude il
segretario regionale della Fiom.
Quindi
la vicenda si sposta a Roma dove sarà coinvolto il Governo. “Vista
la complessità e la delicatezza della vicenda, la dimensione
multinazionale della proprietà e la particolarità del territorio
coinvolto nella crisi, si è deciso di allargare il confronto sul
piano nazionale” ha sottolineato l’assessore regionale alle
Attività produttive Palma Costi al termine dell’incontro del
tavolo istituzionale per la Saeco Philips di Gaggio Montano. Già
domani il presidente della Regione Stefano Bonaccini affronterà a
Roma la questione con il ministro dello sviluppo economico Federica
Guidi, fanno sapere da Via Aldo Moro.
“Siamo
rimasti con le posizioni che avevamo prima dell'incontro” ovvero
“hanno confermato che l'unica soluzione percorribile è quella di
togliere 243 posti di lavoro all'azienda per renderla eccellente”,
hanno dichiarato Marino Mazzini di Fim e Stefano Zoli di Fiom al
margine della riunione. “Abbiamo ribadito che questo non è
accettabile, non è possibile. Abbiamo anche chiesto di portarci del
lavoro, qualsiasi tipo di lavoro perché siamo in grado di lavorare”.
Domani
mattina alle 10 si terrà un'assemblea con i lavoratori. e il
programma televisivo Agorà
trasmetterà in diretta dalle 8 dal
piazzale dello stabilimento.
Grande
preoccupazione da parte delle piccole imprese dell’Appennino per il
futuro della Philips-Saeco è stata espressa in una nota da Cna
Alto e Medio Reno insieme a Confcommercio Ascom Delegazioni Alto
Reno per la salvaguardia di decine di imprese della subfornitura
Philips-Saeco e per le centinaia di aziende commerciali che
vivono dell’indotto Philips-Saeco: "Aziende che
occupano centinaia di dipendenti e che sarebbero messe in grave
difficoltà da decisioni che potrebbero vedere Philips-Saeco
trasferire importanti pezzi della produzione lontano
dall’Appennino bolognese.Pur rispettando le scelte dell’azienda,
dicono le associazione delle piccole imprese, le associazioni
non vorrebbero che venisse ignorato il ruolo strategico delle aziende
artigiane e del commercio per il territorio dell’Appennino, un
ruolo già reso difficile dalle crisi che hanno attraversato
altre grandi imprese della zona e che un allontanamento
della produzione da parte di Philips-Saeco metterebbe in
ulteriore e grave difficoltà".
“Questa
mattina ho proposto alla capigruppo che il primo punto all’ordine
del giorno della prossima Assemblea legislativa del 10 dicembre sia
la vicenda Saeco-Philips”, ha scritto in una nota il capogruppo PD
in regione Stefano Caliandro. “Sono ben lieto che questa proposta
abbia ricevuto il sostegno trasversale di tutti i capigruppo. Penso
infatti che in queste vicende l’unità tra le forze politiche sia
elemento fondamentale per raggiungere l’obiettivo. Sto inoltre
lavorando ad un testo per una risoluzione unitaria da sottoporre agli
altri capigruppo per una condivisione di tutto il Consiglio. Occorre
che tutti andiamo oltre la nostra appartenenza politica per cercare
di tutelare i lavoratori e le loro famiglie messe in crisi dal
licenziamento collettivo preannunciato dalla Saeco. Il nostro
Consiglio e i suoi gruppi hanno il dovere di mobilitarsi con tutti
gli strumenti a disposizione”.
“Verificare
se ricorrono le condizioni, al fine di salvaguardare il carico
occupazionale, per utilizzare le misure, previste dalla normativa
regionale, di contrasto alle delocalizzazioni produttive, nonché la
promozione degli investimenti nel quadro delle programmazioni
settoriali della Regione, tenuto conto che il marchio Saeco gode del
successo sul mercato indotto anche grazie all’utilizzo del Made in
Italy”. A chiederlo, in una interrogazione alla Giunta, è Giulia
Gibertoni (M5s). La multinazionale Philips, si legge nel
documento, “giovedì 25 novembre ha annunciato, durante un incontro
nella sede di Unindustria, l’intenzione di voler ridurre la base
occupazionale, dimezzandola, nello stabilimento Saeco di Gaggio
Montano, nel bolognese”. Il depotenziamento dello stabilimento
“non coincide con una riduzione dei numeri produttivi della
multinazionale in questo settore- sottolinea la consigliera-, visto
che contestualmente sarebbe stata aumentata la produzione in altri
stabilimenti esteri, il cui prodotto finale riporta il marchio Saeco,
avvantaggiandosi in tal modo, sul mercato internazionale, della
presenza del ‘Made in Italy’, ingenerando nel consumatore finale
la convinzione che dietro i suoi prodotti ci sia l’eccellenza
italiana”.
"I
Parlamentari bolognesi del PD esprimono la loro vicinanza
ai lavoratori della Saeco e alle comunità locali interessate
dalla crisidell'importante polo produttivo che vede minacciati 243
posti di lavoro, che ieri e oggi, assieme alle Istituzioni
locali, hanno espresso, in più manifestazioni, la loro
grave preoccupazione", così in una nota congiunta Marilena
Fabbri, Andrea De Maria, Donata Lenzi e Gianluca Benamati.
"Abbiamo immediatamente allertato il Governo e riteniamo molto
importante il tavolo di confronto oggi in corso in Regione, con
la partecipazione della Città Metropolitana. Continueremo
a seguire la vertenza come una priorità per la salvaguardia
dell'occupazione in Saeco e il futuro di questa fabbrica che
sono di estrema importanza per tutta la montagna bolognese e la Città
Metropolitana".
La
Giunta promuova la creazione di “un unico tavolo regionale
istituzionale che si occupi di un piano industriale per il rilancio
dell’Appenino bolognese, operando anche per riconvertire alcuni
stabilimenti produttivi, dando così corpo e sostanza al Patto per il
lavoro e alla Conferenza per la montagna”.
A
chiederlo, attraverso una risoluzione presentata all’Assemblea
legislativa, sono Igor Taruffi (primo firmatario) e Yuri
Torri, consiglieri di Sel. I dipendenti dello stabilimento
Saeco Philips di Gaggio Montano, si legge nel documento, “hanno
proclamato una serie di iniziative di lotta culminate in una
manifestazione organizzata dai sindacati confederali Fiom CgiI e Fim
CisI e dalle Rsu aziendali per chiedere alla multinazionale di
ritirare i 243 licenziamenti annunciati, al corteo si sono uniti
anche molti cittadini, le istituzioni della vallata, gli studenti e i
commercianti”. La Regione, rimarcano i consiglieri, “ha
prontamente convocato un tavolo di salvaguardia occupazionale, in
accordo con il Comune di Gaggio Montano e la Città metropolitana, e
al quale sono state invitate tutte le parti interessate (l’azienda,
Unindustria Bologna, i sindacati di categoria) per cercare una
soluzione in grado di garantire la massima tutela per i lavoratori e
le maggiori garanzie produttive in una realtà estremamente
significativa per il nostro territorio”. Anche il ministro dello
Sviluppo economico, proseguono, “ha annunciato che il Governo
convocherà a breve l’azienda a un tavolo negoziale per cercare di
trovare tutte le possibili soluzioni affinché gli esuberi possano
rientrare”.
Una
situazione che spinge gli esponenti di Sel a lanciare
l’allarme: “L’Alta e Media Valle del Reno sta registrando un
lento processo di desertificazione industriale e artigianale, dalla
chiusura del polo cartario di Lama di Reno e di Marzabotto che
occupava più di 500 lavoratori, alla profonda preoccupazione per
altre imprese del territorio come la Demm, la Dismeco e la Metal
Castello, per non parlare delle decine di aziende artigiane che hanno
chiuso e delle incertezze che ancora insistono sul futuro delle Terme
di Porretta”.
2 commenti:
Il vedere i nomi dei 4 parlamentari bolognesi esprimere "la loro grave preoccupazione" sul tema dei lavoratori della SAECO fa scattare automaticamente rabbia ed indignazione. Ma non sono questi ed altri compari ad aver approvato la legge fornero ed il jobs act? Con simili porcate negli ultimi 20 anni (dal pacchetto Treu in poi, cioè legge n.196 del 1997) è stato smantellato sistematicamente il mercato del lavoro ed il servizio pubblico per l'impiego! Solo gli ingenui ed i collusi incartapecoriti possono ancora dare credito a questi ipocriti di professione. La "grave pre-occupazione" va espressa prima e non dopo aver permesso e favorito il liberismo più sfrenato, la privatizzazione di servizi pubblici essenziali. La stessa Lenzi è quella che fungeva da assessore provinciale alla Sanità quando sono state prese le decisioni di costruire i due ospedali a Porretta e Vergato. Gravemente preoccuparsi “dopo” che avvengono i disastri, oltre che una contraddizione in termini (pre e dopo), è indice di grave irresponsabilità, soprattutto quando si sa di godere della infinita impunità derivante dalla superficiale ignavia del popolo bue. Troppo comodo e facile fare gli onorevoli in questa maniera!
mai più PD.
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