giovedì 3 aprile 2014

Anche la Croce Rossa è in crisi. Si cerca una tutela dei livelli occupazionali per i lavoratori.





La crisi dell’ente storico la si apprende da una interrogazione del consigliere regionale Damiano Zoffoli che scrive:

Nata il 15 giugno del 1864, l'Associazione Italiana della Croce Rossa, ente di diritto pubblico non economico con prerogative di carattere internazionale, ha per scopo l'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. Ente di alto rilievo, è posta sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, sottoposta alla vigilanza del Ministero della Salute, del Ministero dell'Economia e delle Finanze e del Ministero della Difesa, ciascuno per quanto di competenza;la C.R.I. è un'associazione di soccorso volontaria senza scopo di lucro che, in tempo di pace, ha per scopo di recare assistenza alla popolazione, soprattutto la più vulnerabile, integrando l'azione dello Stato; garanzia e guida delle azioni del Movimento Internazionale della Croce Rossa (di cui la Croce Rossa Italiana fa parte), ma anche della stessa C.R.I. e di ogni suo singolo volontario, sono i “Sette Principi Fondamentali del Movimento Internazionale di Croce Rossa”, che ne costituiscono lo spirito e l'etica: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità;

RICORDATO CHE

·         il D.Lgs. 28 settembre 2012 n. 178 recante “Riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce Rossa (C.R.I.), a norma dell'articolo 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183” contiene la riforma che, dal 1° gennaio 2014, ha mutato la natura giuridica della Croce Rossa Italiana, trasformandola da ente di diritto pubblico non economico in associazione di diritto privato;

·         in Emilia-Romagna tale riforma riguarderà, tra l’altro, oltre 200 addetti: sono infatti 74 i lavoratori a tempo indeterminato e i 130 quelli precari (alcuni con oltre 20 anni di servizio);

·         il D.Lgs. 178 prevede che i Comitati territoriali e quelli provinciali diventino di diritto privato solo a partire dal 2015, proprio per tutelare i lavoratori e contrattare con i sindacati il passaggio tra il contratto pubblico e quello privatistico ed evitare che siano penalizzati i dipendenti;

EVIDENZIATO CHE

·         nei giorni scorsi, i sindacati Fp-Cgil, Cisl Fp, Uilpa e Fialp Cisal dell'Emilia-Romagna hanno denunciato, bollandole come “irricevibili”, le proposte presentate dai vertici della Croce Rossa Italiana: “Nessuna garanzia sui livelli occupazionali, minaccia di una riduzione dei salari, già bassi, e una assoluta precarietà dei contratti a termine. Hanno fatto carta straccia degli impegni presi e formalizzati nel protocollo d'intesa del 27 febbraio scorso e vogliono scaricare il peso di decenni di cattiva gestione sulle spalle dei lavoratori”. Il tutto “senza alcun intervento né sulla spesa improduttiva delle strutture, né sul miglioramento dei servizi. Con il rischio di una paralisi totale delle attività di un ente così importante”;

·         l'accordo prevedeva di gestire il passaggio contrattuale dei lavoratori, dal pubblico al privato, in modo che tutti vedessero salvaguardati diritti e retribuzioni;

·         il Presidente nazionale di Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, in risposta alla nota stampa delle Organizzazioni sindacali ha dichiarato: “per i lavoratori a tempo indeterminato è previsto un percorso che passa per il Dipartimento della Funzione Pubblica e su cui la Croce Rossa si è resa disponibile a sostenere tutte le istanze dei lavoratori.
Il tema vero e serio è quello dei lavoratori a tempo determinato, su cui questa amministrazione sta lavorando da tempo per garantire i livelli occupazionali e tutti i presidenti dei Comitati locali e provinciali CRI d'Italia hanno preso un solenne impegno di mantenere gli stessi operatori in servizio. (…) Non vogliamo perdere posti di lavoro, ma anzi vogliamo una maggiore competitività per crearne di nuovi”;

CONSIDERATO CHE

·         la perdita del personale, in primis a tempo determinato, potrebbe mettere concretamente a rischio alcuni servizi, come gli ambulatori o il trasporto infermi, non più sostenibili con il solo volontariato;

·         pur essendo assolutamente condivisibile una riforma strutturale della Croce Rossa Italiana, che ne migliori l’efficienza e ne riduca gli sprechi gestionali, è inconcepibile che siano i lavoratori a dover pagare, sulla loro pelle, anni di cattiva gestione dell’Ente;

TUTTO CIÒ PREMESSO
INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE

·         per sapere se è a conoscenza di tale situazione e se non ritenga di intervenire, anche per il tramite della Conferenza Stato Regioni, affinché vengano adottate al più presto iniziative per tutelare i livelli occupazionali e garantire certezze ai lavoratori della Croce Rossa Italiana, anche per assicurare continuità alla qualità dei servizi da essa erogati nella nostra Regione;

·         per conoscere le prospettive delle convenzioni in essere tra le Aziende Usl dell’Emilia-Romagna e la Croce Rossa Italiana e sapere quali siano le eventuali ricadute sui servizi primari attualmente offerti.


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